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I Francesi.
Il maresciallo Nicolas de Catinat soccorre Pinerolo con 54 battaglioni, 82 squadroni
di cavalleria, 2 battaglioni di dragoni e 20 pezzi d’artiglieria, per un totale di
25.000 fanti e 12.000 cavalieri (38-40.000 francesi).
Sono presenti la gendarmerie, la brigata irlandese, un reggimento di ussari
formato l'anno precedente con disertori già al servizio dell'Austria (per la
prima volta presenti ad una battaglia in Europa Occidentale) e 12 battaglioni della
milice.
L'ala sinistra è poggiata al Mangone e comprende due linee
di cavalleria. La prima linea è guidata dal merchese De Vins e dal priore di
Vendôme.
Al centro è schierata al fanteria guidata dal generale La Hoguette. La prima linea è intercalata a squadroni di cavalleria.
L'ala destra è appoggiata alla rocca di Piossasco e
comprende due linee dei cavalleria. La prima linea è guidata Louis-Joseph
duca di Vendôme, la seconda dal marchese di Larré.
Un battaglione di dragoni francese occupa le alture di Piossasco, dove è
raggiunto da tre brigate e piazza 4 cannoni, respingendo 5 battaglioni sabaudi
inviati tardivamente e prendere questa posizione (2 X).
In tutto i francesi ammontano a 44 battaglioni, 80 squadroni e 30 cannoni guidati da
De Cray (35.000 uomini).
I Coalizzati.
Vittorio Amedeo duca di Savoia guida le truppe sabaude, austriache e spagnole
schierate dietro un terrapieno munito da 31 pezzi d’artiglieria:
l’ala sinistra è guidata dal duca di Savoia e comprende le
truppe sabaude ed austriache (4 Km di fronte), appoggiate a destra a Duranza ed a
sinistra ad un bosco presidiato dai battaglioni di "religionari" (valdesi ed
ugonotti).
La prima linea (fanteria e 6 squadroni) è guidata dal maresciallo Caprara, 22
squadroni di cavalleria dal conte Palfy.
La seconda linea (Guardie sulla destra, guidate dal marchese di Parella, 3 squadroni
di dragoni del Genevois ed un battaglione del reggimento Savoia) è guidata da
principe Eugenio di Savoia, 12 squadroni di cavalleria dal principe di Montecuccoli.
l’ala destra è guidata dal marchese di Leganes ed
è schierata in pianura dietro una siepe ed una trincea presidiata da 3
battaglioni spagnoli (composti in gran parte da siciliani e napoletani) affiancati
dalla cavalleria del milanese ed è appoggiata alle boscaglie presso
Orbassano.
La prima linea è guidata dal conte di Louvigny, la cavalleria dal
principe di Commercy.
La seconda linea è guidata dal generale d’artiglieria Francisco Fernandez de
Cordova, la cavalleria dal duca del Sesto.
Oltre al fiume, sulla strada per pinerolo, sono lasciati 3 battaglioni.
In prima fila 20-22 battaglioni e 12-52? squadroni (verso Volvera) ed in seconda fila
18-19 battaglioni e 27 squadroni (sulla strada reale), per un totale di 25-30.000
uomini tra piemontesi, tedeschi, olandesi, spagnoli, inglesi e ugonotti francesi.
Altre fonti indicano 20.000 fanti (compresi 2.000 spagnoli) 10.000 cavalieri e 31
pezzi d’artiglieria oppure 80.000 combattenti in tutto tra i due eserciti.
La fanteria comprende i reggimenti Guardie, Saluzzo, Monferrato, Croce Bianca,
Chablais, Mondovì ed i reggimenti stranieri de Loche, Corneaud (brandeburgo),
Steinau (bavarese), Guardia di Baviera. I battaglioni sono molto sotto-numero.
