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L’Estensione del Blocco Continentale.
Dopo la pace con la Russia (8 VII 1807) e la Prussia (12 VII 1807), Napoleone I
Bonaparte imperatore dei Francesi rientra a Parigi (27 VII 1807), deciso ad estendere
il "Blocco Continentale" a tutta l’Europa.
L’Inghilterra commercia con l’Austria, la Svezia, la Danimarca, il Portogallo, lo Stato
Pontificio, la Sicilia e gli insorti calabresi:
L’Austria, minacciata dall’alleanza Franco-Russa, aderisce al
blocco.
La Svezia è cacciata dalla città portuale di Stralsund
(21 VIII) e dall’isola di Rügen (IX) dal maresciallo Brune. Sulla Svezia effettua
pressioni diplomatiche anche la Russia, che occupa la Finlandia.
La Danimarca, minacciata dalle truppe di Bernadotte, aderisce al
blocco e subisce il bombardamento di Copenaghen da parte delle flotta inglese che
distrugge il porto e l’arsenale.
Il Portogallo riceve l’ultimatum di chiudere i porti
all’Inghilterra entro il primo settembre, arrestare i cittadini inglesi e requisire le
merci (VII 1807). Con il consenso di Carlo IV di Borbone re di Spagna e del primo
ministro spagnolo Godoy, a Bayonne è approntato un corpo di 20-25.000 uomini e
40 cannoni guidato dal generale Andoche Junot (già ambasciatore in
Portogallo).
Jérôme Bonaparte re di Westphalia sposa Caterina del
Wurtemberg (figlia di Federico Guglielmo Carlo re del Wurtemberg) a Parigi (22 VIII
1807).
L’Inghilterra dichiara legittima la cattura di tutte le navi dei
paesi non belligeranti che non caricano merci nei porti inglesi (IX 1807). A sua volta
Napoleone dichiara legittima la cattura di tutte le navi che toccano un porto
britannico.
Napoleone dichiara guerra al Portogallo (20 X 1807) e firma il
patto segreto di Fontainebleau con Carlo IV re di Spagna che in cambio della
spartizione del Portogallo cede il granducato di Toscana. Junot occupa Lisbona
costringendo il governo portoghese a riparare in Brasile con la flotta ed il tesoro.
Murat occupa Vitoria e Barcellona con il pretesto di dover proteggere le retrovie e
preparare l’attacco a Gibilterra. L’occupazione francese in Spagna si estende.
Lo Stato Pontificio, che rifiuta di aderire al blocco, è
occupato dai francesi (II 1808) che imprigionano papa Pio VII al Quirinale. Le
legazioni sono annesse al Regno d’Italia (2 IV 1808), seguite dall’Etruria, e dal
ducato di Parma e Piacenza (24 V).
L’Insurrezione Spagnola.
Carlo IV di Borbone cede a Napoleone il trono spagnolo con il trattato di Bayonne (III
1808), confermato anche dal figlio Ferdinando principe delle Asturie (IV 1808), ma
Madrid insorge.
Murat con i cannoni reprime l’insurrezione di Madrid causando un migliaio di morti (2
V 1808), ma in tutta la Spagna sorgono Junte di resistenza ed a fianco delle
truppe regolari si formano eserciti di insorti in Andalusia, Catalogna, Aragona e
Galizia. In totale sono parecchie centinaia di migliaia di armati, tra i quali si
distinguerà il capo guerrigliero Juan Martin Diaz detto
"El-Empicinado".
Ogni junta provinciale per proprio conto dichiara guerra a Napoleone
ed insieme formano poi una Junta Suprema Gubernativa del Reino in nome di
Ferdinando VII (25 IX 1808).
Murat dispone di 60.000 uomini, in maggioranza reclute con quadri carenti. Per
economizzare i quadri, dall’inizio dell’anno il reggimento è stato appesantito
essendo costituito da 4 battaglioni su 6 compagnie (più un battaglione
deposito), l’artiglieria è aumentata portandola da 1 pezzo a 2 pezzi ogni 1.000
fucili ma il materiale inviato in Spagna è raccogliticcio e proviene dagli
scarti della Grand Armée, i trasporti sono affidati a personale civile.
Il perdurare delle guerre comincia a pesare a tutti i livelli; le reclute del 1807 nei
depositi non trovano veterani ad inquadrarli ed istruirli mentre i Gross Bonnets
(ufficiali superiori) tendono a voler rientrare nelle terre ricevute:
Il generale Andoche Junot, che dispone di uno dei corpi meglio
costituito, è a Lisbona con 1.500 uomini, raggiunto da altri 20.000 sbandati
durante la marcia di 40 giorni, mentre di altri 2.000 non si hanno notizie.
