La Terza Guerra del Mysore (1789-1792).
Conquista dell'India.
L'Espansione di Tipu in Malabar.
La divisione politica del Malabar attira ancora una volta Tipu (1787), che avanza da Kozhikode e Thamarasseri (I 1788) e pone la
capitale della nuova provincia a Feroke. Il samoothiri (Zamorino) di Trichur e la dinastia Kolathu del nord Kerala, con altri
piccoli sovrani e circa 10.000 profughi, trovano protezione presso Rama Varma rajà di Travancore.
Il rajà di Cochin, tributario di Tipu, è indotto a chiedere al rajà del Travancore la restituzione di una striscia
di terra (1788) che questo ha incluso nelle "Linee del Trevancore", la linea difensiva tra il mare e le montagne costituita da una fossa
larga 16 piedi, profonda 20 piedi, rafforzata da una siepe di bambù ed una muraglia di mattoni, realizzata mezzo secolo
prima con la consulenza del generale olandese Lannoy.
Tipu cede al nizam la fortezza di Gotty, nall'Ananpur (1789), blocca la città olandese di Kodungalur (V 1789) ed entra a Thissur (14
XII 1789).
Su consiglio degli inglesi il rajà di Travancore vende i suoi diritti su Jaikottai a Tipu che però in seguito gli lancia un
ultimatum affinchè renda le terre al rajà di Cochin e rinunci a proteggere gli olandesi.
Tipu con 40.000 uomini, che altre fonti elevano a 30.000 regolari e 30.000 irregolari,
e l'alleanza della Francia, attacca di notte le Linee di Travancore (28 sul 29 XII
1789), ma è contenuto da poche forze alla stretta di Kumali, lascia 2.000
caduti ed è ferito (non guarirà mai completamente).
Tipu riesce a sfondare le Linee di Travancore (III 1790) ed inizia a saccheggiare il
paese, compresi i templi induisti e le chiese cristiane; Nedumkotta è occupata
(15 IV 1790), seguita da Kodungalloor e dalla parte settentrionale del Travancore
(V 1790).
La Reazione Inglese.
Il governatore generale dell’India Charles Cornwallis (noto per la suea resa a
Saratoga agli americani, nel 1781), sostituisce l’inetto governatore di Madras
Holland con il generale William Medows (II 1790) e promette aiuto al nizam
per recuperare il distretto di Balaghat, in possesso di Tipu.
Dopo l'invasione del Travancore, Medows raduna la Madras Army a Trichinopoly (3 V 1790); sono presenti il colonnello
James Stuart (ala destra), il colonello Bridges (ala sinistra) con il 71° Macleod’s Highlanders (800 uomini guidati dal
colonnello William Gordon) ed il colonnello Musgrave.
Il nizam Ali Kahn fornisce 10.000 uomini, compresi 1.800 uomini inquadrati in tre kansolars (battaglioni) guidati
dall'americano (del Massachusetts) John Parker Boyd (che eleva il contingente del nizam a 150.000 fanti, 60.000 cavalieri e
500 elefanti). Muhammed Ali Khan nawab di Arcot ed Amir Rao Bhonsle rajà di Tanjore forniscono viveri e
mettono a disposizione le loro fortezze. Anche i maratti entrano nell'alleanza contro Tipu (estate 1790).
Cornowallis invia via mare da Calcutta provviste, munizioni, denaro ed un battaglione di artiglieri. I sei battaglioni di sepoy (6.000
uomini) si sono rifiutati di imbarcarsi ed avanzano via terra.
Le Marce di Medows.
Medows con 15.000 uomini intende aproffittare del fatto che Tipu è impegnato nel Travancore ed invade i suoi domini
meridionali, avanza da Trichinopoli (26 V) verso Coimbatore, prende le fortezze di Cahoor (21 VII), Arawakkurichchi e
Dharapuram.
Poichè il nawab di Arcot non versa le spese accordate dall'alleanza, gli inglesi occupano il territorio di Madurai
(VIII 1790).
Tipu lascia in Travancore un contingente al comando di Hussein Ali e rientra velocemente in Mysore.
