| |
Le Raccomandazioni Europee (10a edizione - gennaio
2004) precisano con maggiori particolari i principali criteri e le loro
motivazioni.
1. Quantità
Una donazione standard è di 450 mL ± 10%; il rapporto sangue/anticoagulante
ottimale è di 7:1.
2. Peso
Non può essere prelevato, durante una singola donazione di sangue intero, più
del 13% della volemia. Il volume ematico può essere stimato in base al peso e
all'altezza.
Non può essere prelevato sangue ad una persona che pesi meno di 50 kg.
3. Intervallo fra le donazioni
È noto che alcune strutture trasfusionali europee ammettono sino a 5 donazioni
donazioni all'anno per i donatori maschi e sino a 4 per le femmine, con un
intervallo minimo di due mesi fra le donazioni standard.
Viene raccomandato di non modificare, in nessun caso, questi ritmi di donazione
che debbono essere accettati, da ogni singola struttura, soltanto dopo accurate
considerazioni sulle abitudini alimentari della popolazione di riferimento e
nella consapevolezza che può essere necessario adottare misure particolari, al
di là delle comuni valutazioni di emoglobina ed ematocrito (o EVF, Erythrocyte
Volume Fraction), per il monitoraggio di eventuali deficienze marziali nel
donatore.
Viene ulteriormente raccomandato che si mantenga attivo un gruppo
di donatori sufficiente a evitare che i salassi vengano effettuati più spesso
dell'intervallo minimo stabilito, fornendo, così, ai donatori una maggior
protezione e conferendo al sistema una flessibilità tale di poter affrontare, su
larga scala, situazioni di emergenza.
4. Età
Minima: 18 anni. Se questa è più bassa, è necessario avere il consenso scritto
di chi esercita la patria potestà.
Massima: 65 anni. La donazione da soggetti di età superiore a questa deve essere
autorizzata dal medico responsabile, così come il reclutamento di un nuovo
donatore di età superiore a 60 anni.
5. Esame ispettivo del donatore
Bisogna prendere nota particolare di: pletora, gracilità, iponutrizione, anemia,
ittero, cianosi, dispnea, instabilità psichica, intossicazioni da alcol o
droghe.
6. Polso e pressione del sangue
Si raccomanda di controllare sistematicamente polso e pressione sanguigna. Il
polso deve essere ritmico, regolare ed essere compreso fra 50 e 110 battiti al
minuto (per la Repubblica Slovacca, fra 50 e 90). Si conviene che la
determinazione della pressione sanguigna può essere soggetta a numerose
variabili; comunque, come norma raccomandata, la pressione sistolica non
dovrebbe superare i 180 mm di mercurio ( Repubblica Slovacca: né essere
inferiore a 90) e quella diastolica non superiore a 110.
7. Esami di laboratorio
Emoglobina: deve essere misurata a ogni donazione, sempreché non venga
sostituita dalla determinazione dell'ematocrito (EVF).
Valori minimi pre-donazione: femmine, 125 g/L; 7,4 mmole/L (min. EVF = 0,38).
Maschi: 135 g/L; 8,4 mmole/L (min. EVF = 0,40).
Sotto questi livelli, una donazione può essere accettata esclusivamente a
discrezione del medico responsabile.
Valori abnormemente alti o abnormemente bassi debbono essere ulteriormente
investigati, così come una caduta di concentrazione emoglobinica di più di 20g/L
fra due successive donazioni.
8. Occupazioni pericolose
Si può attendere a lavori o hobby particolarmente pericolosi soltanto dopo un
intervallo di almeno 12 ore dalla donazione. Come esempio di tali attività
pericolose, si possono citare: pilotaggio di aerei, guida di mezzi pubblici,
manovra di gru, uso di scale, lavoro su ponteggi, ascensioni, immersioni.
9. Anamnesi clinica
Sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS).
A ciascun donatore debbono essere fornite accurate aggiornate informazioni sulla
trasmissione del virus HIV e sull'AIDS, così che coloro indulgano a pratiche
sessuali non protette o ad altri comportamenti a rischio che li possano esporre
a fonti potenzialmente infettanti si astengano dalla donazione di sangue. Sangue
o emocomponenti con markers confermati positivi per HIV non debbono essere usati
a scopo terapeutico. Tutti i donatori trovati ripetutamente reattivi per i
markers HIV debbono ricevere adeguata informazione, quale parte delle procedure
di consulenza medica, e non debbono più donare sangue.
Gli omosessuali debbono essere permanentemente esclusi dalla donazione, come chi
fa uso di droghe o accetta denaro per prestazioni sessuali.
