pag. 16 Indice Islanda |
|
giovedi', 10 agosto
|
Ci alziamo con il sole che spunta tra le nuvole, mentre la pioggia e' da poco cessata, e facciamo una robusta colazione per prepararci all'intensa giornata di oggi. Ci avvieremo infatti in direzione della riserva naturale di Myvatn, una zona di grande interesse con innumerevoli attrattive naturalistiche e geologiche, lasciando a domani la visita approfondita della citta' di Akureyri.
Prendiamo la strada circolare, in senso antiorario, inverso a quello tenuto fin'ora, e dopo un centinaio di chilometri di buona strada arriviamo nei pressi del lago Myvatn, che da' il nome alla riserva, e ci fermiamo per una visita alla zona meridionale del grande specchio d'acqua. Questa zona e' stata teatro nel corso dei millenni di grandi fenomeni vulcanici che, verificandosi in presenza di laghi e zone ricche d'acqua, hanno creato formazioni particolari.
La piu' nota, in questa regione a sud del lago, e' quella di Skutustadagigar, caratterizzata da molti crateri di medie dimensioni, ormai ricoperti da bei tappeti erbosi. Dalla strada in questo punto partono numerosi sentieri che conducono attraverso e sopra i crateri, in una zona molto ricca di acque e di uccelli di vario genere. Lago 'Myvatn' vuol dire lago dei moscerini, e ce ne rendiamo immediatamente conto : milioni e milioni di insetti volteggiano sopra le nostre teste, formando delle grandi nuvole che si addensano e si rareffanno. Per fortuna non pungono, e quindi si puo' passeggiare abbastanza tranquillamente, tuttalpiu' sventagliando ogni tanto le mani per allontanare le nuvole piu' fitte di animaletti. Riprendiamo quindi il nostro mezzo e dopo alcuni di chilometri della strada che circonda il lago ci fermiamo nella zona di Dimmuborgir. Questo e' un grande campo lavico, formato da lave eruttate in varie epoche e che, solidificandosi a vari livelli, in seguito parzialmente crollati, hanno formato fantastiche figure di pietra.
Prendiamo uno dei sentieri che si inoltrano nella formazione e ci troviamo subito circondati da grandi pilastri, castelli, guglie e ponti di rocce nere. Queste hanno in realta' una scarsa consistenza e sono piuttosto friabili, e spesso creano dei pozzi e delle cavita' piccole ma a volte molto profonde.
La cavita' piu' grande e' una vera e propria grotta di lava alta parecchi metri, chiamata 'Kirjan', la chiesa. I sentieri sono tracciati con cura, per evitare che i visitatori danneggino con il loro passaggio il terreno che, nonostante l'apparenza, e' in realta' piuttosto delicato; sono inoltre classificati per difficolta' e noi, per tornare prendiamo quello indicato come il piu' impegnativo, anche se non presenta alcuna difficolta' escursionistica.
Riprendiamo quindi il fuoristrada e ritorniamo sulla strada principale, che in questo punto passa vicino al grande cratere di cenere e detriti di Hverfell, del diametro di piu' di un chilometro, e dalla presenza piuttosto inquietante, anche se quiescente da molti anni.
Passiamo quindi per il piccolo centro di Reykjahlid, il maggiore nella zona, dove la strada circolare si allontana dal lago, e dopo alcuni chilometri, dopo una breve deviazione sulla destra, arriviamo al campo geotermico di Hverarond.
Questa e' una spettacolare zona caratterizzata da molte fumarole e grandi pozze di fango e acqua bollente, sovrastate dalla cima chiamata Namafjall, dallo splendido colore ocra, come del resto tutta la zona. Posteggiamo vicino e facciamo una prima visita alle adiacenti grandi pozze di fango che ribollono furiosamente.
Poi, siccome e' gia' mezzogiorno inoltrato, e spira un freddo venticello, rientriamo nel caldo del nostro mezzo per rifocillarci. Dopo pranzo effettuiamo un'escursione piu' lunga in questa magnifica zona, che e' un autentico inferno a cielo aperto, badando di seguire il piu' possibile le tracce di sentiero sul terreno, per evitare di arrostire le suole degli scarponi !
|