A Cahoor gli inglesi sono colpiti da un’epidemia che in ventiquattrore costringe all’ospedale un migliaio di uomini e limita le
attività militari. Palacatcherry è bloccata. Il colonnello Stuard occupa Paligat e Dindigul, il colonnello Oldham
occupa Erode e, più a nord, il colonnello Floyd occupa Sattimugul (IX 1790).
Tipu raggiunge Sattimugul e la cannonneggia (13 IX). Tra i caduti c'è il colonnello Charles Russel Dare, dell'artiglieria del
Bengala. Il colonnello Floyd evacqua la recente conquista e ripiega, pressato dagli avversari. Tipu si piazza alle spalle di Medows,
tra Erode e Cahoor.
Il colonnello Kolly frattanto entra nel Baramahal diretto a Bangalore ma muore durante l’avanzata ed il suo posto è preso dal
colonnello Maxwell, che raggiunge il generale Medows a Caveriapatam.
Tipu saccheggia l’isola sacra di Seringham, lancia due assalti contro Tanjore ma sono entrambi respinti dalla guarnigione e dagli
abitanti guidati dal capitano Flint, quindi riprende l’avanzata, prende Trinale facendo strage di abitanti, occupa Permacoil e si ferma a
Pondichéry (I 1791), dove tratta con due mesi con i francesi chiedendo loro 6.000 uomini.
Medows per il passo di Tapour raggiunge Trichinopoly e Vellout. La campagna si è rivelata una sfiancante serie di marce
senza combattimenti.
L’Occupazione del Malabar.
Nel Malabar il colonnello Hartley con un reggimento europeo e 2 battaglioni di sepoy della Bombay Army sconfigge i 9.000
uomini guidati da Hussein Ali che lascia 1.000 tra caduti e feriti, 900 prigionieri durante la battaglia. Hussein Ali è ferito e catturato.
I vincitori hanno 52 tra caduti e feriti, e catturano altri 1.500 prigionieri durante l’inseguimento.
Il generale sir Robert Abercomby, con il 77° (755 uomini guidati dal colonnello James Marsh) e poche altre unità, sbarca a
Tellicherry (XII 1790), sulla costa del Malabar, marcia a nord e con assalto si impossessa di Cannamore (16 XII 1790) ma la
mancanza di rifornimenti interrompe l’avanzata per gli impervi Gati Occidentali. È presente il luogotenente Alexander Walker
(già all’assedio di Mangalore).
Gli inglesi distruggono gran parte della flottiglia di Tipu (lui stesso la ha guidata) ed ottengono un tributo dal rajà di
Cochin.
Abercromby inizia l’avanzata (22 II 1791) con la Bombay Army, composta dai reggimenti 73° Royal Highland, 75° e
77° (maggiore Sterling), un reggimento europeo della Compagnia e 5 battaglioni di Sepoy. Il colonnello James Balfour guida la prima
brigata (con il 77°). Il colonnello David Baird guida una brigata di nativi. L’avanzata procede ostacolata dal terreno montuoso
coperto di giungla (Gati Occidentali), con l’aiuto del raja di Coorg.
La Presa di Bengalore.
Lord Charles Cornwallis si assicura l’alleanza dei Maratti e del nizam, assume a Vellout il comando della Madras
Army (29 I 1791), e riprende l’avanzata (5 II) verso Vellore. L’esercito comprende tra l'altro i reggimenti 71°, 74° Highland
(colonnello Maxwell, 750 uomini), 52° Oxfordshire e 67 elefanti giunti dal Bengala.
Tipu rientra in Mysore e blocca il passo tra Vellore e Amboor, ma lord Corwallis invia rapidamente a nord un battaglione che occupa
il passo di Mooglee e procede per Chittor e Moolwagle, seguito dal grosso.
Gli inglesi prendendo i forti di Kolar e di Hoskote, respingono un attacco ai bagagli da parte della cavalleria di Tipu (4 III)
e giungono davanti Bangalore (5 III), la seconda città del Mysore, protetta da un muro con fossato ed un forte munito di 30
bastioni e cinque opere avanzate. In città si trovano una fonderia di cannoni, una fabbrica di moschetti, magazzini di viveri e
munizioni. Krishna Rao guida la difesa.
