La Seconda Guerra per la Valtellina (1635-1639).
Guerra dei Trentanni.
La Campagna del duca di Rohan.
Il calvinista Henry duca di Rohan, detto "La Volpe degli Eserciti", raduna a Chur 400 cavalieri e 4.000 fanti (III 1635),
compresi numerosi esuli grigioni, forze elevate in altri fonti a 5.000 uomini, oppure 1.500 cavalieri e 12.000 fanti.
Lasciate le necessarie guarnigioni invade la Valtellina con 3.000 uomini, occupa Chiavenna (12 IV 1635), ma è
costretto a tornare nell'Engadina per l'intervento del barone di Fernamont con 9.000 tedeschi, che occupa Bormio (13 VI), e
degli spagnoli e milanesi che escono dal forte di Fuentes guidati da Serbelloni.
Rohan con una marcia forzata sorprende a Livigno gli spagnoli guidati dal colonnello Brisighello, dispersi negli
alloggiamenti (27 VI) e li sconfigge facilmente. Fernamont scende la valle saccheggiando ed occupa il ponte di Mazzo ma i
6.000 tedeschi ubriachi sono attaccati di sorpresa da Rohan (3 VII 1635) e durante la ritirata il ponte dell'Adda,
danneggiato dai francesi, cede. Molti fuggitivi affogano, un migliaio di uomini sono catturati e solo 600 uomini
raggiungono Bormio ma sono nuovamente assaliti e sconfitti (13 X).
L'offensiva di Rohan è segnalata da una lettera di Fernamont al comandante imperiale Giovanni Serbelloni che
però si rifiuta di aprirla perchè non riporta i titoli che gli competono. Rohan quindi sorprende anche gli
spagnoli di Serbelloni a San Giacomo in Val Fraele e li sconfigge.
Gli spagnoli contrattaccono e la cavalleria guidata da Landé occupa Tirano (11 XI) ma il giorno successivo
Rohan con 400 cavalieri e 4.000 fanti attacca in più colonne presso San Martino di Morbegno (12 XI 1635). La
Frezelière attacca sul fianco sinistro a Morazzano, Rohan con uno squadrone attraversa il bosco lungo la sponda
dell'Adda ed attacca sul fianco destro mentre la riserva francese attacca frontalmente. Dopo tre ore di combattimento gli
spagnoli sono sbaragliati lasciando 800-1.500 caduti (tra i quali 100 ufficiali), gran parte dei bagagli e la cassa
militare. Giovanni Serbelloni si salva grazie all'aiuto datogli da Giacomo Robustelli.
Gli ispano-milanesi saccheggiano le Tre Pievi ma sono sconfitti da Rohan al Monte Francesca.
Rohan dichiara il ritorno allo status quo del 1617, con l'eccezione dell'autonomia religiosa e giudiziaria della
Valtellina, e procede l'avanzata verso Milano lungo la sponda destra del lago di Como ma è fermato al castello di
Musso, difeso dal maestro di campo Ludovico Guasco, scende quindi per la Valvassina, distrugge l'arsenale nemico ad
Introbbio e giunge a Lecco, ma ripiega per aver trovato la popolazione della Brianza in armi.
La Valtellina rimane in mano ai francesi.
Il Trattato di Milano.
La Francia rifiuta di rendere la Valtellina ai Grigioni, intendendola utilizzare nelle trattative con la Spagna, e mantiene
l'occupazione delle valli.
Il predicatore riformato Georg Jenatsch apre trattative con l'Austria e si converte al cattolicesimo (1635). I mercenari
grigioni si ammutinano (16363). I Grigioni dichiarano la rottura con la Francia (24 IX 1636) e, guidati da Georg Jenatsch,
si sollevano contro i francesi (III 1637). In loro aiuto intervengono Diego Felipe de Guzmàn marchese di
Leganés e governatore di Milano e don Martin de Galiano.
Il duca di Rohan con le poche truppe rimaste fedeli è assediato, costretto ad arrendersi e deve abbandonare le valli
dei Grigioni (5 V 1637).
Georg Jenatsch è assassinato a Coira (24 I 1639).
Il marchese di Leganés firma con i Grigioni una "Pace Eterna" a Milano (3 IX 1639), versa loro un'indennità e
rende la Valtellina in cambio di un'amnistia, l'espulsione dei protestanti dalla valle, la distruzione delle nuove fortezze
ed il libero transito alle truppe austriache. Il governatore di Milano mantiene il compito di sorvegliare l'amministrazione
dei Grigioni in Valtellina ed il vescovo di Como di sorvegliare gli affari religiosi. Gli inviati della Valtellina non sono
consultati.
L'Austria riconosce le Leghe Grigie (9 VIII 1641) e la pace di Westalia (1648) dichiara che le loro valli non fanno parte
dell'Impero.