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Lo Scontro Politico-Commerciale.
I commerci marittimi degli Stati Uniti sono danneggiati dal "Blocco Continentale" di Napoleone e soprattutto dalla guerra di
corsa Inglese. L’incidente più grave è causato dalla fregata inglese Leopard che apre il fuoco sulla fregata
americana Chesapeake al suo rifiuto di farsi perquisire (VI 1807).
Il Congresso Americano vota il "Non-Importation Act" (IV 1806) e l’"Embargo Act" (XII 1807) che chiudono i
porti americani a tutte le navi straniere, ma provocano conseguenze disastrose sull’economia americana e dopo 15 mesi sono
revocati. Il successivo "Non-Intercourse Act" (III 1809) si limita a vietare i traffici con Inghilterra e Francia ma anche
questo è revocato (1811).
Il presidente Thomas Jeffferson ottiene dall’Inghilterra solo (e tardivamente) le scuse ed il risarcimento danni per l’incidente del
Leopard (1811).
L’apertura delle ostilità è auspicata dal presidente James Madison e dal partito dei giovani "Falchi della
Guerra". La situazione si aggrava dopo che un contingente americano in marcia è attaccato dagli indiani con cannoni
inglesi presso Tippecande, nella Wabasch Valley (XI 1811).
Mr. Madison’s War (1812).
La dichiarazione di guerra è decisa con 79 voti favorevoli e 49 contrari al congresso americano, 19 favorevoli e 13
contrari al senato (18 VI 1812). I contrari chiamano il conflitto "Mr. Madison’s War".
Gli Stati Uniti dispongono di 17 fregate che non possono impedire alla flotta inglese di bloccare le coste americane ma ottengono
qualche successo limitato nella guerra di corsa.
L’esercito regolare ammonta a 10.000 uomini con i quali si progetta l’invasione del Canada (inglese) lungo tre direttrici:
Il generale William Hull con 2.000 uomini è preceduto dagli inglesi guidati dal generale sir Isaac
Brock, con un contingente di indiani alleati, è accerchiato a Detroit ed è costretto ad arrendersi.
L’abile generale inglese sir Isaac Brock ha disteso 1.500 uomini lungo i 60 chilometri del fiume Niagara. La
milizia americana dello stato di New York rifiuta di passare il confine. I generali Stephen van Rensselaer ed Alexander Smyth
dispongono di 6.000 uomini e tentano il passaggio del Niagara presso Qeenston Heights (a 11 chilometri dalle cascate). I primi
400 americani passati sono contrattaccati, ma Isaac Brock è ferito mortalmente (sul luogo gli è poi eretta una
statua). Entrambe le parti fanno affluire rinforzi ma gli americani sono respinti nel fiume e gli ultimi 900 rimasti sulla sponda
sinistra sono costretti ad arrendersi (13 X).
Anche presso lago Champlan la milizia americana rifiuta di passare la frontiera e l’esercito è
costretto a tornare a Plattsbugh.
Il Massacro del Fiume Raisin (1813).
Il progetto americano d’invasione del Canada è ripreso l’anno seguente:
Un distaccamento del Kentucky che avanza verso Detroit è sconfitto a Frenchtown (22 I), sul
fiume Raisin. Gli inglesi portano via i prigionieri lasciando i feriti agli indiani che li massacrano. L’evento è chiamato "Il
Massacro del Fiume Raisin".
Un’altra colonna americana occupa York (attuale Toronto), capitale del Canada Superiore, ed incendia
alcuni palazzi pubblici (27 IV).
A loro volta gli inglesi passano il Niagara, prendono Fort Niagara, incendiano Buffalo e le cittadine dei
dintorni (VII).
La flottiglia americana sul lago Eire, guidata da Oliver Hazard Perry (2 brigantini da 20 cannoni, un
brigantino catturato e 6 navi da 2 cannoni) blocca nella parte occidentale del lago la flottiglia inglese (6 navi) che cerca di forzare
il passaggio (10 IX) ma è messa in fuga.
Gli americani occupano il Michingan. Gli inglesi guidati dal generale Proctor si ritirano accompagnati da 600
indiani, sono inseguiti più giorni dal generale William Henry Harrison (futuro presidente) che grazie alla vittoria di Perry
ha potuto passare indisturbato il lago Eire. Gli inglesi sono raggiunti e sconfitti al fiume Thames, numerosi fuggono dopo la
prima salva (5 X). Tra i caduti c’è il capo indiano Tecumseh, la cui morte causa il ritiro dalla guerra di tutti i contingenti
indiani a fianco degli inglesi. Gli americani incendiano Moraviantown, la città degli indiani Moravian. Il generale Proctor
è processato dalla corte marziale e sospeso dal servizio.
I generali americani James Wilkinson e Wade Hampton marciano su Montreal ma in autunno devono ritirarsi
nello stato di New York.
The Star-Spangled Banner (1814).
La chiusura del conflitto europeo permette all’Inghilterra l’invio di 18.000 veterani in Canada ponendo definitivamente fine
all’avanzata americana.
Da parte americana frattanto il maggior generale Jacob Brown ed il brigadiere generale Winfield Scott hanno
saputo organizzare ed addestrare un esercito disciplinato, che passa il Niagara presso Buffalo ed avanza su Queenston. Jacob
Brown con 2.700 uomini riporta una vittoria a Cippewa (VII) mentre Winfield Scott con 1.300 uomini si scontra con 2.000
inglesi a Lundy’s Lane (ad un chilometro e mezzo dalle cascate del Niagara) ed ingaggia un combattimento dal pomeriggio a
notte fonda. Gli inglesi sono respinti e perdono le artiglierie ma riescono a riprenderle, nonostante l’arrivo di rinforzi americani.
Entrambe le parti subiscono gravi perdite e reclamano la vittoria (25 VIII 1814). Gli americani assediano inutilmente Fort Eire
alcuni mesi ed infine sono costretti a rientrare.
Il generale sir George Prevost con 11.000 inglesi invade lo stato di New York fiancheggiato dalla flottiglia
sul lago Champlan (4 navi e 12 galee a remi) ma questa è sorpresa presso il promontorio di Plattsburgh dalla flottiglia
guidata da Thomas Macdonougt (con 4 navi e 10 galee) ed è costretta ad arrendersi (11 IX 1814) Gli inglesi devono
quindi rientrare in Canada.
La flotta inglese sbarca nella baia di Chesapeake un esercito guidato dal generale Robert Ross che vince a
Bladensburg ed occupa la capitale americana Wachington. I Capitoli, la White Hause ed altri edifici pubblici sono
incendiati prima di ritirarsi a Baltimora. L’evento ispira a Francis Scott "The Star-Spangled Banner".
The Needless Battle (1815).
Le parti firmano la pace in Belgio, a Ghent (24 XII 1814), ma prima che la notizia arrivi in America, ha luogo a New Orleans la
più grande battaglia di questo conflitto.
Gli americani guidati dal generale Andrew Jackson (futuro presidente) liberano New Orleans, occupata da 8.000 inglesi, causando
1.500 caduti, tra i quali il comandante inglese generale sir Edward Pakenham (8 I 1815). Lo scontro è chiamato "The
Needless Battle" (La Battaglia Inutile).
La pace di Ghent (ratificata il 17 II 1815) prevede la reciproca restituzione delle terre occupate.
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