LA GRANDE ALLEANZA (1673)
Guerra di Coalizione.
La Ritirata dalle Provincie Unite.
Il duca di Lussemburgo con 12.000 uomini riceve l'ordine di ripiegare dalle Provincie
Unite, ma è bloccato sulla Mosa da un esercito ispano-olandese.
Condé riceve rinforzi da Turenne ed è inviato a soccorrerlo ma mentre
le truppe si raccolgono a Verdun ed Avesnes (I 1673), gli ispano-olandesi prendono i
quartieri invernali. Il duca di Lussemburgo distrugge 5 reggimenti olandesi a
Swammerdam/Svammerdam ed abbandona le Provincie Unite.
I marinai olandesi presidiano la waterlinie fino a giugno.
La Pace di Vossem.
Turenne effettua a sorpresa una campagna invernale, passa il Reno a Wesel (I 1673)
inducendo i brandeburghesi ad evacuare i principati di Münster e Colonia,
alleati alla Francia. I brandeburghesi ripiegano per Lippstadt e Paderborn in
Franconia. Turenne occupa le fortezze dell’Elettore di Brandeburgo in Westfalia,
lascia le truppe del Münster ad assediare Minden e Lippstadt, passa il Weser,
occupa il ducato di Cleve e la contea di La March. I brandeburghesi si disperdono
verso l’Elba (V 1673).
I francesi campeggiano in Westfalia. L’Elettore Federico Guglielmo I di Hohenzollern
duca di Brandeburgo firma la pace separata di Vossem (6 VI 1673), riceve un sussidio
e si impegna a non dichiarare guerra alla Francia, salvo una dichiarazione di guerra
da parte dell’Impero. I francesi evacuano il ducato di Cleve.
La Svezia si offre come mediatore e sono aperte trattative di pace a Colonia (VI
1673).
La Minaccia Contro le Coste Olandesi.
Gli inglesi preparano a Yarmouth 6.000 uomini da sbarcare in Olanda.
Il vice ammiraglio d’Estrées con 27 vascelli francesi si unisce al principe
Rupert, cugino del re, con 54 vascelli. Coëtlogon è sull’"Invincible".
La flotta anglo-francese salpa (1 VI); 80-90 tra vascelli di linea e fregate e 60
navi minori.
L’ammiraglio Ruyter con 55 vascelli di linea, 5 fregate e 45 navi minori getta
l’ancora presso i banchi di sabbia di Schooneveldt (7 VI). Gli anglo-francesi
attaccano con alcune navi minori (28 V 1673) ma gli olandesi contrattaccano, le
disperdono ed attaccano il grosso della flotta, prendendolo impreparato. I francesi
sono al centro e subiscono l’attacco maggiore. Gli anglo-francesi sono costretti a
ritirarsi. Ruyter si ferma ad Ouest-Kappel.
Le flotte si incontrano nuovamente 7 giorni dopo, sempre presso Schooneveldt (14 VI).
Gli ammiragli d’Estrées e Duquesne guidano la retroguardia. L’ammiraglio
Ruyter attacca gli inglesi al centro con il vantaggio del vento. I gravi danni
costringono gli inglesi a tornare nel Tamigi.
La flotta alleata, stimata di 60 navi inglesi e 30 francesi, imbarca 4.000 soldati
sui vascelli da guerra, 2.000 sui trasporti (VII) e torna contro le coste olandesi
(VIII). Il sessantaseienne de Ruyter li attende nelle acque basse con 70 navi, li
sconfigge presso la Texel (21 VIII) poi trova riparo tra
le basse acque costiere.
I franco-inglesi rinunciano ai piani di sbarco.
Il Mestiere dei Re.
Luigi XIV forma due nuovi corpi d’osservazione, uno in Roussillon (guidato da
Friedrich Hermann duca di Schomberg) e l’altro in Lorena, quindi con i 24.000 fanti e
16.000 cavalieri dell’"Armée de Flandre" mette l’assedio a
Maastricht/Maéstricht/Mastrique (5 VI).
La città è difesa dal governatore Fariaux con 4.500 fanti e 1.200
cavalieri spagnoli, compresi un reparto di fanteria napoletano e 2 reggimenti di
cavalieri appiedati. Un’altra fonte indica 5.000 difensori.
