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La Crisi Francese.
A dicembre è costituita l’Armata d’Italia, su 40 battaglioni (20.000 uomini) ma
l’esercito è investito da una crisi causata dalla richiesta del congedo dei
volontari annuali (del ’91) e dalla crisi logistica causata dalla burocratizzazione
delle requisizioni del ministro della guerra Jean Nicolas Pache (è suo il detto
“Libertè, Egalitè, Fraternitè ou la Mort”). Si verificano
60.000 diserzioni.
La crisi militare è affiancata da una crisi politica interna. I Girondini sono
cacciati dal governo (2 VI) ed è istituito il Comitato di Salute Pubblica, atto
che segna l’inizio del periodo del Terrore. Dopo l’uccisione di Marat, nella vasca da
bagno da parte di Carlotta Corday (13 VI), il suo posto è preso da Robespierre.
Maria Antonietta è decapitata (16 X), poi anche Luigi XVI (21 I 1793).
La Francia dichiara guerra all’Inghilterra (1 II 1793) e riceve a sua volta la
dichiarazione di guerra da parte dell’Olanda, della Spagna, del Portogallo, della Toscana,
dello Stato Pontificio, del Regno di Napoli e Sicilia e dell’Impero Germanico (II 1793).
In Vandea ed in Bretagna scoppiano sommosse anti-rivoluzionarie (III 1793), che si
diramano a Lione, Marsiglia e Bordeaux (VI 1793).
I coalizzati dispongono di 3-400.000 uomini (compresi i 10.000 uomini del contingente
inglese) contro i 225-270.000 francesi, accresciuti da una leva straordinaria di
300.000 "volontari" (II-VII 1793), scelti a sorteggio e per i quali è abolita
la scadenza annuale.
Austria e Prussia devono però reprimere la rivolta della Polonia.
La Campagna del '93 in Belgio.
L’Armata del Nord (Dumouriez, 35.000 uomini) invade l’Olanda (II 1793) in due colonne
che dovrebbero incontrarsi a Nimega:
Il generale Dumouriez con 10.000 uomini da Anversa supera
Biesbosch ed avanza su Rotterdam.
Il generale Miranda con 20.000 uomini investe Maastricht che
resiste.
Altri 70.000 uomini dell’armata sono lasciati nei presidi del
Belgio e del Lussemburgo.
L’Olanda è difesa da 40.000 austriaci guidati dal feldmaresciallo principe
Josias di Sassonia-Coburgo, con l’abile Karl Mack come capo di stato maggiore ed il
giovane Arciduca Carlo d'Asburgo alla guida dell’avanguardia.
L’Arciduca Carlo passa a forza il fiume Roer (2 III) ed avanza verso la Mosa
costringendo i francesi a ritirarsi a Sanit Trond ed a dare battaglia presso
Neerwinden (18 III). Dumouriez attacca gli austriaci in otto colonne disgiunte, privo
di riserve, ed è sconfitto. Dopo un’altra sconfitta presso Louvian, Dumouriez
diserta con pochi ufficiali, un migliaio di uomini (5 V) e passa al servizio
dell’Inghilterra (dall’inizio dell’anno ha avuto 10.000 caduti e 25.500 disertori).
I coalizzati si fermano ad assediare le piazzeforti piuttosto che marciare su Parigi
approfittando della grave crisi nell’alto comando dell’esercito francese. Il nuovo
comandante Dampierre è ucciso presso Famars, il successore Lamarche è
sostituito da Custine che viene decapitato, l’irlandese Kilmain (in Francia dal 1774)
è nominato a sua volta comandante ma è arrestato e sostituito da
Houchard.
La crisi militare francese termina grazie alla nomina del matematico Lazare-Nicolaus
Carnot nel Comitato di Salute Pubblica, da parte di Robespierre, con il compito di
organizzare l’esercito e condurre la guerra. I primi risultati sono ottenuti con il
miglioramento delle requisizioni e nella loro distribuzione. L’esercito subisce la
Prima Amalgama (VIII 1793), legge che affianca 2 battaglioni di volontari o guardie
nazionali per ogni battaglione mobilitato (già attuata sul campo da Dumouriez e
La Fayette dal 1791); è soppressa l’uniforme bianca, sono istituite le prime
compagnie di zappatori del genio (inquadrate con i pontieri e l’artiglieria) e 2
compagnie di aerostieri. Nel corso dell’anno è anche adottato il reggimento (o
mezza brigata) formato da 2 battaglioni (uno completo ed uno deposito), portati poi a
4 (tre completi, uno deposito).
L’esercito ammonta a 9 armate con 500.000 uomini presenti su 658.000 nominali.
Carnot è fautore del “Confine Naturale” ed è soprannominato “Organisateur de la Victorie”.
Federico duca di York, figlio di Giorgio III d’Hannover re d’Inghilterra, dispone di
22.000 tra inglesi ed hannoveriani e 15.000 imperiali, appoggiati dalla flotta, marcia
su Dunkerque fiancheggiato da Freytag con 10.000 uomini verso Bergues, mentre il
principe d’Orange si trova a Menin con 14.000 olandesi (sulla Lys).
Houchard dispone di 40.000 uomini, più altri 50.000 provenienti dalla Mosella e
dal Reno, per la prima volta organizzati in divisioni (grandi unità che
comprendono fanteria, cavalleria ed artiglieria).
I francesi attaccano gli olandesi a Menin (28 VIII) ma l’iniziale vantaggio è
vanificato alla sera, quando si disperdono per saccheggiare. Successivamente i francesi
attaccano il corpo di Freytag a Hondschoote (6 VIII), presso Dunkerquue, e dopo un
giorno di sosta lo sconfiggono (8 VIII) spiegandosi in dense linee di tiratori. Il
duca di York subisce una sortita del venticinquenne Lazare Hoche, è minacciato
da Houchard, ed è costretto a levare l’assedio.