Le donne che, per quanto a loro conoscenza, hanno avuto rapporti sessuali con
maschi omosessuali debbono essere sospesi dalla donazione per 12 mesi.
I donatori che hanno avuto rapporti sessuali con partner che hanno avuto
epatite, che fanno uso di droghe endovenose, che ricevano soldi o droga per
prestazioni sessuali, che sono emofilici, debbono essere sospesi per 12 mesi (Il
REGNO UNITO suggerisce di aggiungere: "I soggetti che hanno avuto rapporti
sessuali con un partner positivo per i markers HIV sono inibiti permanentemente
dal donare sangue").
Allergie.
I donatori che soffrono di allergia da pollini debbono essere sospesi durante la
stagione pertinente. Quelli che stanno sottoponendosi a iniezioni
desensibilizzanti debbono essere sospesi sino a 72 ore dopo l'ultima iniezione.
I donatori che presentano eczema locale alla sede della venipuntura debbono
essere temporaneamente sospesi. Chi soffre d'asma in forma modesta, che richiede
un uso sporadico di inalanti ed è asintomatico al momento della donazione può
essere accettato.
Malattie autoimmuni.
Sono causa di esclusione se vengono coinvolti più organi o apparati.
ß-talassemia.
I portatori di trait thalassemico possono donare sangue, sempreché siano in
buona salute e presentino un livello di emoglobina entro valori accettabili.
Bronchiti.
Soggetti affetti da bronchite cronica severa non possono essere accettati quali
donatori di sangue.
Malattia di Creutzfeldt-Jacob.
Tutti i soggetti che sono stati trattati, in passato, con estratti derivati
dalla ghiandola pituitaria umana o che hanno una storia familiare di malattia di
Creutzfeldt-Jacob (aggiunta della GERMANIA: "o che abbiano ricevuto un trapianto
di dura madre") debbono essere esclusi dalla donazione. Commento; È relativamente facile chiedere a un donatore se ha una storia
familiare di malattia di Creutzfeldt-Jacob; se egli afferma: "non so cosa sia
questa malattia" è praticamente certo che il morbo di Creutzfeldt-Jacob non ha
colpito la sua famiglia. Una storia familiare di CJD comporta una presunzione di rischio qualora non si
possa stabilire che: (a) il familiare affetto ha una forma di CJD ma non di vCJD, oppure che
(b) il familiare affetto non è consanguineo del donatore, o che (c) la causa della CJD nel familiare affetto è iatrogenica o, infine, che
(d) sul donatore sono state condotte indagini che hanno stabilito un suo normale
polimorfismo per il gene PrP.
Variante della malattìa di Creutzfedt-Jacob
È stata descritta una nuova variante (vCJD) della malattia. Vi è accordo sul
fatto che l'agente eziologico della vCJD è indistinguibile da quello della
Encefalopatia Spongiforme Bovina (ESB).Le basi scientifiche che riguardano la
possibile trasmissione del nuovo agente patogeno con la trasfusione permangono
incerte e sono tuttora, attivamente, in studio. Per il momento, non esiste alcuna evidenza che l'agente eziologico di vCJD possa
essere trasmesso con il sangue o con gli emocomponenti. Il Consiglio d'Europa, con sua Raccomandazione R(2001)14 sulla prevenzione della
possibile trasmissione trasfusionale della variante, ha raccomandato l'adozione
di differenti iniziative per ridurre al minimo il rischio di tale trasmissione.
La Raccomandazione suggerisce che le misure cautelative assunte dai vari Paesi
membri prendano in considerazione sia l'esposizione della propria popolazione ai
prodotti bovini provenienti dai Paesi al alta incidenza di ESB sia la frequenza
della vCJD nel Paese. Ogni misura proposta deve anche tener conto dell'impatto che questa politica può
avere sui donatori e sulla disponibilità di sangue ed emocomponenti. Le misure attualmente adottate dai diversi Paesi comprendono: leucodeplezione
totale, sospensione di donatori per motivi geografici, esclusione di donatori
che sono stati trasfusi con sangue o emocomponenti, diminuzione dell'esposizione
dei pazienti a più donatori, e, per alcuni Paesi, l'esclusione del plasma
endogeno dal frazionamento. È importante che tali misure siano sempre basate su una corretta valutazione dei
rischi. Particolare attenzione deve essere posta sul buon uso del sangue e degli
emocomponenti
Diabete.
Esclusione permanente, se trattato con terapia insulinica.
Epilessia.
Di norma, esclusione permanente, sia o no il donatore in trattamento
terapeutico.
Febbre al di sopra di 38ºC.