Il colonnello Floyd con la cavalleria ed una brigata di fanteria si avvicina per riconoscere le fortificazioni ed attacca un carovana di
cammelli ed elefanti scortata da cavalieri, ma questa si rivela un’esca. Le batterie del forte aprono il fuoco cuasando 71 tra caduti e
feriti (tra questi c’è Floyd), oltre alla perdita di 280 cavalli.
La porta nord della città è assalita dal 36° seguito da 26° bengal sepoy con l’artiglieria guidata dal colonnello Moorhouse,
accolti da nutrito fuoco di moschetti e granate a mano. Moorhouse è ferito mentre piazza un pezzo da 6" che tuttavia si
dimostra inefficace contro il portone, quindi appronta un pezzo da 12" ma è ucciso. Il pezzo da 12" abbatte la porta e
gli inglesi si impossessano della città (ore 9:00).
Tipu si avvicina a Bangalore, scopre che si trova in mano inglese e la assalta deciso a riprendersela ma i difensori, rinforzati dal 76°,
respingono gli assalitori che lasciano 500 caduti.
Tipu si accampa presso la città ed il giorno seguente inizia gli attacchi di disturbo contro il campo inglese, con ariglierie e
razzi. Gli 8.000 uomini della guarnigione del forte sono periodicamente sostituiti in modo da mantenerli freschi. Il campo inglese
è pesantemente bombardato ma con scarsi effetti (17 III).
Il colonnello Maxwell con le compagnie di granatieri e leggeri dei reggimenti europei (c’è il 71° con i capitani John Lindsay e
James Robertson), seguite da numerosi reggimenti di sepoy, effettua di sorpresa un attacco notturno contro la porta del forte
(ore 23:00 del 21 III). L’intenso fuoco dei difensori non ferma gli assalitori che penetrano nel forte. I granatieri percorrono il rampante
a destra mentre i leggeri percorrono quello a sinistra. Dopo breve lotta i difensori fuggono verso l’altra porta del forte dove si
accalcano in disordine e subiscono l’assalto da tre lati e sono massacrati. Tipu lancia due colonne contro il fianco sinistro
dell’accampamento inglese ma l’attacco è prevvisto ed è facilmente respinto.
Gli sconfitti lasciano 600 caduti e 300 prigionieri, quasi tutti feriti. Gli inglesi hanno una cinquantina tra caduti e feriti, compresi alcuni
ufficiali. I magazzini catturati sono particolarmente utili, poiché le provviste degli inglesi iniziavano a scarseggiare.
Lord Cornwallis fa bruciare i caduti, fa riparare le fortificazioni e fa riposare le
truppe, poi marcia verso nord (31 III) e si unisce a Deonhully ai 10.000 cavalieri
inviati dal nizam, che hanno frattanto assediato sei mesi Capool. Questi
cavalieri si dimostrano indisciplinati ed utili solo per i saccheggi.
L’esercito si congiunge al passo di Amboor ad un convoglio scortato da 4-5.000 uomini guidati dal colonnello Oldham e torna a
Bengalore (8 IV).
(Nota: presso la città sono sviluppati i tubi esplosivi Bengalore, disegnati nel 1912 per usi non militari dal capitano McClintock del
corpo Zappatori e Minatori di Bombay e Madras).
L'Avanzata verso Seringapatam.
Cornwallis riceve l’ordine di far rientrare in Europa i reggimenti della Royal Army a causa della rivoluzione francese, ed inizia
la marcia verso Seringapatam (3 V), ostacolato dalle pioggie e dalla tattica della terra bruciata praticata dall'avversario.
Giunto al fiume Kaveri (13 V) scopre che l’esercito di Tipu presidia la sponda opposta, appoggiato alle alture di Carrighaut e ad
una palude. Gli inglesi con marcia notturna passano il fiume a monte ed attaccano in tre colonne le posizioni avversarie (15 V).
