LA SECONDA INVASIONE OLANDESE (1630-1636).
Guerra dei Trentanni del Brasile.
L’Invasione del Pernambuco.
La Compagnia delle Indie Occidentali arruola truppe per un'altra spedizione contro il Brasile che sono però trattenute in
patria dagli Stati Generali per difendersi dagli spagnoli (VII 1629).
Riottenuta la libertà d’azione, la Compagnia delle Indie Occidentale prepara una spedizione contro la provincia di
Pernambuco (corruzione di "Fornaboco", cioè Monte dell’Inferno), ricca di piantagioni di zucchero. Il governatore
portoghese Matias de Albuquerque rafforza le difesa di Recife e Olinda, ma dalla Spagna riceve solo 327 soldati (18 X 1629).
L’entrata al porto di Olinda è bloccata facendovi affondare 8 barche.
Una flotta olandese guidata dall’ammiraglio Hendrick Corneliszoom Loncq, forte di 67 navi, 1.170 cannoni, 3.780 marinai e
3.500 soldati, si presenta davanti Recife (15 II 1630). Il grosso della flotta ingaggia un duello d’artiglieria con i difensori della
città mentre il colonnello Diedrich van Wandenburch con 16 navi e 3.000 uomini sbarca indisturbato
più a nord, sulla spiaggia di Pau Amarelo, ed il giorno seguente si dirige in tre colonne verso Olinda, fiancheggiato dalla
flotta. Dopo un breve combattimento al rio Doce, la città è conquistata e saccheggiata (16 II). Matias de
Albuquerque ordina di bruciare le proprie navi e gli armamenti.
A Recife è attaccato il forte São Jorge (20 II) i cui difensori resistono guidati da Antônio Lima, ma dopo aver subito il
bombardamento da parte della flotta olandese sono costretti alla resa (2 III). Recife è occupata (3 III) e diviene base di
partenza contro il traffico marittimo spagnolo, ostacolando l’invio di rinforzi dalla Spagna. I gesuiti ed altri religiosi cattolici
sono espulsi dalla colonia, che assume la denominazione di Nieuw-Holland (Nuova Olanda).
Matias de Albuquerque raccoglie numerosi superstiti e si ritira all’interno ponendo la base al munito forte di Bom Jesus. Intorno
Olinda e Recife è realizzata una catena di fortini. Le scorrerie e gli attacchi di disturbo si rivelano ancora una volta
efficaci, rendendo rischiose le comunicazioni via terra tra le due cittadine conquistate.
Gli olandesi erigono i forti di Brum, di Cinco Pontas (tuttora esistenti), quello di Orange sull’isola di Itamaracá (1631),
affidato al capitano polacco Chrestofle Arciszewski, e ricevono continui rinforzi dalla madrepatria.
La Battaglia di Abrolhos.
Da Lisbona parte una spedizione di soccorso (5 V 1632) di 19-20 grossi galeoni, 35 tra trasporti e navi minori, 2.000 soldati,
guidata da Antônio de Oquendo. Il contingente portoghese è formato in maggioranza da ebrei convertiti
forzatamente.
Oquendo trova a Recife la squadra navale olandese di Andriaan Janszoon Fater, composta da 16 vascelli e 1.000 uomini, e lo
affronta presso l’arcipelago di Abre Olhos (Abrolhos). Il violento scontro dura dalle 9:00 alle 16:00 (è
raffigurato dal pittore Juan de la Corte). Entrambe le flotte perdono tre navi, compresa la capitana spagnola "S. Jago" (12 IX 1631),
e tra i caduti c’è l’ammiraglio olandese. Onquedo, prima di rientrare in Spagna, riesce a sbarcare a Barra Grande i rinforzi
per il forte di Bom Jesus, compresi 5-600 napoletani guidati da Giovanni Vincenzo Sanfelice conte di Bagnoli.
Temendo un attacco congiunto da terra e dal mare, gli olandesi decidono di rinforzare Refice evacuando Olinda, e chiedono ai
portoghesi un riscatto per evitarne la distruzione. Matias de Albuquerque rifiuta e la città è incendiata
(25 IX 1631).
L’Espansione Olandese.