L’assedio è noto per essere il primo nel quale Sebastien le Prestre marchese
di Vauban utilizza il sistema perfezionato delle parallele (utilizzate da un
ingeniere italiano al servizio degli osmani, a Candia). I francesi piazzano tre
batterie per un totale di 26 pezzi (18 VI) ai quali rispondono 2 pezzi dei
difensori.
Il reggimento du Roi e dai Moschettieri Grigi, guidati da Charles de Butz de
Castelmore conte d’Artagnan, prendono una mezzeluna esterna. Gli spagnoli li
bombardano tutta la notte e contrattaccano ma sono respinti dai 30 uomini rimasti,
guidati dall’anziano marchese di Vignory. È presente anche il giovane
Claude-Louis-Hector marchese di Villars (futuro maresciallo). I francesi lanciano un
attacco, guidato da James Scott di Monmouth (figlio naturalizzato di Carlo II
Stuard re d’Inghilterra), ma sono respinti lasciando un centinaio tra caduti e
feriti.
Luigi XIV ordina un attacco diversivo al signore di Montal con il reggimento Dauphin,
ma gli attaccanti si spingono troppo in avanti, lasciano 300 caduti e feriti e
ripiegano sulle posizioni iniziali.
Gli spagnoli fanno saltare una mina sotto la mezzaluna occupata dal marchese di
Vignory e la rioccupano, ma Monmouth la riconquista. Al suo fianco cade il conte
d’Artagnan (ispira a Dumas il personaggio dei Tre Moschettieri).
La città si arrende (29 VI 1673). La presa di Maastricht è celebrata da
un sonetto di Jean La Fontaine (1694), in cui dice "Louis sait commander: c’est
le Métier des Rois" (Luigi sa Comandare: è il Mestiere dei Re).
L’esercito francese invade poi l’elettorato di Treviri; Vauban ottiene la resa di
Treviri (7 IX). Parte delle truppe sono inviate ai confini della Franca Contea in
preparazione di un’invasione.
La Grande Alleanza.
Turenne fronteggia gli austriaci in Alsazia, ritenuto fronte secondario.
L'"Armée d’Allemagne" è ridotta a 20.000 uomini.
Per intimidire l'Imperatore e spingere la Baviera ad intervenire a fianco della
Francia, Turenne passa il Kornach, avanza per Wetzlar, Aschaffenburg e rafforza
tutti i passaggi sul Meno fino a Wüzburg (VI-VII 1673).
Guglielmo d’Orange rigetta le esose richieste di Luigi XIV (la cessione delle
Generalità, il doppio dell’indennità proposta e la libertà del
culto cattolico).
L’Imperatore firma una nuova alleanza con le Provincie Unite. Con il trattato di La
Haye (30 VIII), all’alleanza aderiscono la Spagna e Carlo IV duca di Lorena. La lega
è anche chiamata "Seconda Alleanza di La Haye". Le truppe alleate si radunano
in Boemia.
Luigi XIV, che quest’anno conia la prima medaglia dove è detto "Il Grande",
avanza proposte di pace più moderate ma le Provincie Unite rifiutano.
Le Provincie Unite Rompono il Blocco.
L’Imperatore invia sul Reno Raimondo conte di Montecuccoli con 32-40.000 uomini.
Turenne passa il Tauber a Mergentheim (IX) e si avvicina agli austriaci accampati
presso Rotemburg.
Montecuccoli per Eger e Norimberga (3 IX) passa il Tauber facendosi cedere il ponte
sul Meno dal vescovo di Witzburg/Wurtzbourg, cattura due convogli di viveri, i
magazzini francesi a Wertheim e minaccia Magonza. Turenne rischia di rimanere
accerchiato e deve ritirarsi sul Reno.
Guglielmo d’Orange, al quale si unisce un contigente spagnolo, investe Naarden, difesa
da Du-Pas; dopo 4 giorni gli assedianti conquistano alcune opere difensive esterne e
la città si arrende (14 IX 1673). L’evento è commemorato da un quadro
del pittore Romeyn de Hooghe.
L'Imperatore Leopoldo I dichiara ufficialmente guerra alla Francia (16 IX).
Montecuccoli effettua una finta verso l’Alsazia, passa il Reno a Magonza ed avanza
su Treviri. La mancanza di viveri costringe Turenne a ritirarsi per Tauber a
Philppsburg (X).