I reggimenti di cavalleria comprendono: Guardie del Corpo, Piemonte Reale, Savoia
Cavalleria; quelli di dragoni: Dragoni di S.A.R., Dragoni Piemonte e Dragoni
Genevois.
Il contingente spagnolo comprende 32 squadroni di cavalleria (su 79), 5 battaglioni
dei tercios Lisboa, Saboya, Napoles, Lombardia e San Pedro, 3 battaglioni dei
tercios italiani (su 44 battaglioni totali).
Il contingente imperiale ammonta ad 8-9 reggimenti tedeschi e svizzeri.
All’alba i francesi avanzano ma Catinat è costretto a fermarsi e far avanzare
parte della cavalleria della seconda linea per chiudere un varco apertosi tra la
cavalleria dell’ala sinistra e la fanteria nella prima linea a causa del terreno
rotto e cespuglioso. L’attacco principale è previsto contro l’ala sinistra
sabauda, che Vittorio Amedeo rinforza con alcuni battaglioni della seconda linea.
La battaglia inizia con uno scambio di colpi d’artiglieria nella nebbia (ore
8:00).
Quando la nebbia si alza (9:00) 77 battaglioni e 48 squadroni francesi avanzano al
passo sotto il fuoco dei cannoni che ne disordina le file. Giunti a 600 metri
(9:45), i francesi aprono il fuoco con i cannoni ed infine tutta la prima linea si
lancia all’attacco alla baionetta (12:15). È uno dei primi attacchi in massa
con la baionetta nella storia militare.
L’ala destra dei coalizzati respinge tre attacchi francesi. Caparara contrattacca
l’ala sinistra francese guidata da Vendô, soccorso da 8 squadroni di
Gendarmerie che fermano il contrattacco. I coalizzati tornano all’attacco,
repingono in disordine l’ala sinistra francese ma non procedono a causa della
stanchezza delle truppe e l’indecisione dei comandanti.
All’altra ala la cavalleria francese esegue una manovra avvolgente e le truppe
spagnole offrono la resa. La cavalleria del Milanese si ritira senza aver combattuto
e tutta l’ala finisce in rotta disordinando anche il centro. I francesi penetrano tra
i varchi (ore 15:00). Il tercio di Lisbona resiste da solo ed è
annientato dalla cavalleria francese.
Parella con le Guardie sabaude ancora intatte interviene al centro, raduna anche i
reggimenti Lorena e Montbrun e rallenta i francesi lasciando cinque ufficiali
caduti, tre feriti, due prigionieri e numerose perdite tra la truppa. Il duca si
Savoia ordina la ritirata e per coprire le truppe effettua una carica di cavalleria,
catturando alcune bandiere. Il principe Eugenio di Savoia guida la ritirata degli
imperiali, che avviene ordinatamente verso il campo fortificato di Moncalieri.
Bilancio della Battaglia.
La battaglia è detta anche di Orbassano (dal vicino villaggio) mentre i
francesi la chiamano di "La Marsaille" (dalla vicina abbazia).
I coalizzati lasciano 6-7-8.000-8.500 tra caduti e feriti, 1.500-2.000
prigionieri. Altre fonti indicano come perdite 1.500 tedeschi, 2.500 spagnoli e
1.500 tra sabaudi ed inglesi, o 9-10.000 prigionieri, oppure 8-10-12.000 in
tutto.
I francesi perdono 1.000-1.800-2.000-3.000 uomini (5-6-7.000 in altre fonti),
catturano 32 bandiere e 30 cannoni.
Tra i caduti c'è Jacques Cazenave signore di Silhac, detto "Capitano Saint
Jean", del reggimento dragoni Tessé.
La vittoria è celebrata con un Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame
a Parigi; il principe di Conti fa largo al suo amico duca di Lussembugo gridando
alla folla "Place, place au Tapissier de Notre-Dame!" (Largo, largo al
Tapezziere di Notre-Dame), poichè le bandiere nemiche catturate sono esposte
nella cattedrale.
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