Il maresciallo Jean-Baptiste Béssieres si trova nella
Vecchia Castiglia, dove presidia le città di Burgos e Vitoria, rioccupa
Valladolid e sconfigge i ribelli nella grossa battaglia di Medina de Rioseco. In
Galizia i francesi riprendono Santander e Logoño nonostante gli insorti ricevano
armi dall’Inghilterra. Giuseppe Bonaparte (fratello di Napoleone) entra a Madrid (20
VII 1808).
Philippe Guillaume Duhesme non può uscire da Barcellona
mentre Saragozza resiste ai francesi.
Il maresciallo Bon Adrien Janot de Moncey (già in Spagna
nel 1794) controlla le valli del Duero e del Tago, tra Aranda e Madrid, non riesce ad
avanzare su Valenza ed è respinto verso Madrid.
Dupont si trova tra Madrid e Granada, con truppe in marcia verso
Cadige e Gibilterra; viene bloccato nella valle del Guadalquivir e non riesce neppure
a retrocedere. Con 20.000 uomini è avvolto a Baylèn da Francisco Xavier
de Castanos ed è costretto ad arrendersi (20 VII) comprendendo nei patti la
divisione non accerchiata, che si trova al passo Despenaperros e poteva ritirarsi a
Madrid. È la prima grave sconfitta subita dall’Impero.
La Prima Spedizione Inglese.
Napoleone Bonaparte dirige le operazioni da Bayonne ma dispone di cartografia
inadeguata, nomina re di Spagna suo fratello Giuseppe Bonaparte (6 VI 1808) che cede
il regno di Napoli a Murat (15 VII). Mentre rientra a Parigi, Napoleone riceve la
notizia della sconfitta di Baylèn.
La rivolta si estende in Portogallo, dove alla foce del Mondgo
sbarcano 15.000 inglesi guidati dal generale Wellesley, che marciano su Lisbona. Junot
muove incontro la minaccia ma è atteso dagli Inglesi schierati in forte
posizione a Vimiero (21 VIII) ed è sconfitto. Durante la ritirata è
attaccato dagli insorti ed è costretto a firmare la convenzione di Cintra che
lo obbliga a sgombrare il Portogallo. La flotta russa ancorata a Lisbona è
catturata dagli inglesi.
I francesi sono costretti ad abbandonare l’assedio di Saragozza.
Giuseppe Bonaparte deve lasciare Madrid (10 VIII), ripiegare a Burgos, poi a Vitoria.
La linea difensiva francese si assesta sull’Ebro.
Gli insorti spagnoli istituiscono una Giunta Centrale ed approntano 5 armate affidate
ai generali Blake (provincie Basche), Castanos e Palafox (Navarra), Vides (Catalogna)
e Belveder (Madrid).
Napoleone in Spagna.
Al convegno di Erfurt sono presenti numerose teste coronate (ma è assente
Francesco I d’Asburgo imperatore d’Austria). Lo Czar rinnova il patto di
amicizia con Napoleone (12 X 1808) per proseguire l’avanzata in Finlandia ed
eventualmente ingrandirsi a spese della Turchia. La Grand Armée è
sciolta e molti reparti sono inviati in Spagna.
Napoleone giunge a Bayonne (3 XI) e lungo la linea dell’Ebro dispone della Guardia
Imperiale, della Guardia di re Giuseppe e di altri 200.000 uomini inquadrati in 8 C.A.
(24 divisioni) più il Corpo di Riserva di Cavalleria.
L’ala destra comprende il IV° C.A. (maresciallo François Joseph
Lefebvre, 2 divisioni) a Durago ed il I° C.A. (maresciallo Claude Victor, 3 divisioni
di fanteria ed una di cavalleria) ad Amurio. Respinge Blake oltre Bilbao (31 X).
Il centro comprende il II° C.A. (maresciallo Nicolas Soult, 3
divisioni di fanteria ed una di cavalleria) ed il Corpo di Riserva di Cavalleria
(maresciallo Bessières, 5 divisioni), entrambi raccolti tra Miranda e
Briviesca.
