pag. 16 Indice Guatemala |
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martedi', 10 agosto
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Immediatamente a lato della grande Plaza si trova l'Acropoli settentrionale, costituita da molti edifici a volte sovrapposti, risalenti in qualche caso ai tempi piu' antichi del sito, alcuni secoli prima di Cristo.
Ridiscesi dal tempio II ci aggiriamo per un po' nella piazza, dove si trovano anche due file di stele, tra le due piramidi, poste a ricordo delle imprese dei re di Tikal, ma comunque di fattura molto piu' modesta di quelle di Copān o Quirigua'. Cerchiamo anche un po' di frescura sotto le grandi piante che si trovano proprio a lato della piazza.
Lasciamo quindi questa zona e ci avviamo in direzione sud, sotto la fitta volta della foresta. Ad un tratto ci appare davanti, sul sentiero, una visione straordinaria: la penombra in cui ci troviamo lascia intravvedere un nuovo tratto disboscato e, come uscendo da una finestra, scorgiamo l'imponente mole del Tempio V. Con i suoi 58 metri e' uno dei piu' alti del sito, ed e' caratterizzato da linee piu' arrotondate.
L'effetto complessivo, essendo situato in uno spiazzo completamente circondato da vicino da alti alberi, e' comunque impressionante. Si puo' salire mediante delle ripidissime scale di legno situate su di un lato, giungendo su di un terrazzino molto stretto, a mo' di cengia che da' sulla ripida scalinata frontale, piuttosto rovinata nella parte superiore.
Anche da qui la visione e' meravigliosa, e mi intrattengo per un po' con Federico che e' l'unico degli altri che abbia effettuato la salita. Quindi mi avvio per la discesa, che preferisco effettuare come molti altri rivolto agli scalini; questo da' un maggiore senso di sicurezza, anche se in caso di scivolata non controllata non so se eviterebbe comunque di raggiungere anzitempo gli antichi maya.
Ormai e' primo pomeriggio, e cominciamo quindi a ritornare verso l'ingresso, distante poco piu' di un chilometro, passando attraverso alcuni larghi sentieri che risuonano del fragore assordante di grosse cicale situate sugli alberi che ci attorniano. Ci fermiamo per pranzo presso un ristorantino adiacente al visitor center, e approfittiamo dei molti negozietti che qui si trovano per qualche acquisto, mentre scoppia il consueto temporale pomeridiano. Riprendiamo quindi il nostro mezzo e nel tardo pomeriggio ritorniamo al nostro albergo di Flores.
Il mattino dopo ci alziamo presto per colazione, e prepariamo ancora una volta i bagagli. Oggi infatti dobbiamo attraversare la frontiera e passare in Belize, dove abbiamo appuntamento, a Belize City, per le ore 12. Il confine non e' molto lontano, circa un centinaio di chilometri, ma la strada e' sempre buona, eccetto per gli ultimi venti chilometri circa, dove diventa stranamente sterrata e anche dal fondo piuttosto irregolare, costringendoci a procedere a velocita' molto bassa. Questa zona in passato e' stata teatro di attivita' di guerriglia e banditismo, ma ora la situazione e' cambiata, come ci assicura anche Joaquim.
In poco piu' di un paio d'ore arriviamo senza problemi a Melchor de Menchos, piccola cittadina di frontiera col Belize. Qui, presso il trafficato posto di frontiera, sbrighiamo le formalita' che ci paiono stranamente complesse (in realta' siamo noi che le complichiamo un poco), e quindi entriamo in Belize.
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