Home Letture Commenti Sommario

Immunopatie

 

Su
Dermopatie
Connettiviti
Vasculiti

 

Presenza di immunocomplessi circolanti e fenomeni autoimmunitari rappresentano spesso il primum movens di importanti patologie.

Gli immunocomplessi sono costituiti da antigeni e dai loro specifici anticorpi; gli antigeni possono essere localizzati nel tessuto o presenti in circolo, caso nel quale sono definiti immunocomplessi circolanti. 

La formazione di immunocomplessi è la normale reazione dell’organismo nella fasi della risposta immunitaria. Mediante l’attivazione del complemento la loro eliminazione avviene per via epatica e splenica, in genere rapidamente, ad opera del sistema di fagocitosi costituito dalle cellule mononucleate.

Vari fattori determinano l'insorgenza delle malattie da immunocomplessi interferendo con questo sistema di eliminazione. In tali situazioni si determina una deposizione degli immunocomplessi nell’endotelio o nelle strutture vascolari mediante legami con i recettori del complemento. Questo processo comporta l’innesco della risposta infiammatoria che determina una distruzione del tessuto coinvolto. 

Febbre, rush, artralgie, artriti, linfoadenopatie, nefrite, citopenia, neuropatie, sierosite e vasculite caratterizzano tipicamente la sintomatologia delle malattie da immunocomplessi, tra le quali possono essere inquadrate varie forme di vasculite necrotizzante (panarterite nodosa), vasculite nell'artrite reumatoide, nefrite da immunocomplessi, vasculiti associate a neoplasie ed altre patologie a genesi autoimmunitaria, quali il lupus eritematoso sistemico,

Tra le malattie sopra descritte il lupus eritematoso sistemico, la nefrite da immunocomplessi e diverse forme di vasculite da immunocomplessi presentano una prognosi sfavorevole; i trattamenti convenzionali non si mostrano generalmente efficaci e numerosi sono gli effetti collaterali, in special modo nella terapia la lungo termine.

Anche la presenza di autoanticorpi può rappresentare un evento naturale, di significato non chiaro ma non patologico, oppure un fenomeno collegato ad una situazione di malattia.

Normalmente la produzione di autoanticorpi è sottoposta a una serie di meccanismi di controllo, per cui non arrivano ad indurre una patologia. Eventi di natura infettiva, fisica o chimica, specialmente se connessi a un'intensa attività proliferativa dei linfociti B, sono in grado di attivare, in modo aspecifico, cloni di linfociti B autoreattivi. Ciò comporta una risposta, solitamente transitoria, che non può e non deve essere interpretata come malattia.

In un minor numero di casi le reazioni autoimmuni sia umorali che cellulari svolgono un ruolo patogenetico rilevante: solo in questi casi si parla di malattie autoimmuni.

Le malattie autoimmuni vengono classificate in tre gruppi:

  • organo specifiche, se l'attività autoimmune è rivolta verso gli antigeni di un solo organo;

  • non organo specifiche, se l'attività autoimmune è diffusa a vari organi e apparati;

  • forme intermedie.

Esse sono importanti da un punto di vista sia clinico che economico, poiché presentano una prevalenza del 5% nella popolazione generale e, talora, possono presentare un decorso clinico caratterizzato da numerose complicanze.
Le strategie di trattamento di tutte le patologie del sistema immunitario tendono a ridurre le concentrazioni plasmatiche degli immunocomplessi e degli autoanticorpi. Convenzionalmente questo viene attuato mediante farmaci immunosoppressori e, se necessario, con la plasmaferesi. 

Lo scopo della terapia convenzionale è costituito dalla soppressione della reazione infiammatoria e della produzione di anticorpi. Per questo motivo sono utilizzati farmaci antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi ed immunosoppressori.

Tutti questi presidi terapeutici presentano degli effetti collaterali che vanno dagli effetti collaterali propri dei farmaci antinfiammatori non steroidei all’aumento della suscettibilità alle infezioni e ad un aumentato rischio di insorgenza di neoplasie dovuto alla terapia immunosoppressiva.

Nei casi clinici più gravi viene impiegata la plasmaferesi terapeutica o l’aferesi per immunoadsorbimento, il più delle volte come estremo tentativo terapeutico.

  

 Copyright© 1999/2005 - Francesco Angelo Zanolli - Ultimo aggiornamento in data 16/11/2005