Guglielmo d’Orange elude il piccolo esercito di Condè, ottiene libero transito
dall’Elettore di Treviri, avanza tra Venloo (22 X) e Coblenza, dove è
raggiunto da Montecuccoli. Gli alleati assediano e costringono alla resa Bonn (12
XI), capitale dell’elettorato di Colonia, spezzando l'isolamento delle Provincie
Unite. I vescovi di Colonia e di Münster chiedono ed ottengono la pace.
Il duca Lussemburgo riceve l’ordine di evacuare la provincia di Utrecht ed effettua
una brillante ritirata a Maastricht con 20.000 uomini. Le provincie di Gueldria e
Over-Yssel sono liberate ma le fortificazioni sono fatte saltare dai francesi.
Guglielmo d’Orange sverna in Olanda, gli spagnoli sulla Mosa, Montecuccoli a Colonia
e Julich.
Le Spedizioni Francesi nelle Antille.
Tra i corsari al servizio spagnolo si distingue l’irlandese Philip Fitzgerald, che
cattura numerosi mercantili inglesi partiti dalla Giamaica.
CURACAO: Jean-Charles signore di Baas, governatore francese delle Isole d’America, appronta
una spedizione contro l’isola olandese di Curaçao (I 1673); raccoglie 500 uomini a
La Martinica, Saint-Christophe, Guadalupa e Sainte-Croix, tre vascelli della corona
e 4 mercantili requisiti. Altri due vascelli, l’"Ecueil" e la "Légère",
sono inviati a Santo Domingo dove il governatore Bertrand Ogeron raduna altri 400
uomini. I due vascelli effettuano una sosta all’isola di La Tortuga poi si perdono
di vista e solo la "Légère" raggiunge il grosso della flotta all’isola
di Saint-Croix (1 III).
Il signore di Baas attende invano l’altro vascello per cinque giorni, infine sbarca a
Curaçao, presso la capitale Willemstadt, ma la trova fortificata più del
prevvisto e difesa da alcune grosse navi, quindi annulla la spedizione. Il signore
di Baas con i tre vascelli della corona cerca l’"Ecueil" e presso capo Tiborun (fine
III) trova invece le navi olandesi del capitano Yallahs, con quattro navi inglesi
catturate. La "Sibylle", guidata dal marchese di Maintenon, riprende le navi inglesi
ma il vento cade impedendo alla "Belliqueux" ed alla "Légère" di
soccorrerla. Yallahs fugge a forza di remi (muore entro l’anno combattendo una nave
inglese nello Yucatan). Le ricerche proseguono a Petit-Goâve (III), a La
Tortuga (IV) e sono infine abbandonate.
L’"Ecueil" affonda sulla costa nord di Portorico (26 II 1673); Bertrand Ogeron ed i
500 uomini riescono a raggiugere la costa ma sono catturati da Gaspar de Arteaga,
governatore spagnolo dell’isola. Dopo 4 mesi, Ogeron con 4 compagni riesce a fuggire
su una piccola imbarcazione e raggiunge La Tortuga (VI 1673).
ANTILLE OLANDESI: Ulteriori azioni francesi nelle Antille sono impedite dall’arrivo della squadra
olandese di Cornelis Evertsen e Jacob Binckes (IV 1673) che rioccupano Saint Eustache (8 VI) poi
raggiungono il Nordamerica e riprendono New Amsterdam (9 vIII).
LA TORTUGA: Bertrand Ogeron, deciso a liberare i suoi uomini, raduna a La Tortuga 500 uomini e 6
navi di filibustieri (15 IX), tra le quali la fregata del capitano Moulin e 2 navi
catturate agli spagnoli di Cuba. La stagione delle pioggie ritarda la partenza della
spedizione; infine salpa (7 X) ma una tempesta la obbliga a tornare a Santo Domingo.
Dopo due mesi i francesi raggiungono infine Portorico con 2 navi e 300 uomini (XI);
il maltempo ha disperso le altre navi. Alcune settimane dopo la mancanza di viveri,
le imboscate degli spagnoli e la minaccia di un attacco alla sua isola (infatti
attaccata da alcuni corsari spagnoli) obbligano Ogeron a rinunciare e tornare a
Santo Domingo.