L’ala sinistra comprende il VI° C.A. (maresciallo Ney, 3
divisioni di fanteria ed una di cavalleria) a Logoño dove fronteggia Castanos
(a Tudela) ed il III° C.A. (maresciallo Jean Lannes, 4 divisioni di fanteria ed una
di cavalleria) a Tafalla dove fronteggia Palafox (a Sanguesa).
La riserva comprende la Guardia Imperiale e la Guardia di re
Giuseppe, a Vitoria.
Le retrovie sono affidate al V° C.A. (maresciallo Moncey, 4
divisioni di fanteria ed una di cavalleria) ed al VIII° C.A. (generale Andoche Junot,
3 divisioni di fanteria ed una di cavalleria), in arrivo da Tolosa a Bayonne.
Il compito di liberare Duhesme, assediato a Barcellona, è
affidato al VII° C.A. (generale Laurent Gouvion-Saint-Cyr, 5 divisioni comprese le due
italiane guidate dai fratelli Pino e Giuseppe Lechi), in marcia da Perpignano verso
la Catalogna.
La Caccia a Blaake.
Napoleone intende separare Blake dalle forze presenti in Navarra, inizia l’avanzata
con il centro verso Burgos (7 XI) ma forze considerevoli costringono il Corpo di
Riserva di Cavalleria (Bessières) a fermarsi davanti Brivesca fino all’arrivo
del II° C.A. (Soult) con l’aiuto del quale sconfigge il generale Belveder, avanzato da
Madrid, presso la stessa Brivesca (10 XI).
Soult occupa Burgos, che viene organizzata come piazza di deposito, e procede verso
Reinosa per accerchiare Blake mentre il Corpo di Riserva di Cavalleria
(Bessières) avanza su Lerna per bloccare la valle dell’Ebro. Una divisione
è lasciata a Valladolid a sorvegliare gli inglesi del generale Moore, che
avanzano dal Portogallo su Villadolid per Almeida e Salamanca, ma sono costretti dalle
cattive strade a deviare l’artiglieria per Badajoz, Talavera ed Arèvalo.
Frattanto a destra il IV° C.A. (Lefebvre) respinge verso Espinosa Blake che riceve in
rinforzo il corpo regolare spagnolo del generale La Romana (già con Bernadotte)
trasportato dai confini della Danimarca alle Asturie dalla flotta inglese.
I C.A. I° (Victor) e IV° (Lefebvre) sconfiggono nettamente il generale Blake a Espinosa
(10 XI), ma Victor invece di avvolgerlo da destra e serrarlo verso il mare lo avvolge
per sinistra, dove il terreno è più favorevole, e Blake riesce a
sfuggire. Il II° C.A. (Soult) accorre a Reinosa ma non riesce a bloccarlo.
L’Avanzata su Madrid.
I francesi proseguono la loro avanzata:
2 divisioni del VI° C.A. avanzano su Lerna per unirsi al Corpo di
Riserva di Cavalleria (Bessières) ed avvolgere da sud gli spagnoli in Navarra,
Bessières è messo agli ordini di Ney ed insieme avanzano per Soria,
Agreda verso Saragozza,
il III° C.A. (Lannes) con parte del VI° C.A. lasciata da Ney a
Logoño avanza lungo l’Ebro e sconfigge pienamente i generali Castanos e
Palafox a Tudela (23 XI), ma il ritardo di Ney, che è ancora a Soria, impedisce
il completo annientamento, infatti Castanos sfugge per Soria verso Calatajud,
Guadalajara e giunge a Madrid, mentre Palafox si assesta a Saragozza e resiste al
blocco dei francesi,
il IV° C.A. (Lefebvre) con una divisione di cavalleria avanza su
Segovia per fronteggiare il corpo inglese di Moore.
Nelle retrovie il V° C.A. (Moncey) da Tefalla giunge sull’Ebro,
il I° C.A. (Victor), il Corpo di Riserva di Cavalleria
(Bessières) e la Guardia Imperiale giungono all’angusto passo di Samosierra
(1.428 metri s.l.m.), presidiato da 9.000 uomini e 12 pezzi d’artiglieria, preso
grazie ad un’ardita carica dello squadrone di lancieri polacchi della guardia, che
perde metà dei propri effettivi e tutti gli ufficiali ma cattura l’artiglieria,
mentre la fanteria spagnola si dà alla fuga (30 XI). Madrid capitola (4 XII).
L’Avanzata su Lisbona.
