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Gli eserciti tedeschi dell'epoca si basano sui modelli svizzero e spagnolo, con influssi dall'Italia e dai Balcani (cavalleggeri).
In Brandeburgo sono stampati due manuali militari sul modello olandese (1610), poi anche nel
Palatinato, Baden, Württemberg, Assia, Brunswick, Sassonia e Holstein (entro il 1620).
Materiale Umano.
Gli eserciti sono composti da leve, volontari e mercenari.
Le landesdefension o le landerettung, milizie formate da sudditi su imitazione di quelle Olandesi, sono istituite da
Berna (1628) e da pochi principati tra i quali il Nassau, la Baviera, il Brandeburgo, la Sassonia, il Palatinato Renano ed il
Baden-Durlach, ma con poco successo e con compiti di presidio.
La maggior parte delle truppe è ingaggiato mediante bestallung (commissioni d’ingaggio) affidate a nobili o capitani
di fama. I meglio armati sono chiamati doppelsölden (paga doppia). Tuttavia per truffare i datori di lavoro i ruolini
militari comprendono 1/3 di effettivi in più tra passevolanten (finti combattenti) e mortepaien (nomi fasulli).
Alcune commissioni d’ingaggio prevedono l’obbligo di assistere al servizio religioso.
In questo modo soldati da quasi tutta l'Europa trovano impiego in Germania. Un reggimento bavarese nel 1644 risulta composto da
534 tedeschi, 217 italiani, soldati polacchi, slavi, croati, ungheresi, greci, dalmati, lorenesi, borgognoni, francesi, cechi, spagnoli,
scozzesi irlandesi e 14 turchi.
Sono adottate, ma non in modo diffuso, le prime uniformi; dalla milizia del duca di Neuburg (1605), dalla guardia di Norimberga
(1619), da due reggimenti del ducato di Brunswick-Wolfenbüttel (azzurre, 1619). Il grosso delle truppe adotta solo un segno
distintivo (fascia, piuma, fazzoletto) che è rosso per gli Asburgo d'Austria e di Spagna, Arancio per le Provincie Unite,
Giallo o Giallo e Azzurro per la Svezia e azzurro per la Francia.
La Cavalleria.
È inquadrata per fini amministrativi in regimenter (guidati da un obrist) di 4-5 reiterfahelein (insegne) di
200-250 cavalieri distinti secondo l’equipaggiamento:
kürassiere (corazze) con corazza, elmo, spada lunga e due o più pistole; introdotti su
imitazione francese ed olandese del generale Schwarzenberg (1596), soppiantano i reiter. Il primo reggimento di corazzieri al
servizio austriaco è quello dello spagnolo di Baltasar Marradas, durante la Guerra di Gradisca (1616-1617). L'Austria
eleva il numero di reggimenti di corazze fino a 66 (1636).
shüßen o büchsenschützen (adottati su imitazione degli schutters olandesi) armati di carabina o archibugio corto, due pistole, corsaletto ed elmo aperto, sono poi chiamati semplicemente arkebusieren;
trachons (dragoni, forse da traghen, "portare") istituiti verso
il 1611, sono armati di moschetto, spada ed elmo. Riuniti in singole compagnie indipendenti (in
Austria dal 1623) oppure aggregate ai reggimenti di corazzieri o di archibugieri, formano poi
reggimenti eclusivamente di dragoni su 3-5 compagnie;
leichte reiterei (cavalleggeri su imitazione francese e veneziana) in grosse fahelein di panduri
croati con scimitarra e carabina (distinguibili per il mantello rosso), ungheresi e polacchi.
La cavalleria usa schierarsi a protezione dei fianchi e come riserva, in squadroni profondi 34 righe, progressivamente ridotte a 10.
Verso il 1600 ha adottato la tattica del caracollo, tiro per righe eseguito a rotazione, contro la quale i picchieri sono impotenti
(è impiegata fino alla battaglia di Rosbach nel 1757).
Da 1/3 del totale dell’esercito aumenta fino a 2/3.
La Fanteria
È inquadrata in regimenter di 1.500-2.000 uomini (3.410 sulla carta), suddivisi in 10 fähnlein ("insegne"
o compagnie). Una compagnia comprende 160 musketieren (moschettieri con forcella, gittata 200 metri), 120
pikeniere (picchieri con picca lunga 4-5 metri) e 20 helebardiere, ma nel corso della guerra il rapporto
moschetti/picche aumenta fino a 2:1. La fanteria usa schierarsi in massicci quadrati (gewalthaufen) di 25
fähnlein. Durante la guerra compaiono anche i primi granatieri per gli assalti ai luoghi fortificati, armati di granate a mano
(1624), compagnie di jäger (cacciatori) o scharfschüßen (tiratori scelti), istituiti da Wilielm margravio
d’Assia-Cassel (1631) e dalla Baviera, grenzen (confinari), istituiti dall’imperatore Ferdinando II (1535) ma indisciplinati.
L’artiglieria.
Di svariati calibri (da 3 a 48 libbre) e poco mobile, impiega il tiro a palla piena o a mitraglia. Il rapporto è da 1 a 5 pezzi ogni
1.000 uomini. Solitamente è schierata ad inizio battaglia, sul fronte o su un'altura, e non è più mossa.
È devastante entro 50 metri mentre a 500-1.000 metri può solo disordinare le formazioni massicce di fanteria. La
cadenza è di 8-15 colpi al minuto.
Gli Ufficiali Italiani al Servizio dell'Austria.
La fede cattolica diffusa tra le famiglie nobili italiane è garanzia di fedeltà all'Imperatore.
Dal 1618 l'Austria crea 53 reggimenti di fanteria comandati da un colonnello italiano ed 88 reggimenti di cavalleria (e artiglieria), in
media 5 all'anno con un minimo di 2 ed un massimo di 10 (1633). I reggimenti assegnati ai colonnelli italiani sono di varie
nazionalità.
La percentuale collonnelli italiani al servizio dell'Austria varia nei reggimenti di fanteria attorno al 10-20% e nei reggimenti di
cavalleria attorno al 20-30% (1625-1629). La percentuale è al secondo posto.
Le famiglie maggiormente presenti sono i Medici, gli Strozzi ed i Gonzaga, seguiti dai Collalto, Colloredo, Gallas, Piccolomini e
Montecuccoli. Alcuni ufficiali italiani raggiungono gradi elevati come Ottavio Piccolomini e Raimondo Montecuccoli mentre Annibale
Gonzaga e Rambaldo di Collalto diventano presidenti del consiglio di guerra.
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