L'Esercito Sabaudo.
Guerra dei Trentanni.
La pace di Cateau Cambresis (3 IV 1559) restituisce il ducato di Savoia a Emanuele Filiberto "Testa
di Ferro" che riorganizza le finanze, rafforza le fortezze, accresce la marina e riforma
l'esercito.
La Guardia Ducale.
È formata (1560) da una compagnia di 60 arcieri, una di 60 alabardieri ed una di 60
archibugieri a cavallo (chiamati poi dragoni) alle quali sono aggiunti 362 gentiluomini d’arme
(1570) ed un reparto di fanti svizzeri (1597).
La Cavalleria.
La cavalleria feudale ammonta teoricamente a 7.000 cavalieri ma il servizio è sostituito da una tassa di cavalcata.
Guido Piovena istituisce 6 compagnie di cavalleggeri reclutate tra i vassalli (verso il 1570). Le 7 compagnie della Savoia e le 6 del
Piemonte sono abolite.
Le colonnelle di cavalleria comprendono 4 compagnie di 200 uomini: 2 di corazzieri, una di archibugieri e una di cavalleggeri.
Emanuele I istituisce la milizia paesana a cavallo (1582).
Verso il 1600 sono istituiti i primi reggimenti di cavalleria, con compagnie di 30-60 cavalieri.
Vittorio Amedeo I trasforma la milizia paesana di cavalleria in Cavalleria dello Stato (1636) che sostituisce definitivamente i
contingenti feudali (i primi reparti di dragoni sabaudi invece risalgono al 1683).
La Fanteria e la Milizia Sabauda.
La fanteria è formata ingaggiando 10-13-15.000 volontari nazionali ed è affiancata da
reggimenti mercenari stranieri.
I reggimenti stranieri sono 5-18 nel XVII secolo.
Emanuele Filiberto istituisce le compagnie d’ordinanza permanenti con la legge del 1560, attuata
nel 1566, in vigore fino al 1747.
Per la Milizia Paesana a Piedi ogni parrocchia dei territori sabaudi (Piemonte, Savoia e Nizza)
iscrive nei registri 25 uomini, scelti tra i sudditi dai 18 ai 50 anni, per un totale
di 15.000 fanti in Piemonte ed 8.000 in Savoia, oltre a 100 archibugieri a cavallo e 60
cavalleggeri.
Solo una parte degli iscritti sono inquadrati, e restano in servizio 4 anni.
I 25 uomini formano una squadra; 4 squadre formano una centuria (100 uomini e 2 ufficiali);
4 centurie una compagnia (400 uomini ed 8 ufficiali), 6 compagnie una colonnella o reggimento
(2.400 picchieri, alabardieri ed archibugieri, 48 ufficiali).
Le colonnelle da 4 (1566) salgono ad 8 (1568) per un totale di circa 20.000 uomini, poi ancora
a 10 e 15.
La prima compagnia di ogni colonnella è formata da 40 alabardieri e 350 archibugieri
(compagnia colonnella). Le altre compagnie comprendono ciascuna 120 uomini con picca e corsaletto,
30 con corsaletto e zuccotto, 10 con targa e corsaletto, 10 con alabarda e 230 con archibugio e
zuccotto, per un totale di 400 uomini. In caso di guerra gli effettivi della compagnia sono
aumentati fino a 600 o 1.000 uomini. Tatticamente tre compagnie si schierano insieme formando un
tercio di 2-3.000 uomini.
Gli ufficiali della colonnella comprendono un colonnello, un sergente maggiore, un capitano, un
alfiere, due sergenti (tutti armati di spada), 4 centurioni (con scudo e giannetta, cioè una
corta lancia) e 16 caporali (con archibugio). Gli ufficiali maggiori sono formati da un collegio
riservato ai nobili.
Le compagnie d’ordinanza possono essere affiancate da compagnie paesane di 400 uomini.
Carlo Emanuele I divide la milizia paesana in milizia paesana scelta (8.000 uomini teorici) e
milizia paesana ordinaria (1582).
In seguito è creato il reggimento (1615), formato da 7-10 compagnie di 100-200 uomini
ciascuna, e le compagnie franche, non inquadrate permanentemente in reggimenti che prendono il
nome dalla regione di provenienza per un totale di 9.000 uomini.
L’artiglieria.
È organizzata su tre grandi comandi, sono regolate le fonderie e le fabbriche di polvere. Il
personale è civile mentre fortezze sono presidiate da 3.000 tra archibugieri e
guastatori.