Sospensione di almeno due settimane dopo la scomparsa dei sintomi.
Ipertensione.
Individui ipertesi, siano o no sotto trattamento terapeutico, non dovrebbero
essere accettati quali donatori di sangue. Ciò è egualmente valido per le
persone che, trattate con ipotensivi, presentano valori pressori normali al
momento del prelievo (vedi anche il precedente punto 6).
Immunizzazioni.
a. Vaccini con virus o batteri attenuati: BCG, vaiolo, febbre gialla, rosolia,
parotite, poliomielite (orale), quarantena di 4 settimane. b. Vaccini con batteri uccisi: colera, tifo e paratifo (TAB), tetano, 48 ore se
asintomatici; c. Vaccini con virus inattivati: poliomielite (iniezione), influenza, 48 ore se
asintomatici; d. Tossoidi: difterite, tetano, 48 ore se asintomatici; e. Altri vaccini: epatite A ed epatite B, 48 ore se asintomatici e non vi è
stata esposizione (vedi anche, più sotto, ittero), rabbia, 48 ore se
asintomatici, 1 anno se vi è stata esposizione; f: Sieri di origine animale: 3 mesi.
Intossicazioni, alcool, droghe.
Persone che siano chiaramente sotto l'influenza dell'alcool debbono essere
escluse sino alla sobrietà. Deve essere assolutamente escluso chi fa uso di
droghe illecite, in particolare se per via iniettiva.
Ittero ed epatiti.
Al donatore deve essere fornita un'informazione completa e aggiornata sulle
attività a rischio di trasmissioni di epatiti così che gli venga data
l'opportunità per l'autoesclusione. Individui che abbiano sofferto di ittero
possono essere accettati, a discrezione del medico responsabile, quali donatori,
sempreché i test approvati per HBsAg e anti-HCV siano negativi. Il sangue
positivo per la presenza dell'HBsAg e per anti-HCV deve essere eliminato e il
volontario escluso permanentemente dalla donazione. La presenza di anti-HBs non
controindica l'uso del sangue. Persone che abbiano stretto contatto (familiare)
con malati affetti da epatite o che abbiano ricevuto sangue o emocomponenti
debbono essere sospesi dalla donazione per 12 mesi. Questa stessa quarantena si
applica per chi si è sottoposto ad agopuntura (se non eseguita sotto stretto
controllo medico), tatuaggi o puntura del lobo auricolare. Personale sanitario
che è in contatto con pazienti epatitici può essere accettato a discrezione del
medico responsabile, sempreché non si siano punti o feriti con materiale che è
stato in contatto con il paziente infetto.
Le più recenti raccomandazioni della Commissione Europea hanno
previsto la cancellazione delle precedenti raccomandazioni che prevedevano che
donatori, il cui sangue sia stato coinvolto in più di un caso di sospetta
epatite post-trasfusionale, debbono essere esclusi anche se non presentano alcun
marcatore di infezione epatitica e che il donatore che risulta essere l'unico ad
aver fornito sangue per un paziente con epatite post-trasfusionale deve essere
escluso, rivalutando quindi il significato dei soli marcatori specifici.
Malattie cardio-circolatorie.
Persone affette da malattie cardiache, in particolare, malattie coronariche,
angina pectoris, aritmie severe o con storia di malattie cerebrovascolari,
trombosi arteriose o trombosi venose ricorrenti debbono essere escluse (vedi
anche: Ipertensione).
Malattie infettive.
In genere, si deve osservare una sospensione di almeno due settimane dopo la
scomparsa dei sintomi; per il raffreddore può bastare una sola settimana.
Malattie infettive particolari: Babebiosi: esclusione permanente. (aggiunta
della REPUBBLICA CECA, Borreliosi: almeno due settimane di sospensione dalla
guarigione completa); Brucellosi: sospensione di almeno due anni dalla
guarigione completa; Leishmaniosi (Kala-Azar): esclusione permanente;
Toxoplasmosi: sospensione di almeno due anni dopo la scomparsa dei sintomi,
purché non siano presenti anticorpi IgM; Tubercolosi: il donatore può essere
accettato dopo due anni dalla guarigione completa; Contatto con persone affette
da malattie infettive: sospensione di un periodo analogo a quello
dell'incubazione della malattia; in caso di malattia ignota, il periodo di
sospensione deve essere fissato dal medico responsabile, tenuto conto anche del
tipo di contatto.
Malattie renali.
Glomerulonefrite acuta: sospensione per 5 anni dalla totale scomparsa dei
sintomi. Glomerulonefrite cronica e pielonefrite: esclusione.
Malattie tropicali.
Malaria.