La colonna di sinistra è guidata dal colonnello Maxwell, quella centrale dal generale Medows e dal colonnello Stuard, quella
di destra dal colonnello Harris, ma l’oscurità e la pioggia compromettono il coordinamento tra le unità, alcune delle
quali si perdono e non prendono parte alla battaglia.
Il colonnello Maxwell con 5 battaglioni sloggia alcuni avversari da un costone e cattura alcuni cannoni. Tipu contrattacca e la
cavalleria del nizam intralcia gli inglesi, che aprono il fuoco colpendo anche i propri alleati. L’esercito di Tipu ripiega fino alle
mura di Seringapatam inseguito dagli inglesi e lascia 2.000 tra caduti e feriti contro 500 dei vincitori.
Il 71° Macleod’s Highlanders (tenente Roderick Mackenzie) lascia 7 caduti e 74 feriti. Sono presenti anche il 52° Oxfordshire ed il
74° highland.
Cornwallis reputa impossibile iniziare l'investimento della città a causa dell’avvicinarsi della stagione dei monsoni, del
maltempo, della mancanza dei rifornimenti, della perdita di numerose bestie da soma, della mancanza di notizie della colonna di
Abercromby e degli efficaci attacchi di disturbo della cavalleria del Mysore, che i cavalieri del nizam si dimostrano incapaci
di contrastare.
Gli inglesi distruggono l’equipaggiamento pesante (26 V) ed iniziano la ritirata verso Bangalore, protetti alla retroguardia dal
colonnello Stuard.
I maratti hanno mobilitato due eserciti che ammontano a 40.000 cavalieri. Parasuram Bhau con un contingente della Bombay
Army guidato dal capitano Little, assedia per sei mesi Darwan, difesa da 10.000 uomini di Tipu, e la costringe alla resa. Hurry
Punt marcia su Bangalore ma tutti i messaggeri inviati ad annunciarne l’arrivo sono intercettati dalla cavalleria del Mysore e raggiunge
Cornwallis solo durante la ritirata, portandogli utili rifornimenti.
Gli inglesi rientrano a Bangalore (11 VI) colpiti dalla dissenteria. Durante la convalescenza Lachlan Macquarie scrive le sue memorie,
utili per la ricostruzione degli eventi.
Alcuni nativi sono inviati verso il generale Abercromby cha a raggiunto faticosamente Peripatam (16 V), a 40 miglia da Seringapatam,
e torna nel Malabar dopo aver distrutto parte dell’artiglieria.
La Campagna dei Droog.
Gli inglesi ed i maratti occupano i forti intorno a Bengalore.
La presa dei forti di Orsur e Ragencoittan, da parte del maggiore Godwie, permette
il controllo del passo di Paligat per il quale
poco dopo transita uno dei più grossi convogli mai visti prima in India.
L’obbiettivo successivo della Madras Army è Nundydroog (droog significa fortezza su altura), per garantirsi
le comunicazioni con il nizam. Il forte è costruito su un’alta roccia di granito inacessibile da tre lati, munita di doppie
mura ed opere avanzate sul quarto. Sono necessari 14 giorni per realizzare le opere d’assedio e disporre in posizione l’artiglieria
da parte del maggiore Godwie.
Dopo l'apertura di due brecce, è lanciato l'attacco (all’alba del 19 X) dal tenente Hugh Mackenzie con 20 granatieri del 36° e
del 71° reggimento (breccia di destra) e dal tenente Moore con 20 fanti leggeri seguito da due compagnie fiancheggianti guidate dai
tenenti Duncan e Kenneth Mackenzie (breccia di sinistra). La riserva è guidata dal capitano James Robertson con i granatieri
(capitano Burns) ed i leggeri (capitano Hartly) del 36° reggimento. Uno dei soldati teme ci sia una mina (mine) ma il generale
Medows interviene dicendo che si tratta di una "Mine of Gold" (Miniera d’Oro). I difensori lanciano massi di granito sugli
assalitori senza tuttavia a respingerli e la fortezza è presa con la perdita di 30 uomini delle truppe native.
Il colonnello Maxwell con il 74° Highland prende il forte di Penagra (X 1791) dove sono massacrati 150 prigionieri colpevoli di aver
prolungato troppo la resistenza, ma è respinto con gravi perdite dal forte di Kistnagherry.
