Il Raid di MEDWAY (11-14 VIII 1667).
Seconda Guerra Anglo-Olandese (1667).
Gli Olandesi.
L’ammiraglio Michiel Adrianszoon de Ruyter, coperto dalla nebbia, giunge al largo del Tamigi con 16 vascelli e fregate e 12
burlotti (6 VI). Sono presenti anche Cornelis de Witt, fratello di Johan de Witt gran pensionario delle Provincie Unite e
due disertori inglesi, utilizzati come guide.
Cornelis de Witt rivela le istruzioni, finora tenute segrete (7 VI). Molti comandanti sollevano obiezioni ma l’ammiraglio de
Ruyter afferma che “Bevelen Zijn Bevelen” (Gli Ordini sono Ordini).
Le Operazioni Preliminari.
L’ammiraglio Willem Joseph (sull’“Agatha”) con 13 fregate si presenta davanti a Sheerness (9 VI), sbarca il capitano Jan van
Brakel con un migliaio di truppe di marina (il primo corpo di marines del mondo) sull’isola di Canvey, che dopo alcuni
saccheggi sono ricacciati a bordo dalla milizia inglese.
Gli olandesi effettuano una scorreria simile sulla penisola di Grain, sul fiume Medway. I moschettieri della guarnigione di
Sheerness sono inviati a verificare.
Carlo II invia a George Monck duca di Albemarle l’ordine di recarsi a Chatham (10 VI), dove staziona la flotta, ed al
principe Rupert di organizzare la difesa di Woolwich.
La flotta olandese arriva all’isola di Sheppey (10 VI) ed attacca il forte di Sheerness, ancora incompleto. Il vascello
“Vrede” guidato dal capitano Jan van Brakel ed altri due vascelli da guerra ingaggiano con i cannoni il forte a distanza
ravvicinata. Il forte (16 cannoni) è supportato dalla fregata “Unity”, ancorata nei pressi, raggiunta da alcuni
burlotti e navi minori (ketches) da Garrison Point. Il resto della flotta inglese, guidata da sir Edward Spragge,
non interviente. La “Unity” dopo la prima bordata è attaccata da un burlotto e fugge a Medwey, seguita dalle altre
navi inglesi.
Gli olandesi bombardano il forte, che perde due difensori; numerosi altri difensori disertano, 7 restano al loro posto ma
sono spraffatti da 800 olandesi sbarcati (ore 19:00). Gli olandesi catturano i cannoni.
Sir Edward Spragge con il proprio jacht “Henrietta” salpa per Chatham, raggiunto da Monck, numerosi ufficiali.
La Reazione Inglese.
Gli inglesi approntano le difese: una catena chiude il fiume presso Gillingham. Pett propone inoltre di affondare numerose
piccole imbarcazioni nell’Upnor Reach, presso il castello di Upnor. Sono erette nuove batterie, ma mancano cannoni,
munizioni e provviste.
Presso la catena sono affondate (appoggiate al fondo) i vascelli “Golden Phoenix” e “House of Sweden” (ex-vascelli olandesi
della VOC), “Welcome” e “Leicester ”, che fungono così da batterie galleggianti.
Presso Musselbank sono affondate 3 piccole navi (“Constant John”, “Unicorn” e “John and Sarah”) che si rivelano insufficenti,
sono quindi affondate altre 5 navi (“Barbados Merchant”, “Dolphin”, “Edward and Eve”, “Hind e “Fortune”), anche per la
carenza di equipaggi.
Il giorno successivo (11/21 VI) a Chatham arrivano anche sir John Mennes, lord Henry Brouncker (membri del consiglo di
marina) ed il duca di Albemarle che trova solo 12 degli 800 portuali previsti.
Presso la catena sono poste la “Charles V”, la “Matthias” (mercantili ex-olandesi) e la “Monmouth”, sono affondate la
“Marmaduke”, la “Norway Merchant ”. La grossa “Sancta Maria” (ex VOC, 70 cannoni) è spostata per lo stesso motivo,
quando arrivano le prime fregate olandesi.
Il Raid di Medway.
La squadra navale di van Ghent risale il Medway (12 VI), passa il castello di Upnor trovando scarsa opposizione ed attacca
le navi inglesi: Van Brakel abborda e cattura la “Unity”, altre tre navi sono incendiate (“Sancta Maria”, “Mathias” e
“Charles V”). Il burlotto “Pro Patria” supera la catena, che poco dopo è rotta dai genieri olandesi.
La “Royal Charles” (100 cannoni, ex “Naseby” ha trasportato Carlo II in patria dopo l’esilio) è abbandonata
dall’equipaggio ed è catturata dagli olandesi. La “Monmouth” riesce a fuggire. Le cannonate sono udite fino a
Londra.
Monck ordina di affondare le rimanenti 16 navi da guerra per evitare che siano catturate. In tutto gli inglesi autoaffondano
30 navi.
Il giorno dopo (13 VI) il panico si diffonde lungo il Tamigi fino a Londra. Si teme l’intervento dell’esercito francese da
Dunquerque. Molti abbandonano Londra. La flotta olandese avanza fino a Chatham e lancia i burlotti contro le navi
semi-affondate. Sono incendiati e distrutti i grandi vascelli “Royal James”, “Loyal London” e “Royal Oak”. Il forte di
Upnor apre il fuoco ma gli equipaggi inglesi abbandonano le navi. Sono perse altre 4 navi con più di 75 cannoni (sulle 8
rimanenti), 3 delle 4 maggiori navi della flotta (“Big Ships”, la “Royal Sovereign” si salva perché è a
Portsmouth).
Gli Olandesi Ripiegano.
In tutto gli inglesi perdono 16 vascelli tra affondati, incendiati, catturati ed auto-affondati (compresi 4 vascelli da 100
cannoni) e 14 navi minori. Atre fonti indicano 5 navi affondate e 2 catturate. Il prestigio inglese è gravemente
danneggiato.
Gli olandesi hanno una cinquantina tra caduti e feriti e non persono alcuna nave (gli inglesi affermano di aver affondato 10
navi olandesi).
Cornelis de Witt teme la reazione inglese e ripiega portandosi via la “Royal Charles”. Lo stemma con il Leone, L’Unicorno e
la scritta “Dieu et Mon Droit” è ancora esposto nel museo di Amsterdam. Nel ritorno sono saccheggiati alcuni
villaggi inglesi. La flotta si ferma a Nore (16 VI) e si limita a bloccare la foce del Tamigi per quattro giorni.
Gli inglesi recuperano e riparano i vascelli “Royal James”, “Oak” e “Loyal London” ma poichè Londra rifiuta di
partecipare alle spese, Carlo II ribatezza quest’ultima semplicemente “London”.
L’episodio è chiamato anche battaglia di Chatham o “The Raid on The Medway”, è celebrato da un
poema di Rudyard Kipling. Il membro del Parlamento Andrew Marvell, passato alla storia come poeta, divulga (anonimo) il
poema satirico "Last Instructions to a Painter" dove scrive “Of all our navy none should now survive, But that
the ships themselves were taught to dive”.