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I Francesi.
Il maresciallo François Henry de Montomorency duca di Lussemburgo guida 80-100
battaglioni e 215-266 squadroni per un totale di 75-90.000 uomini. La fanteria
è equipaggata con picche e moschetti a miccia.
È presente James FitzJames duca di Berwick (figlio di Giacomo II Stuard) che
guida uno squadrone irlandese della guardia.
L’ala destra è appoggiata alla Senna, presso
Steenkerk/Steenkirk/Steenbergen/Steinkerque (nord-est) e l’ala sinistra presso
Enghien (sud-est).
I Coalizzati.
Guglielmo III d’Orange è accampato ad Hal con 75-80.000 inglesi, scozzesi,
olandesi, tedeschi, danesi e spagnoli.
Dopo aver scoprerto che Millevoix, segretario privato e maestro di musica
dell’Elettore di Baviera, è una spia che informa i francesi delle sue mosse,
lo costringe ad inviare una lettera con false informazioni (l’uscita di foraggiatori
con una grossa scorta) ed effettua una marcia notturna contro Steenkirk (3 VIII, 23
VII per il calendario giuliano, in uso in Inghilterra).
Il contingente delle Provincie Unite è guidato dal conte di Solmes (cognato
di Guglielmo III) e comprende il maresciallo di campo Walraad di Nassau-Usingen ed
Hendrik Casimir II conte di Nassau-Dietz, il generale Dickweldt ed il conte di
Mérode-Westerloo.
L'avanguardia è formata da 18 battaglioni: 5 reggimenti inglesi guidati dal generale Hugh Mackay ed un distaccamento danese guidato dal duca di Württemberg, con alcuni pionieri e numerosi cavalli di frisia.
Il grosso è composto dalla cavalleria, guidata dal conte Solmes, seguita dalla fanteria.
La colonna è chiusa dal resto della cavalleria.
Il terreno boscoso si rivela inadatto alla cavalleria.
L'Allarme al Campo Francese.
Una staffetta dei dragoni ed una vedetta sul mulino di Haute-Croix segnalano il
movimento di una grossa colonna di cavalleria avversaria presso Sainte-Renelle ed
Enghien (ore 3:00), ma il duca Lussemburgo non gli dà importanza.
Dietro la cavalleria sono avvistate masse di fanteria (ore 5:00). Il duca di
Lussemburgo, benché febbricitante, si reca al forte di Steinkerque che
trovandosi su un'altura è un buon punto d'osservazione. È raggiunto
dallo stato maggiore, composto dal duca del Maine, dal giovane duca di Chartres,
Louis Armand de Bourbon principe di Conti, dal duca di Bourbon, dai due principi di
Vendôme, dal maresciallo Villeroy, dal duca d'Elbeuf e dal principe di
Turenne. Lo stato maggiore è soprannominato "La troupe
dorée".
L'avanguardia dei coalizzati è già a due miglia di distanza, seguita dal
grosso.
I soldati francesi stanno ancora dormendo. Il duca di Lussemburgo fa suonare ai
tamburi l'allarme ed invia i primi fanti (la brigata Bourbonnais) ed alcuni
squadroni di dragoni davanti Steenkerk (9:00). La tradizione afferma che gli
ufficiali della brigata Bourbonnais, non avendo tempo di agghindarsi, abbiano
indossato un nastro che è poi chiamato "Steinkirk", divenuto di moda a
Parigi, antenato della cravatta.
Dietro si schiera il resto della fanteria, i dragoni appiedati e la Maison du
Roy, su cinque linee. La cavalleria guidata dal duca del Maine è inviata
oltre Enghien, per minacciare le linee di ritirata dei coalizzati.
Il marchese di Boufflers, accampato a tre leghe di distanza, sente il tuono dei
cannoni ed accorre con la propria divisione.
L'artiglieria coalizzata apre un intenso fuoco contro l'accampamento francese (ore
9:00).
L'Attacco dei Coalizzati.
L'avanguaria dei coalizzati sbocca davanti Steenkerk, respinge facilmente la brigata
Bourbonnais ma riceve l'ordine di fermarsi e si schiera in battaglia.
Guglielmo III infatti ha scoprerto che i francesi sono già schierati e teme un
tradimento, vede la propria ala destra ancora troppo indietro e non vuole rischiare
le truppe inglesi lanciandole da sole all'attacco.
I francesi piazzano le prime artiglierie ed il duca di Lussemburgo raggiunge
Steenkerk (ore 12:00).
L'avanguardia dei coalizzati, con l'appoggio di alcuni cannoni che aprono il fuoco a
mitraglia, attacca la brigata Bourbonnais, che in breve perde 1.500 uomini e
6-7 cannoni (ore 12:30). I fuggitivi si radunano grazie all'arrivo della brigata
Pollier, guidata dal principe di Conti. Il sedicenne Filippo duca di Chartres
(figlio del duca d’Orleans e nipote del re), disobbedisce all'ordine di tenersi
fuori dal combattimento e prende il comando della brigata Bourbonnais ma dopo aver
subito una ferita al braccio destro è convinto a raggiungere le retrovie.
Il duca di Württemberg con 8 battaglioni sfila al coperto del terreno rotto
dalle aie e la vegetazione ed attacca sul fianco l'ala destra francese, già
impegnata frontalmente dagli inglesi di Mackay. I francesi sono respinti e
perdono un'altra batteria, che è voltata contro di loro. Il duca di
Württemberg si trincera a Steenkerk ed apre un efficace fuoco di
moschetteria.
