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H Y P E R

M A R T H A

ALEXANDER CALDER

 
 
ALEXANDER CALDER (1898 - 1975)
 
 
Alexander Calder nasce a Lawton (Pennsylvania) il 22 luglio 1898. La madre, Nanette Lederer Calder, è pittrice; il padre, Alexander Stirling Calder, è scultore.
Nel 1906 la famiglia Calder si trasferisce a Oracle, Arizona.
Terminati gli studi in tecnologia  nel 1916, Calder lavora in diversi settori, spesso molto poco affini alle sue competenze.
Nel 1922, a New York, Calder frequenta i corsi di disegno di Clinton Balmer, già amico del padre. Nel 1923, avendo deciso di diventare artista, entra a far parte della Lega degli Studenti delle Arti di New York. A New York Calder prosegue i propri studi fino al 1925.
Nel 1926 Calder si trasferisce a Parigi dove crea i primi lavori in metallo. E' del 1927 la prima uscita del suo "Circo" con il quale Calder realizza in fil di ferro e stoffa tutti i personaggi e gli attrezzi di un circo equestre in minatura. (Calder usava riunire gli amici per illustrare queste creazioni, inginocchiato su di un tappeto sistemato in un qualche luogo per la serata.    Accanto a lui poteva trovarsi anche lo scultore Isamu Noguchi, addetto al grammofono sul quale avrebbe fatto suonare il disco di "Ramona" durante tutto lo spettacolo.)
Nel 1928 Calder è a New York con la prima mostra dei lavori in metallo, alla Weyhe Gallery. Scolpisce anche alcuni pezzi in legno. Torna a Parigi in autunno.
La prima esposizione francese si tiene alla Galérie Billiet. Nel 1931, dopo il suo matrimonio avvenuto negli Stati Uniti, Calder espone opere astratte ed i ritratti in fil di ferro. E’ invitato ad esporre con il gruppo francese Abstraction-Création.
Nel 1932 presenta il primo mobile alla Galérie Vignon. Nel 1934 il MoMa di New York gli compra un mobile motorizzato.
 
 
Nel 1935 Calder crea gli elementi scenici per il balletto di Martha Graham "Panorama".
 
Nel 1936 disegna la scena per "Socrate" di Erik Satie.
Dal 1936 al 1939 Calder presenta i primi grandi stabiles. Alla galleria George Walter Vincent Smith di Springfield (Massachusetts) si tiene la sua prima grande retrospettiva.
Nel 1942 Calder, che non è partito in guerra, si dedica all’assistenza dei veterani.
Nel 1943 il MoMa di New York organizza una grande mostra: il successo sarà tale che la mostra verrà prorogata per altri quattro mesi.
Diventando il metallo sempre più difficile da reperire  Calder inizia a lavorare il legno.
Nel 1946 viene organizzata a Parigi una sua mostra, la prima nel dopoguerra. E’ Jean Paul Sartre a scrivere la prefazione del catalogo.
Nel 1950 Calder presenta alla Galérie Maeght cinquanta opere, tra stabiles e mobiles.
Nel 1952 ottiene il primo premio alla Biennale di Venezia. Crea inoltre un soffitto acustico per l’aula magna dell’Università di Caracas (Venezuela).
Nel 1953 trascorre un anno a Aix-en-Provence producendo soltanto gouaches. Compra una casa a Saché, presso Tours.
Durante gli anni cinquanta e poi successivamente si allestiscono molte sue mostre a Parigi, Londra, New York.
Nel 1968 Calder crea "Work in progress" per l’Opera di Roma.
Nel 1970 la famiglia Calder si trasferisce nella nuova casa a Saché. Il Circo di Calder è ceduto, come prestito a lunga scadenza, al Whitney Museum di New York.
Nel 1974 viene organizzato a Chicago un Calder Festival in occasione dell’inaugurazione di due grandi opere: "Universe" e "Flamingo".
Nel 1975 "L’araigné rouge" (il ragno rosso) di Calder viene installato alla Défense a Parigi.
Il Whitney Museum apre una grande retrospettiva.
 
Calder muore l’11 novembre 1975.
 
 
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... Un mobile non suggerisce nulla: cattura vivi e reali movimenti e gli dà forma. I "mobiles" non hanno un significato, non fanno pensare ad altro che ad essi stessi. Essi sono, questo è tutto; essi sono degli assoluti...
 
... Lo scultore Alexander Calder venne nell’estate 1935 (a Bennington, n.d.r.) per supervisionare il mobile che egli aveva progettato per "Panorama", un lavoro sperimentale di Martha con una scenografia a più livelli firmata Arch Lauterer (la prima delle otto future collaborazione tra Graham e Lauterer) ed una musica sperimentale di Norman Lloyd. L’atmosfera era di totale avanguardia: nessuno era intimidito dalla tradizione...
(da Ernestine Stodelle "Deep Song - The Dance story of Martha Graham" - Shrimer Books)

 

 

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