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L'EPOPEA VALDESE

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La Crociata Franco-Sabauda (1488).

Epopea Valdese.

Le Persecuzioni nel ‘400.
L’inquisitore Borelli compie un’incursione armata nella valle di Pragelas (25 XII 1400), presso Pinerolo. Gli abitanti fuggono nella valle di San Martino, su un picco oggi chiamato Albergo o Rifugio, dove 50-80 bambini muoiono di freddo. Borelli cattura 1.400 valdesi e li conduce in prigione a Torino ed altre città; 150 sono giustiziati sul rogo a Grenoble. L’episodio è chiamato “Tragedia di Natale”.
Le persecuzioni calano durante le Guerre Ussite (1420-1435), che distolgono l’inquisizione.
Le persecuzioni del duca di Savoia costringono numerosi valdesi ad emigrare (1434). L’inquisitore Acquapendente istiga i feudatari locali contro i valdesi (1475) e Violante duchessa di Savoia emana un editto contro di loro (1476). Una ribellione è pacificata da Carlo I duca di Savoia (1484).
Papa Innocenzo VIII emette una bolla contro i valdesi, nomina legato Alberto Cataneo arcidiacono di Cremona ed interviene presso Carlo VIII re di Francia ed il ventenne Carlo II duca di Savoia affinché approntino una spedizione armata. La bolla concede a chi partecipa alla crociata di impossessarsi dei beni degli eretici e la remissione dei peccati, rende nulli i contratti con i valdesi e vieta a chiunque di aiutare i valdesi. Carlo VIII e Carlo II radunano sui due versanti alpini 18.000 uomini (VI 1488).

Versante Francese - La Grotta di Aigue-Froid.
I francesi guidati dal sire di La Palu entrano nella valle di Loyse e la mettono al sacco. I valdesi con le loro famiglie salgono sul monte Pelvoux e si barricano nella grande caverna chiamata Aigue-Froid (oppure Balme-Chapelue). La Palu sale il monte Pelvoux per l’altro versante, raggiunge la grotta e vi immette del fumo. I valdesi che escono sono massacrati, altri 3.000, compresi 400 bambini, muoiono nella grotta. Gli abitanti delle valli Argentiere e Fraissiniere barricano i passi d’accesso. I crociati evitano queste fortificazioni e saccheggiano piuttosto le valli indifese. Un gruppo di crociati francesi raggiunge la spedizione piemontese nella valle di Pragelas.

Il Fallimento sul Versante Piemontese.
Il legato pontificio Alberto Cataneo arcidiacono di Cremona parte da Pinerolo verso Bricherasio e La Torre, capitale delle vallate valdesi. I valdesi inviano inutilmente a trattare Giovanni Campo e Giovanni Besiderio. Alberto Cataneo pone il campo all’entrata della val Lucerna, divide le sue truppe in tante piccole bande e le disperde per le vallate valdesi. La Torre, all’incrocio tra val Lucerna e val d’Argogna, è occupata, seguita da Villaro e Bobbio, abbandonate dai valdesi. I crociati sono così in possesso dell’intera val Lucerna. Cataneo sposta il campo presso La Torre, avanza con il grosso verso la val d’Angrogna ed invia 700 uomini oltre il colle Julten per devastare le valli di Prali e San Martino.
I sabaudi trovano i valdesi barricati presso Roccomaneot, iniziano a lanciare frecce senza effetti. Al grido dei valdesi “Dio dei Nostri Padri, Aiutaci! O Dio, Liberaci!”, il capitano Le Noir di Mondovì risponde con bestemmie ma una freccia di Pierre Revel d’Angrogna lo uccide, causando la fuga dei crociati. I valdesi li inseguono abbattendo i ritardatari.
Cataneo raduna le truppe e riprende l’avanzata, supera indisturbato l’altura di Roccomaneot e penetra nella strettoia presso la ripida montagna detta “Barricade” ma è accolto dalle frane causate dai valdesi, che poi attaccano i crociati, li mettono in fuga e ne fanno strage. Il corpo del gigantesco capitano Saquet, di Polonghera, cade nel torrente ed è ritrovato a valle, nel luogo tuttora chiamato Tompie di Saquet (Golfo di Saquet).
Carlo II duca di Savoia conferma i privilegi e le immunità dei valdesi (1489).


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