I. I soggetti che hanno vissuto in aree malariche per i primi cinque anni della
loro vita hanno acquisito, presumibilmente, uno stato di immunità che può
renderli portatori asintomatici del parassita. Essi possono essere accettati
come donatori se sono passati sei mesi dalla loro ultima visita nell'area di
endemia malarica, purché siano negativi test immunologici riconosciuti in grado
di evidenziare anticorpi anti-malarici. Se tali risultati sono negativi, il
soggetto è permanentemente escluso dalla donazione di cellule ematiche. Se non
sono disponibili i test di cui sopra, il soggetto può essere accettato come
donatore di sangue, se è trascorso un periodo, privo di sintomi, di almeno tre
anni dall'ultima visita nell'area di endemia.
II. Tutte le altre persone che hanno visitato una zona ad endemia malarica
possono essere accettati, quali donatori, dopo un periodo di sei mesi dal
ritorno, se non hanno sofferto di episodi febbrili durante la visita o dopo il
ritorno. Chi ha, invece, sofferto di episodi febbrili può essere accettato in
presenza di negatività dei test immunologici, sei mesi dopo essere divenuti
asintomatici e dopo la cessazione della terapia. Se i test immunologici non sono
disponibili, il soggetto può essere accettato quale donatore soltanto dopo un
periodo minimo di tre anni dal ritorno dalla zona endemica.
III. Individui che abbiano sofferto di malaria, diagnosticamente accertata,
devono essere sospesi sino alla scomparsa dei sintomi e sino al termine del
trattamento terapeutico. Per i primi tre anni, essi possono donare
esclusivamente plasma; in seguito, possono donare sangue intero, purché i test
immunologici riconosciuti siano negativi.
IV. Il periodo di quarantena e l'uso di test immunologici possono essere omessi,
per quei donatori di sangue, la cui parte cellulare viene scartata e il plasma
utilizzato esclusivamente per la plasmaderivazione, così da renderlo sicuro
dalla possibile trasmissione di malaria. Bisogna ricordare che il plasma
liquido, quello fresco congelato e i crioprecipitati congelati non possono
essere ritenuti totalmente privi di elementi cellulari e, perciò, di parassiti
malarici vitali.
V. Per evitare discussioni circa la reale situazione delle nazioni dove il
donatore è nato o da cui deriva o che ha visitato, ogni Servizio trasfusionale
deve avere a disposizione una mappa delle zone a endemia malarica e un elenco
alfabetico delle stesse.
Malattia di Chagas
I.
"Il sangue di persone che sono nate o sono state trasfuse in zone
dove la malattia è endemica può essere utilizzato soltanto per il frazionamento
di prodotti plasmatici a meno che un test qualificato a individuare un'infezione
da Trypanosoma cruzii non risulti negativo".
II. I soggetti che provengono o ritornano da zone tropicali non possono essere
accettati quali donatori di sangue se non dopo sei mesi dal ritorno e solamente
se non hanno sofferto di febbri o malesseri inesplicabili.
III. Una perdita di peso ingiustificata deve essere indagata attentamente prima
della donazione.
Assunzione di medicine.
L'assunzione di medicamenti indica la presenza di una malattia che potrebbe far
escludere il soggetto dalla donazione. Si raccomanda che venga messa a
disposizione dei volontari una lista, approvata dal personale medico, di tutte
le più comuni medicine, con le norme circa l'idoneità o meno alla donazione.
Comunque, i donatori in trattamento terapeutico debbono essere sospesi per un
periodo coerente con le proprietà farmacodinamiche del medicamento assunto.
Neoplasie e malattie maligne.
Persone affette da neoplasie, malattie maligne o con anamnesi positiva per
queste, debbono essere, usualmente, escluse in via permanente dalla donazione. A
suo giudizio, il medico responsabile può derogare da tale norma in alcuni casi
selezionati. Per esempio, un donatore può essere accettato alla fine di un
trattamento favorevole di un cancro della cervice o di un'ulcera erosiva
neoplastica.
Osteomielite.
Sospensione di due anni dopo guarigione completa.
Policitemia rubra vera.
Esclusione permanente.
Gravidanza.
La donatrice gravida non può essere ammessa alla donazione, escluse alcune
eccezionali circostanze, da valutarsi da parte del medico responsabile. Dopo la
gravidanza, deve essere osservato un periodo di sospensione pari alla durata
della gravidanza stessa, comunque sino al termine dell'allattamento.
Febbre reumatica.
Sospensione di almeno due anni, a meno che non siano reliquate sequele
cardiologiche: in quest'ultimo caso, l'esclusione è permanente.
|