Nuovi rinforzi portano gli effettivi olandesi a 4.000 soldati e 1.500 marinai (1632), inoltre l’abile guerrigliero mulatto Domingos
Fernandes Calabar abbandona la causa portoghese e passa agli olandesi (20 IV 1632), mettendo a loro disposizione la sua
conoscenza del territorio e delle efficaci tattiche della guerriglia. Gli olandesi organizzano delle efficaci colonne volanti.
Calabar aiuta il colonnello van Waerdenburch ad occupare Igataço, la seconda città del Pernambuco, dove sono
custodite le ricchezze evacuate da Racife. Il forte Rio Formoso è investito dagli olandesi, sbarcati da 10 navi munite di
cannoni e da 15 lance, mentre Calabar giunge via terra con 300 uomini ed altra artiglieria. Pedro de Albuquerque guida i 20
difensori, che respingono tre assalti, ed invia il parente Jerônimo de Albuquerque a chiedere aiuto al forte di Bom Jesus,
ma prima che questi arrivino gli olandesi sopraffanno i difensori, la cui resistenza provoca l’ammirazione anche del comandante
avversario Sigismund von Schkoppe. Albuquerque è l’unico superstite, benché ferito.
Con l’aiuto di Calabar gli olandesi si espandono a nord nella regione del Rio Grande do Norte (1632), assicurandosi l’aiuto
delle locali tribù indios antropofaghe, prendono Cabo de Santo Agostinho (il porto più vicino al forte di Bom Jesus) ed
occupano parte del Paraíba. La lotta contro i guerriglieri portoghesi prosegue tra atti di eroismo e di ferocia.
Il capitano Martim Soares Moreno con 500 uomini effettua un colpo di mano contro Recife, penetra da più punti
all’interno della città, vi porta morte e distruzione prima di ritirarsi (1 III 1634). Antônio Fernandes, incaricato da
Matias de Albuquerque di assassinare Calabar, paga con la vita il tentativo (III 1634).
Gli olandesi investono il forte di Bom Jesus (III 1635) che dopo un mese di eroica resistenza, privo di viveri e munizioni (da
cinque anni è la spina nel fianco degli olandesi) è costretto ad arrendersi al colonnello polacco Chrestofle
Arciszewski (8 IV 1635). Matias de Albuquerque ripiega a sud verso la regione di Alagoas raccogliendo per strada 7-8.000
profughi che non vogliono sottomettersi agli olandesi. La colonna in ritirata trova la strada bloccata dal forte di Porto Calvo,
difeso da 500 uomini guidati dal maggiore Alexandre Picard, che è preso dopo breve assedio. Tra i 300 prigionieri
c’è Domingos Fernandes Calabar che è impiccato per tradimento (22 VII 1635). Il forte, subito abbandonato
dai portoghesi, è rioccupato dagli olandesi (24 VII).
L’ammiraglio spagnolo Lope de Hoces y Córdoba e quello portoghese Rodrigo Lobo bloccano nove navi olandesi
presso Recife (28 XI 1635) ma non possono attaccarle a causa dei bassi fondali. Nonostante la resistenza olandese sbarcano
sulla punta del Jaraguay 4.000 uomini (compresi 2.500 portoghesi e gli spagnoli del tercio de la Armada de la mar
Océana) che raggiungono Matias de Albuquerque assediato. Dopo aver sostato nella baia di Todos os Santos (7 XII),
Hoces riparte nella Spagna e durante il ritorno si scontra con la flotta olandese. L’ammiraglia è disalberata (20 II 1636)
ed è accerchiata (21 II) ma gli olandesi sono costretti a ritirarsi.
Matias de Albuquerque è ritenuto responsabile dei recenti insuccessi, è richiamato in Europa, processato per tradimento
ed inefficienza ed è imprigionato. Il suo successore Luis de Rojas y Borja duca di Ganja investe Porto Calvo, che controlla il
traffico lungo il fiume Manguaba, ma cade con gran parte dei suoi uomini nella battaglia di Mata Redonda (18 I 1836).
Rebelinho e l’indios Antônio Felipe Camarão coprono la ritirata evitando che i portoghesi subiscano un disastro
maggiore.
Il conte di Bagnoli assume il comando, concentra la resistenza attorno a Porto Calvo e riprende efficacemente la strategia dei
colpi di mano obbligando gli olandesi ad abbandonare Paripuera e Barra Grande. Le sue truppe sono inquadrate nei
terços portoghese, castellano e napoletano, suddivisi in companhias de emboscada di poche dozzine di
combattenti, adatte alla guerriglia.