"Succedono cose che la ragione non riesce a comprendere..."

STORIE MYSTERIOSE

La combustione umana spontanea

GLI UOMINI PIETRIFICATI DEL PRINCIPE DI SANSEVERO

SPAVENTOSE, AGGHIACCIANTI FIGURE SI CELANO, COME A SPIARCI, DA VETUSTI ARMADI.
STATUE IMPRESSIONANTI, DANNO UNA NOTA SINISTRA ALL' AMBIENTE CHE LE OSPITA, LA CAPPELLA DEI SANSEVERO A NAPOLI.


Fu costruita come cappella sepolcrale di quell' illustre famiglia da Giovanni Francesco nel 1590, ma quasi tutto ciò che vediamo oggi risale al rifacimento del figlio Alessandro (1613) e soprattutto ai restauri ed alle decorazioni del famoso nipote Raimondo (effettuati dal 1744 al 1766).

La cappella è un rettangolo abbastanza vasto con un presbiterio nel fondo. La struttura è semplice ed armoniosa, la decorazione è di una ricchezza travolgente, sia per i fastosissimi affreschi, sia per l' apparato di marmi, stucchi ed ori che tutto riveste e che sembra quasi animato da una forza viva. E vivente sembra, forse per suggestione, qualche frammento dell' antica pavimentazione che si dice creata dal "Principe di Sansevero" per antonomasia, personaggio leggendario a Napoli, il già ricordato Raimondo di Sangro, vissuto fra il 1710 ed il 1771: uomo singolarissimo, pieno di estri, umori, bizzarrie, capace di misurare la larghezza dei vicoli per potersi costruire una carrozza più grande di ogni altra, fosse pure quella del re.


L' interno della Cappella dei Sansevero

Raimondo di Sangro fu naturalista e filosofo, astronomo, poeta, scrittore, guerriero, generoso mecenate ed al tempo stesso spietato... quando occorreva. Inventò una "lampada perpetua" e, si dice, una carrozza che si muoveva, sia pur per brevi tratti, senza bisogno di animali da traino. Inventò anche una famosa "carrozza anfibia", e questa non è certo leggenda poichè se ne conserva ancora il disegno.

Per lui si scomodò persino Benedetto Croce, che in "Storie e leggende napoletane" ci racconta alcune macabre storie. Ma particolaremnte suggestivo è il resoconto della sua morte: egli avrebbe scoperto un elisir prodigioso, capace di dar vita ai cadaveri, e lo volle naturalmente sperimentare su se stesso. Giunto il giorno fatale, diede ordine ad uno schiavo negro, l' unico di cui si fidasse, di tagliare il suo corpo a pezzi e di collocarlo in un baule, dove avrebbe dovuto svolgersi il processo di "resurrezione", raccomandandogli di non aprirlo se non dopo un determinato periodo.. Meglio avrebbe fatto a non avvisare i familiari, che, curiosi, impiccioni secondo consuetudine e forse anche avidi, speranzosi di trovare chissà quali ricchezze in quel contenitore, lo aprirono anzitempo vincendo le resistenze del povero schiavo negro. Avvenne qualcosa di orripilante, degno dei migliori film dell' orrore: il corpo del principe si sollevò semivivo tra il terrore dei presenti, i suoi occhi si sbarrarono, dalla sua bocca aperta uscì il più terribile degli urli, infine quella larva di corpo si scompose, il tutto ricadde nel baule e si concluse così la strana esistenza del principe-mago-stregone-scienziato.

Solo una leggenda o questo racconto cela un velo di verità?

Ma la testimonianza più concreta sulle doti di questo strano personaggio si trova celata in quelli che vengono definiti "gli orridi armadi". Quando il custode, che guida i turisti alla visita della Cappella, li apre, questi vecchi, grigi mobili cigolano (se non cigolassero mancherebbe l' atmosfera) ed appaiono due tra le più incredibili creature che esistano al mondo, pietrificate nel loro eterno orrore: si tratta di due corpi umani cui la mostruosa abilità scientifica del principe, con un preparato di sua invenzione, ha tolto l' "involucro" corporeo, "metallizzando" fin nell' ultimo capillare l 'intero sistema di vene ed arterie. I due corpi vincono ogni possibile immaginazione di scrittori di fantascienza e dell' orrore.


Uno dei due corpi umani conservati negli "orridi armadi" della Cappella
dei Sansevero. I corpi appartenevano a due schiavi negri, un uomo ed una
donna. Quello in queste immagini è quello della donna.

Questo "processo di metalizzazione" è di certo la più straordinaria invenzione del principe-mago, ed una delle più bizzarre di tutti i tempi. Non è noto come sia stato effettuato, anche se esiste il pesante sospetto che il procedimento sia stato compiuti sui corpi ancora vivi.

E' doveroso ricordare come un vecchio testo citi l' intervento, nella singolare impresa, di un medico palermitano, tale Giuseppe Salerno: ma è troppo radicata e celebre l' opinione che vuole creatore delle "macchine anatomiche" il principe, e troppo alta la sua fama di scienziato, per non pensare che quel medico si sia limitato ad una semplice ed del resto inevitabile collaborazione.

A parte ogni considerazione di ordine morale o moralistico, l' insieme di ciò che resta di queste infelici creature è scientificamente e, ammettiamolo, anche spettacolarmente emozionante.
E' davvero probabile che non esista al mondo niente di simile, nè, fino a tempi recentissimi, si sarebbero potuti ottenere risultati del genere.


I particolari della testa e del braccio. L' immagine più drammatica è quella a destra. La schiava era
incinta, ed in mezzo ai piedi, a terra, c' è la placenta.

Il vecchio principe di Sansevero sogghigna, pensando certamente a quanto le sue invenzioni abbiano fatto scervellare i posteri. Sogghigna, e se la tradizione che lo vuole ancora inquieto abitatore di un mondo misterioso sospeso tra cielo e terra (e inferno) ha qualche fondamento, si diverte maggiormente a far correre, magari con una nota di maggior dispetto, il suo cocchio fatato (o stregato?) su e giù per il breve e stretto vicolo.

Perchè un po' di magia vera e magari nera, accanto alla cappella, non poteva mancare. Vi si può credere o no, però è certo che molte persone "serie" hanno confermato la seguente leggenda: sovente di notte si odono passi pesanti e tintinio di speroni nei vicoli e su per le scale deserte del palazzo. A Natale ed a Pasqua non c' è nessuno nella cappella, ma le sue vetrate rifulgono di arcana luce, mentre dal suo interno promana un vigoroso suono d'organo.

Ma c' è di più: si dice che quando coincidono mezzanotte, luna piena ed un' atmosfera di tempesta, si ode nettissimo avvicinarsi, trasformarsi in un rombo, poi dileguare, il fragore tintinnante della carrozza del principe, la famosa carrozza che passava "a filo" per gli strettissimi vicoli.

E poi tutto è silenzio, oppure rombare di tuono che scende dal cielo.

La combustione umana spontanea

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