Il duca di Lussemburgo Muove i suoi Pezzi Migliori.
Il duca di Lussemburgo dichiara che è tempo di mettere "Le Meilleures
Piéces en Oeuvre"; ai resti delle brigate Pollier e Bourdonnais unisce
la brigata Gardes Françaises, il reggimento Gardes Suisses e la
fanteria della Maison du Roy. Il comando è affidato al principe di
Conti, a Louis duca di Bourbon, a Louis duca di Vendôme, al principe di
Turenne, a James FitzJames duca di Berwick, a Patrick Sarsfield conte di Lucan, al
duca di Villeroy con i suoi tre figli, al duca di Montmorency, al conte di
Lussemburgo ed al cavaliere di Lussemburgo.
Il duca di Lussemburgo vuole guidare a piedi l'attacco ma è convinto a
rinunciare, quindi si limita a dare le ultime istruzioni. Vendôme gli dice che
"Mort ou Vif, je Mériterai Aujourd‘hui l'Éloge des Honnêtes
Gens" (Morto o Vivo, Oggi Meriterò l'Elogio delle Persone Oneste).
Poichegrave; il fuoco di moschetteria inglese è più rapido di quello
francese, è ordinato un attacco all'arma bianca.
I francesi attaccano sotto il fuoco avversario. La Gardes du Roy è il
primo reparto ad urtare gli inglesi. Nel corpo a corpo le picche e le spade francesi
hanno la meglio sui moschetti degli inglesi, che lasciano numerose perdite.
I francesi sono respinti ma tornano per tre volte all'attacco. Gli svizzeri lasciano
1.800 caduti e feriti. Il principe di Conti ha due cavalli uccisi sotto di sé,
sale sul terzo cavallo e torna alla carica; i francesi dicono che l'anima del
Gran Condè è passata nel corpo di suo nipote.
Il conte di Solmes invia in soccorso solo alcuni cavalieri, non volendo rischiare
altre truppe, e non permette ad Ormond di soccorrere i propri connazionali.
Gli inglesi sono infine sopraffatti. Mackey rifiuta di arrendersi ed esclama "Che si
Compia la Volontà di Dio!". Sono uccisi o catturati anche i generali Douglas,
Lanier e Montjoy. La Guardia danese perde 400 uomini in un’ora. I 5 reggimenti
inglesi, compresi i Cameron, lasciano perdite enormi.
I francesi recuperano tutti i cannoni perduti e catturano una decina di cannoni
avversari.
I Combattimenti all'Altra Ala.
L'ala sinistra francese, guidata dal generale ultrasettantenne Montal, è
debolmente attaccata (12:00) e mantiene le posizioni. Due battaglioni del reggimento
Roy, i due del reggimento Dauphin ed i due del reggimento Vaisseaux inseguono
brevemente gli attaccanti, che ripiegano nel bosco.
Il duca di Lussemburgo giunge all'ala sinistra, ordina di proseguire l'inseguimento e
sposta numerosi reggimenti da quest'ala e dal centro all'ala destra.
I francesi dell'ala sinistra proseguono l'inseguimento per tre ore e mezza,
catturano 3 pezzi di cannoni e numerosi cavalli di frisia.
Infine giungono i 10.000 uomini della divisione Boufflers (ore 19:00?).
La Ritirata dei Coalizzati.
Visto il terreno rotto, Guglielmo III ferma la cavalleria ed ordina alla fanteria di
avanzare ma i coalizzati sono minacciati sul fianco dai francesi in arrivo da
Enghien e retrocedono combattendo contro i più numerosi avversari.
Auverquerque con due reggimenti, pochi fanti e dragoni raggiunge l’avanguardia solo
per coprirne la ritirata.
Guglielmo III ordina la ritirata generale (16:30); hanno combattuto solo 15.000
coalizzati. I francesi interrompono l’inseguimento.
Bilancio della Battaglia.
I coalizzati lasciano 4.000 caduti, soprattutto tra la fanteria della guardia,
4-6.000 feriti (la metà delle perdite sono inglesi) e 1.300 prigionieri,
oppure 12.000 perdite totali.
Cadono i generali Hugh Mackay e Lanier, Mountjoy, James Douglas conte di Angus, il
generale William Douglas e James Douglas.
Secondo gli usi dell'epoca, giungono gli incaricati dell'esercito dei coalizzati per
riconoscere i propri caduti e seppellirli (5 VIII), ma compiono parzialmente il
proprio compito, lasciando il grosso del lavoro ai paesani dei dintorni (7.700
coalizzati e 50 francesi).
È l’ultima battaglia del feldmaresciallo Georg Friedrich conte di
Waldeck-Pyrmont (muore 72 enne entro l’anno).
I francesi hanno 4.000 caduti e 3-4.000 feriti (compresi 800 ufficiali),
catturano 12 bandiere e 10-12 cannoni. Cadono il giovane principe di Turenne, il
marchese Bellefond, i cavalieri Tilladet, d’Estrades, Stoppa, Pollier e
Saint-Florentin.
La sera il duca di Lussemburgo dice al suo stato maggiore "Messieurs,
le prince d'Orange a eu l'honneur d'être battu aujourd'hui par les princes et la
noblesse de France" (Signori, il Principe d'Orange ha avuto oggi l'onore di
essere sconfitto dai principi e dalla nobiltà di Francia).
Il duca di Lussemburgo chiede l'invio di chirurghi da Parigi per la cura dei feriti
e segnala a Luigi XIV che durante la battaglia numerosi soldati francesi hanno
abbandonato i moschetti preferendo i fucili degli avversari.
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