RELINQUO VOS LIBEROS ( San Marino e i Cavalieri della tavola quadrata ) SCENA IV° Giavellotto Dolce e chiara è la notte e senza vento, ( Atto II° ) e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa la luna, e di lontan rileva serena ogni montagna. O donna mia, già tace ogni sentiero, e pei balconi rara traluce la notturna lampa: tu dormi, che t’accolse agevol sonno nelle tue chete stanze; e non ti morde cura nessuna; e già non sai ne’ pensi quanta piaga m’apristi in mezzo al petto. Tu dormi: io questo ciel, che si benigno appare in vista, a salutar m’affaccio, e l’antica natura onnipossente che mi fece all’affanno. A te la speme nego, mi disse, anche la speme; e d’altro non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. Questo dì fu solenne: or da trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già ch’io speri, al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo quanto a viver mi resti, e qui per terra mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi in così verde estate! Ahi, per la via odo non lunge il solitario canto dell’artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; Donna Anna e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Giavellotto Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo Donna Anna ogni umano accidente.Or dov’è il suono di quei popoli antichi? Giavellotto Or dov’è il grido de’ nostri avi famosi, e il grande impero di quella Roma, e l’armi, Donna Anna e il fragorio che n’andò per la terra e l’oceano Tutto è pace e silenzio Giavellotto e tutto posa il mondo, e più di lor non si ragiona. Nella mia prima età, quando s’aspetta bramosamente il dì festivo, or poscia ch’egli era spento, io doloroso, in veglia premea le piume; ed alla tarda notte un canto che s’udia per li sentieri lontanando morire a poco a poco, già similmente mi stringeva il core. ( G. Leopardi ) Donna Anna E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti, fino a farne una stucchevole estranea. ( C. Kavafis ) |