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Gli Ispano-francesi.
Gli Ispano francesi dispongono di 16-26 battaglioni di fanteria e 4.000 cavalieri, schierati su due
linee.
L’ala destra è appoggiata al santuario della Madonna dell’Olmo,
trasformato in ridotta, presidiato dai dragoni di Edimburgo smontati e dai granatieri.
Al centro in prima fila sono schierati i reggimenti francesi Languedoc, Chavoc, i reggimenti spagnoli Guardias de Corps, Carabineros Reales, Granaderos Reales, Montesa e Dragones de la Reina.
Al centro in seconda fila sono schierati due reggimenti di cavalleria (Principe e Sevilla) e due di dragoni (Numacia e Lusitania).
All’ala sinistra, appoggiata ad alcune case sparse (casa Lyonnais), sono schierati reparti di fanteria spagnola appoggiati dal reggimento di dragoni Frisia e di fanteria francese appoggiati dal reggimento spagnolo di dragoni Pavia.
Di riserva resta il reggimento Calatrava.
In tutto 10.000 spagnoli e 20.000 francesi.
I Sabaudi.
Cuneo è difesa da 3 battaglioni svizzeri (reggimenti Guibert e Kalbermatten), un battaglione
tedesco (reggimento Schulenberg) e 4 battaglioni sabaudi (reggimenti Monferrato, Fucilieri,
provinciale Vercelli e provinciale Chiablese), per un totale di 3.244 uomini, più un
migliaio di cittadini volontari.
Carlo Emanuele III di Savoia re di Sardegna soccorre la città con 32 battaglioni e 32
squadroni dei reggimenti di cavalleria Real Piemonte, Savoia, dragoni di Sua Maestà,
Genova, Regina e Piemonte.
I sabaudi si schierano su due line. Il centro e l’ala destra sono coperti con cavalli di frisia, al
centro il reggimento di Marina, a destra il secondo battaglione del reggimento Fucilieri, all’ala
sinistra la brigata Savoia, due battaglioni del reggimento Savoia e 5 squadroni di cavalleria.
Di riserva restano le compagnie dei carabinieri e la Guardia del Corpo.
In tutto 25.000 uomini, 4.000 dei quali tedeschi, e 32 cannoni.
La Battaglia.
I micheletti spagnoli appiccano il fuoco che fa saltare le polveri dell’artiglieria sabauda.
L’ala sinistra sabauda, composta dalle compagnie di granatieri, i fanti leggeri croati e la
brigata Savoia, attacca gli avversari, lascia numerose perdite e rompe il reggimento francese
Lyonnais. Il granatiere Guillot della prima compagnia granatieri del Savoia cattura la bandiera
del reggimento francese Lyonnais. I dragoni di Frisia e Pavia resistono, soccorsi dai dragoni di
Numacia e Lusitania. I dragoni di Lusitania, appiedati, ristabiliscono la situazione e
contrattaccano perdendo due terzi degli effettivi. Ottengono poi il privilegio di aggiungere
all’insegna tre teschi con le tibie e sono soprannominati “Dragones de la Muerte”.
Gli assedianti lanciano al contrattacco 8 battaglioni spagnoli e 4 francesi. Un battaglione
francese attacca alla baionetta una batteria sabauda, conquista i cannoni e li volta. Carlo
Emanuele con un battaglione del reggimento Burgsdrorf, due del reggimento Reydt ed uno del
reggimento Schulmeburg affronta gli attaccanti. Il siciliano maresciallo di campo Emanuel
Valguarnera si distingue a fianco di Carlo Emanuele III nell'assalto ai trinceramenti francesi ed
è in seguito promosso generale di cavalleria.
La brigata Savoia resiste, soccorsa dalla brigata Piemonte. I cannoni sono ripresi.
Leutrum compie una sortita e distrugge parte delle trincee nemiche. Un migliaio di uomini riesce
ad entrare a Cuneo con viveri e munizioni.
I sabaudi sono respinti lasciando 3.500-4.000 caduti e feriti, 800 prigionieri, 3 cannoni e
3 bandiere.
I franco-spagnoli hanno 2.000 perdite.
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