RELINQUO VOS LIBEROS ( San Marino e i Cavalieri della tavola quadrata ) SCENA III° Giavellotto Fammi quanto dispetto farmi sai, dammi quanto ( Atto II° ) tu vuoi pena e tormento, riditi del mio male e de’ mie’ guai, guastami ogni disegno, ogni contento, mostramiti nimica come fai, tiemmi sempre in sospetto, in briga e stento, e’ non potrà però mai fare il cielo ch’io non ti onori e ami di buon zelo. ( A. Ambrogini ) Parsifal Deh, non insuperbir per tuo bellezza donna, ch’un breve tempo te la fura: canuta tornerà la bionda trezza che del bel viso adorna la figura. Mentre che il fiore è nella sua vaghezza coglilo che’ bellezza poco dura. Fresca è la rosa da mattino, e a sera ell’ha perduto suo bellezza altera. ( A. Ambrogini ) Tristano Quando questi occhi chiusi mi vedrai e’l spirito salito all’altra vita, allora spero ben che piangerai el duro fin dell’anima transita; e poi che l’error tuo conoscerai d’avermi ucciso ne sarai pentita; ma’l tuo pentir fia tardo all’ultima ora; però non aspettar, donna, ch’i’mora. ( A. Ambrogini ) |