Dopo l’occupazione di Madrid, Napoleone si prepara a proseguire l’avanzata, raccoglie
viveri, organizza i servizi ed evita di disperdere troppo le forze richiamando il I°
C.A. (Victor) ed il Corpo di Riserva di Cavalleria (Bessières), che hanno
respinto gli spagnoli su Cuenca:
i C.A. III° (Lannes) e V° (Moncey) si trovano in Aragona e
bloccano Saragozza difesa di Palafox,
il VII° C.A. (S. Cyr) è in Catalogna ed attorno
Barcellona,
i C.A. IV° (Lefebvre) e VIII° (Junot) si trovano attorno Burgos,
Vitoria, e custodiscono le comunicazioni con Bayonne,
il II° C.A. (Soult) con una divisione di cavalleria è nella
Vecchia Castiglia, tra Leon, Bonavente e Zamora, dove fronteggia il generale La
Romana,
Re Giuseppe ed il maresciallo Jourdan con una divisione di
fanteria ed una di cavalleria del I° C.A., la Guardia di re Giuseppe e parte della
riserva di Cavalleria (20.000 uomini in tutto), presidiano Madrid contro la minaccia
dell’armata di Cunca, guidata ora dal generale De L’Infantado, e dall’armata
d’Andalusia guidata dal generale Galuzzo,
il VI° C.A. (Ney) rinforzato da una divisione delle riserva di
cavalleria, due divisioni di fanteria del I° C.A. (Victor), e dalla Guardia Imperiale
(35.000 uomini scelti in tutto) avanza per Talavera verso Lisbona.
L’Offensiva Anglo-Spagnola.
Gli Inglesi hanno raccolto 20-25.000 uomini a Salamanca ed hanno un primo scontro a
Rueda sul Duero, con la cavalleria di Soult che viene quindi rinforzato dal VII° C.A.
(S. Cyr) mentre una divisione di Ney è inviata a superare il passo di
Guadarrama verso il Duero.
L’avanzata inglese prosegue con l’occupazione di Valladolid mentre il generale La
Romana, rinforzato da una divisione inglese (5.000 uomini) sbarcata a La Coruña,
scende dalla Galizia contro Soult, che si assesta in difesa sul Carrion (21 XII).
Napoleone muove l’armata francese contro questa minaccia, sulla linea dell’Esla
(affluente del Duero) tra Medina de Rioseco, Buenavente ed Astorga. La neve e le
condizioni meteorologiche ostacolano la divisione di Ney che giunge ad Arévalo
(25 XII). Agli Anglo-Spagnoli, tra Sahagun e Leòn, rimane la possibilità
di ritirarsi per Astorga in Galizia.
John Moore infatti ripiega per Astorga e fa saltare dietro si sé i ponti
sull’Esla in piena, ostacolando Soult che avanza dal Carrion (27 XII) ed occupa
Leòn (30 XII). Gli Spagnoli ripiegano per Orense su Vigo e gli Inglesi verso la
flotta a La Coruña. Il maltempo, la distruzione dei ponti e l’insufficiente
rete stradale ostacolano l’inseguimento ed inducono il grosso a desistere; l’avanzata
anglo-spagnola è stata respinta ma è servita a distogliere i francesi
dall’avanzata su Lisbona. Le operazioni procedono sugli altri fronti:
Il VII° C.A. (S. Cyr) torna in Catalogna, sconfigge gli spagnoli
nella dura battaglia di Cardeau (13 XII), nella quale si distingue la divisione
italiana del generale Pino, ed entra a Barcellona (17 XII).
Il I° C.A. (Victor) sconfigge il generale De L’Infantado a Cuenca
(13 I).
Il II° C.A. (Soult) con la divisione di Ney, lasciato ad inseguire
gli Inglesi, attacca invano le buone posizioni scelte dal generale Moore poco a est di
a La Coruña (16 I). Moore cade nello scontro con il generale Hope, un centinaio
di ufficiali. Gli inglesi si reimbarcano la notte lasciando che i francesi occupino la
città e l’intera Galizia. Secondo i francesi su 40.000 inglesi, 20.000 sono
caduti, feriti o catturati.
Il III° C.A. (Lannes) costringe i 40.000 difensori di Saragozza a
capitolare dopo un epica resistenza (21 II). La guarnigione di 10.000 fanti e 2.000
cavalieri si dà prigioniera. I francesi pagano la vittoria con 3.000 uomini
fuori combattimento (compresa la metà degli uomini del genio).
Napoleone frattanto è rientrato a Parigi (24 I) dove toglie i poteri a
Talleyrand (30 I) e riceve le notizie sulla mobilitazione austriaca (21 II).
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