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L’Assedio di Cartagena de Indias (13 III - 20 V 1741).

Guerra di Successione Austriaca (1741) - Guerra dell’Orecchio di Jenkin.

Gli Spagnoli.
Cartagena de Indias ospita 20.000 abitanti, il governatore è il maresciallo di campo don Melchor de Navarrete, che svolge compiti amministrativi e ligistici, mentre il colonnello don Carlos Des Naux, ingeniere militare, è addetto alla direzione delle opere fortificate.
La guarnigione è guidata dal generale don Sebastián de Eslava viceré di Santa Fé e comprende i reguenti reparti:

In tutto 2.830 uomini: 1.100 veterani, 400 bisoños (reclute), 300 miliziani e 600 arcieri indios.
La flotta è guidata da Blas de Lezo y Olavarrieta, veterano della Guerra di Successione Spagnola. Ha perso il piede sinistro alla battaglia di Vélez Malaga contro gli anglo-olandesi, l'occhio sinistro difendendo il castello di Santa Cataline ed il braccio destro all'assedio di Barcellona (1714). Blas de Lezo guida 6 vascelli da 60-70 cannoni: la capitana "Galicia", il "San Felipe el Real", il "San Carlos", l'"África", il "Dragón" ed il "Conquistador".

Gli Inglesi.
La flotta è guidata dall'ammiraglio sir Edward Vernon e comprende 8 vascelli a tre ponti, 28 vascelli da 50-60 cannoni, 12 fregate (20-40 cannoni), 2 navi bombardiere e 130 tra imbarcazioni minori e trasporti, con 12.600 marinai.
Le truppe imbarcate sono guidate dal generale Went Woorck e comprendono 4.000 uomini di fanteria, 4.000 reclute della Virginia guidate da Lawrence Washington (fratellastro di George Washington), 2.000 genieri e 1.000 neri.
In tutto 180-186 navi, 23.600-29.000 uomini e 2.000 cannoni.

Il Castello di San Luis de Bocachica.
Gli inglesi giungono davanti Cartagena de Indias (13 III 1741), bloccano l’entrata del porto, mettono a tacere le batterie “Chamba”, “San Felipe”, “Santiago”, ed iniziano a sbarcare le truppe e l’artiglieria a Playa Grande.
Il castello di San Luis de Bocachica, difeso da 500 uomini guidati dal colonnello Des Naux, è investito da 1.200 uomini che lasciano perdite elevate. È quindi bombardato per 16 giorni ed altrettante notti. Lezo risponde dalla baia con i galeoni “Galizia”, “San Felipe el Real”, “San Carlos” ed “África”.
Il castello è evaquato ed il canale di Bocachica è bloccato affondando i quattro vascelli, ma l’“África” è incendiata troppo tardi ed il blocco riesce solo parzialmente.

La Fortezza San Felipe de Barajas.
I 600 difensori rimasti si ritirano nella fortezza San Felipe de Barajas ed incendiano le due ultime navi, il “Dragón” ed il “Conquistador”, per bloccare il canale di Bocagrande.
Gli inglesi passano lo stesso e sbarcano le truppe sulle isole di Manga e di Gracia. Un reggimento di coloni guidato da Lawrence Washington occupa la collina di La Popa, abbandonata dagli spagnoli. Edward Vernon fa piazzare le artiglierie contro la fortezza (9 III 1741) ed invia in Giamaica e in Inghilterra la notizia dell’avvenuta vittoria.
Gli inglesi danneggiano le difese e lanciano un attacco notturno, guidati dal generale Woork (19/20 IV); attaccano in tre colonne, con gli schiavi giamaicani in testa seguiti dai granatieri, ma le scale risultano troppo corte e soffrono gravi perdite. Gli spagnoli contrattaccano alla baionetta e li mettono in fuga, causando loro 100 caduti (800-1.000-2.000 in altre fonti) e la perdita di tutto il materiale. L’episodio è chiamato “Noche Infernal”.
Gli inglesi proseguono il bombardamento dal mare per trenta giorni ma sono colpiti da colera e scorbuto che uccide 500 uomini.
Il vascello “Galizia”, catturato agli spagnoli, bombarda la cittadina ma è incendiato dal tiro di contro-batteria. Gli inglesi attaccano il castello somidistrutto di Manzanillo, ma sono respinti da tiro a mitraglia dell’artiglieria che abbatte 200 uomini.

La Ritirata.
Gl inglesi, tormentati dalla guerriglia spagnola, in particolare dei nativi, levano progressivamente l’assedio (dal 24 IV/7 V al 20 V 1741) e rientrano a Giamaica in pessime condizioni (i primi giungono l’8 V), lasciando 4-5.000 caduti. Cinque navi sono incendiate per mancanza di equipaggi. La relazione del ministro John Pembroke riporta 9.000 caduti inglesi, metà ad opera degli artiglieri avversari e metà per malattia, e 200 caduti spagnoli.
L’ammiraglio Blas de Lezo y Olavarrieta muore alcune settimane dopo.
In Inghilterra frattanto hanno coniato una medaglia commemorativa con l’iscrizione “L’Orgoglio Spagnolo Umiliato da Vernon”. Giorgio II proibisce la pubblicazione di qualsiasi notizia che riguardi Cartagena.
La sconfitta inglese è considerata dagli spagnoli una rivincita della distruzione dell’“Invincibile Armada”. Gli umoristi raccontano che “L’esercito pensava che la marina potesse abbattere le mura di pietra spesse 10 piedi mentre la marina si chiedeva perchè l’esercito non avesse scalato le mura, verticali ed alte 30 piedi”.


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