Lord Cornwallis prosegue investendo la doppia fortezza di Savendroog ("Rupe della Morte") sulla strada verso Seringapatam (17
XII). Finiti i lavori di preparazione il colonnello Stuard lancia l’assalto (ore 7:00 del 21 XII) con le compagnie granatieri e leggeri del
52° Oxfordshire, i due reggimenti Highlander ed il 76°, guidati dal colonello Nisbet del 52°. La banda del 52° suona "Britons
Strike Home". Dopo una difficile arrampicata una delle due cittadelle è presa al prezzo di due caduti, poi cade anche
l’altra cittadella. Stuard prende poi Urtadrug.
Coimbatore.
A sud le truppe del Mysore, con 8 cannoni, assalgono Coimbatore la cui difesa è affidata al tenente Chalmers con
un'unità di topassi ed una di sepoy del rajà del Trevancore guidata dal francese Delacombe. L'artiglieria ammonta a
3 pezzi antiquati. I cannoni pesanti sono stati asportati perchè la piazza è stata giudicata indifendibile dal maggiore
Cuppage.
Gli assedianti bloccano la città per 2 mesi e lanciano un assalto in 5 colonne ma sono respinti. Il tenente Nash giunge in
soccorso con una compagnia di sepoy ma Commer ed-Din torna con 14 cannoni e 4 mortai, ottenendone la resa (3 XI 1791).
Il maggiore Cuppage arriva a sua volte in soccorso ma deve invertire la marcia e sostenere un aspro combattimento per sbloccare un
passo alle sue spalle, poi avanza fino a Palakad.
I Maratti.
Nel Malabar settentrionale il maratto Parasuram Bhau ed il capitano Little prendono Hulimore ed investono Shimoga ma sono
raggiunti da 8.000 uomini del Mysore con 10 cannoni che occupano una collina boscosa. I maratti evitano di impegnarsi ma il
capitano Little con 1.000 sepoy attacca gli avversari, ingaggia una dura mischia e cattura 3 pezzi. Le truppe del Mysore sono messe
in fuga lasciando gli altri 7 cannoni per strada. I maratti invece di inseguire i fuggitivi ne saccheggiano il campo. Shimoga si
arrende.
Il maratto Parasuram Bhau effettua delle scorrerie nei territori occidentali di Tipu (1791-1792), durante i quali saccheggia e distrugge
il tempio induista di Sringeri Matha, ma la cavalleria del Mysore si dimostra superiore e repinge gli scorridori.
L'Investimento di Seringapatam.
Sir Robert Abercromby avanza dal Malabar (XII 1791) con la Bombay Army che comprende i reggimenti 73° e 75°
Higlander, il 77°, alcuni reggimenti di nativi e 14 pezzi d'assedio; supera faticosamente i Gati Occidentali ed entra in Mysore (22 I
1792).
Anche lord Cornwallis con la Madras Army si mette in marcia in tre colonne (I 1792), seguito dagli alleati, e giunge in vista di
Seringapatam (4 II 1792).
La città, il cui nome significa "Città di Sri-Ranga", divinità del principale tempio induista (Sri Ranganatha
Swami), è su un’isola rocciosa al centro del corso del fiume Kaveri, collegata alla sponda meridionale da due ponti ed a
quella settentrionale da due guadi. La parte occidentale dell'isola è occupata dalla fortezza, con 300 cannoni, quella orientale
del giardino e dal palazzo del sultano. Le sponde sono difese da una siepe di bambù e da piante spinose.
L'esercito di Tipu è accampato sulla riva settentrionale, dietro una linea di fortificazioni rafforzata da 6 ridotte con altriglieria
pesante, ed ammonta a 5.000 cavalieri, 40-50.000 fanti e 100 cannoni.
Gli inglesi con un attacco notturno occupano parte del campo e dell'isola di Seringapatam (6 II),
costringendo gli avversari a riparare nella fortezza e sulla sponda meridionale.
