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Cagnano Amiterno

L'AQUILA

.By Claudio CUCCHIELLA

 

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AMITERNUM

 

IL COMUNE

LA STORIA

di CAGNANO AMITERNO

    Altitudine 851 m. Popolazione 1685 abitanti

L'originario insediamento attorno alla pieve di San Cosimo, era già castello prima del sec. XII. il toponimo deriva dal personale latino Camnius. Nel 1864 il paese assunse la specifica di Amiterno dal nome della città sabino-romana  Amiternum posta non lontano dai suoi confini.

Il 1816 fu l'anno dell'autonomia comunale. La prima residenza municipale fu presa a Fossatillo da Angelantonio e Giuseppe FABRIZI ad 8 ducati l'anno che saliranno a 12 nel 1829, era arredata con tre tavolini che servivano per la cancelleria, una scansia per l'archivio, 18 sedie per i decurioni e consiglieri ed una scrivania per il sindaco che, dopo Nanni, sarà per per il biennio 1818/1819 Giovanni CIORLETTI, figlio di un fabbro e nipote di un prete

    Le frazioni sono: San Giovanni, San Pelino, Fossatillo, Torre, Sala, Collicello, Civitella, Corruccioni, San Cosimo, Fiugni, Termine e Cascina.

    Molte le chiese e i monumenti che meritano attenzione. Si ricordano: la chiesa di San Cosimo ( o Cosma, anteriore al secolo XII), la chiesa di San Sebastiano a Collicello (secolo XVI), la chiesa di San Giovanni (secolo XVI), i resti del castello di Cascina (secolo XII) e il casale fortificato Dragonetti a Cascina (sec. XVII). 

(Estratto da www.profesnet.it/dabruzzo/paesi/amiternina)

 

    cAGNANO, in latino campus Annianus, porta ancora il nome glorioso di Amiterno, perché fece parte, prima del territorio della città romana e poi della Diocesi che ne prese il nome. Cagnano risulta formato di piccoli paesi, che anticamente formavano una sola parrocchia, quella di San  Cosimo e che si vedono disseminati nella conca, divisa a campi e praterie, per breve tratto interrotta dall'altura su cui è Termine, per riaprirsi più ampia e più ridente nella distesa di Cascina, dove era l'antico villaggio omonimo alle falde di Monte Calvo.

 

    Di  Canianus non si ha notizia prima del secolo IX, allorché appare tra i possessi del grande monastero imperiale di Farfa nell'agro amiternino, cioè nella zona corrispondente alla ormai scomparsa diocesi della città Amiternum,  l'antica ed illustre patria di Sallustio, anch'essa da tempo distrutta.

    Per trovare una nuova menzione di una località variamente chiamata Cannavum o Cagnanum nell'alta valle dell'Aterno occorre scendere alla metà del XII secolo, quando queste zone vengono annesse al regno normanno la cui capitale è Palermo.

    Troveremo allora da un lato la plebs sancti Cosmae in Cagnano che papa Anastasio IV cita in un documento concernente Dodone, autorevole personaggio locale, come facente parte dell'antica diocesi di Amiternum ormai compresa in quella di Rieti e con essa la chiesa e il monastero di San Leucio di Brindisi, il che implica sia una forma di organizzazione protrattasi fino ai tempi nostri (la plebs  è una struttura intermedia fra la diocesi e la parrocchia, che nella circostanza si è trasformata in arcipretura) sia una presenza monastica di origine orientale che, attraverso Atessa e Rocca di Mezzo, quindi un percorso essenzialmente tratturale e pastorale, è pervenuta ai confini dell'Abruzzo intorno al personaggio di San Leucio ed alla festività dell'11 gennaio, che sono stati invece del tutto cancellati entrambi dalla memoria collettiva.

   Dall'altro lato, sul versante civile e demografico, cannavum fa parte con le odierne Barete, Rocca di Fondi ed Antrodoco della signoria dei Rainaldo di Lavarete (Barete) che il catalogus baronum dei sovrani normanni chiama a partecipare ad una sorta di mobilitazione generale del regno con 41 milites complessivi a cavallo, dei quali a Cannavum ne spettano un paio, la qual cosa sta a significare, nella proporzione consueta di questo documento tra risorse demografiche e disponibilità militare, un nucleo abitato da 48 famiglie, poco meno di trecento individui, secondo i moltiplicatori dell'epoca.

 

 

Famiglia patriarcale anni '50, discendenti da "Amiternum"