I successi francesi proseguono con la netta vittoria di Houchard sugli olandesi guidati
dal principe d’Orange a Menin (IX) ma non impediscono a Coburgo di costringere Le
Quesnoy alla resa.
Houchard raduna le forze sullo Scarpe presso Arras ma una divisione è sorpresa
e distrutta dagli avversari. Houchard è ritenuto responsabile, processato con
altri sei generali, ghigliottinato e sostituito dal divisionale Jean Baptiste
Jourdan.
Jordan attacca è sconfigge a Wattignies (14-15 X 1793)
il corpo di Clerfayt, che copre l’assedio di Mauberge da parte di Coburgo con 80.000
uomini. Mauberge èliberata (16 X) ma Coburgo raccoglie le proprie forze e rimane
sulla difensiva.
Poiché il Belgio non è stato liberato il Comitato di Salute Pubblica sostituisce
Jourdan.
La Campagna del '93 sul Reno.
I coalizzati ottengono la resa di Magonza (23 VII) e proseguono l’avanzata.
Il generale austriaco Sigismondo von Wurmser respinge l’Armata del Nord (Haouchard) e
l’Armata del Reno (Alexadre visconte di Beauharnais).
I francesi falliscono il tentativo di levare in massa la popolazione dell’Alsazia e
l’Armata del Reno, molto disorganizzata, è sconfitta a Pirmasens (IX).
Landremont sostituisce Beauharnais che è ghigliottinato (1794) lasciando vedova
Joséphine Tascher de la Pagerie (in seguito moglie di Napoleone Bonaparte ed
imperatrice dei Francesi).
Robespierre invia due membri del comitato (X) : Lebas e S. Just, descritti come
“cupe figure”, che ristabiliscono l’ordine e la disciplina, quindi le due armate
soccorrono Landau, assediata da Brunswick (XI).
L’Armata della Mosella, ora guidata da Hoche, eroe della resistenza di Dunkerque,
attacca per tre giorni le forti posizioni di Brunswick a Kaiserlautern ma è
respinto.
L’Armata del Reno, ora guidata da Charles Pichegru, attacca gli austriaci guidati da
Wurmser e trincerati sul Moder (XII). Hoche con 4 divisioni forza il passaggio di
Hardt (22 XII) ed avanza verso Wörth, costringendo Wurmser a ritirarsi sulle
forti posizioni presso Weissenbourg, sul Lauter, dove è attaccato dall’Armata
del Reno e dall’Armata della Mosella, unite sotto il comando di Hoche. L’attacco
principale è effettuato da 3 divisioni ed i francesi riportano la vittoria
(26 XII). Landau è liberata, l’Alsazia ed il Palatinato sono occupate.
La Campagna del '93 in Piemonte.
L’esercito di Vittorio Amedeo II di Savoia re di Sardegna ammonta a 30.000 fanti di
linea e 15.000 fanti (teorici) della milizia guidati dal generale Thaon de
Rével: 34 reggimenti di fanteria, 9 reggimenti di cavalleria, il Corpo Reale
d’Artiglieria, il Genio, un Reggimento di Guarnigione, la Legione Leggera, i
Granatieri Reali, le Compagnie Franche, i Cacciatori Franchi ed i Cacciatori
Nizzardi.
Kellerman caccia i Sardi che hanno rioccupato la Savoia mentre il terreno montano
presso il mare ostacola l’avanzata francese.
Il generale Brunet con 18.000 uomini attacca le posizioni sarde al monte Authion (8 VI)
ma è respinto. L’ala sinistra francese subisce il contrattacco nemico ed
è ricacciata in disordine.
I francesi tentano di avvolgere il colle di Brouis per la destra, verso la Roja,
debolmente contestati dal reggimento provinciale di Vercelli. Maggior resistenza
è offerta da 2 battaglioni di granatieri riuniti presso Béolet,
nonostante l’enorme vantaggio numerico degli attaccanti.
Il giorno seguente Thaon de Rével con i suoi 7.000 uomini ripiega verso Saorgio
ed i francesi occupano Breglio.
Il successivo attacco francese è respinto su tutta la linea e vede la fuga di
interi battaglioni francesi (12 VII). Dumerbion sostituisce Brounet che è
ghigliottinato.
L'Assedio di Tolone.
L’ammiraglio Hood con 25 vascelli, truppe sarde, napoletane e spagnole, investe Tolone (16 VII),
ne ottiene la resa (25 VIII) e la occupa (27 VIII), catturando 31 vascelli e 15 fregate francesi
che il trentacinquenne capitano di vascello Orazio Nelson consiglia invano di distruggere. Sulla
città è innalzata la bandiera borbonica.
Il re di Napoli invia 2 vascelli, 4 fregate, 2 corvette, 2 brigantini e 2 galeazze a remi con
4.000 uomini guidati da Francesco Caraccialo.
Gli spagnoli occupano il Roussillon.
I francesi reprimono le rivolte in Vandea. Il generale Dugommier con 40.000 uomini investe Tolone
(4 XI) difesa da 2.114 inglesi, 6.523 spagnoli, 4.332 napoletani, 1.584 sabaudi e 1.542 francesi
per un totale di 16.095 uomini. Nell'assedio si distingue il giovane generale d’artiglieria
Napoleone Bonaparte. I francesi prendono la città (16 XII). Il corpo di spedizione si
ritira (18 XII) dopo aver incendiato l'arsenale, i magazzini e le navi da guerra francesi: 10
vascelli, 3 fregate e 2 corvette. I francesi riprendendo 15 vascelli.
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