Il palazzo di Tipu è trasformato in ospedale ed i cipressi del suo giardino sono abbattuti fornendo materiale d'assedio. Tipu
chiede di aprire trattative ma Cornwallis rifiuta, non volendo perdere tempo e compromettere la situazione logistica.
Alcuni cavalieri del Mysore, scambiati per alleati, chiedono della tenda di Cornwallis e la devastano, ma per errore gli è stata
indicata quella del colonnello Duff. Sono messi in fuga dai sepoy.
All’assedio si unisce il generale Robert Abercromby con la Bombay Army (16 II) portando gli assedianti a 22.000 uomini ed
86 cannoni.
Si sceglie di investire il lato nord e si apre le prime trincee (18 II). Il maggiore Dalrymple passa sulla sponda meridionele del Kaweri
(ore 21:00 del 18 II) e sorprende il campo della cavalleria di Tipu, che è messa in fuga e dispersa. È così
investito anche il lato meridionale. Gli attacchi di disturbo dall'esterno sono respinti. Il maratto Purseram Bhao saccheggia il
Mysore.
I lavori d’approccio procedono (19-21 II), protetti dalla Bombay Army, che disperde l’ultimo attacco dell’esercito
avversario (22 II).
Le trattative portano alla sospensione delle operazioni (24 II). Tipu consegna in ostaggio il secondogenito Abdul Khaliq ed il
terzogenito Maiz-ud-Din, rispettivamente di 8 e 10 anni (26 II).
Il Trattato di Seringapatam.
Con il trattato di Seringapatam (19 III 1792) Tipu deve cedere metà dei suoi territori, impegnarsi a pagare una grossa
indennità e lasciare in garanzia i suoi due figli, che sono inviati a Calcutta.
Gli inglesi ottengono il Baramahal, il Dindigul ed il Malabar; i maratti ottengono il Tungabhadra mentre il nizam ottiene i
territori da Krshna fino al Pennar. Le perdite di Tipu ammontano a 50.000 uomini, 800 pezzi d’artiglieria e 67 forti. Nel Kerala solo
Canara rimane a Tipu.
Lord Cornwallis fa coniare una medaglia con la scritta "Sultano Tippoo Devicto", fa dipingere le scene della campagna dal
suo pittore ufficiale Robert Home.
Echi della Rivoluzione Francese.
L’assemblea Nazionale decreta l’invio di rinforzi a Pondichéry (1791) ma arrivano meno di 400 uomini.
Dopo la dichiarazione di guerra alla Francia rivoluzionaria (1793), Pondichéry è assediata dagli inglesi guidati dal
colonnello Braithwait. Il colonnello David Baird guida una brigata di europei che comprende il 73° (800 uomini). Dopo 13 giorni la
città è costretta alla resa (23 VIII 1793) e Lord Cornwallis rientra in Inghilterra.
Con la proclamazione della Repubblica Batava (1795), lo stadtholder principe d’Orange in esilio ordina di consegnare le
colonie agli inglesi affiché le proteggano, ma Van Angelbeek governatore olandese di Cylon decide di non obbedire,
sollecita aiuti dalla Francia e chiede a Tipu di effuettuare un attacco diversivo.
Grazie al controllo del mare, gli inglesi occupano gli insediamenti olandesi sulla costa occidentale di Ceylon, Trincomale (26 VIII
1795), Cochin (XII 1795) e Colombo (15 II 1796), difesa da 845 soldati europei e 772 malesi ed investita da 2.700 europei (73°),
2.800 nativi. Tutta Ceylon è in mano inglese.
Gli inglesi nel Malabar.
Nel Malabar i rajà di Chirakkal, Kottayam e Kadathanad riottengono i propri dominî e riconoscono la sovranità
della East India Company. Saktan Tampuran sovrano di Cochin riottiene i suoi dominî ma deve pagare
un pesante tributo. Kerala Varma rajà di Pazhassi tuttavia ostacola la raccolta delle tasse nel suo stato (1793).
Gli inglesi firmano un trattato con Rama Varmer II raja di Travancore (1795) che si impegna a pagare un grosso contingente militare
(superiore alle sue possibilità) ed concede loro il monopolio del pepe.
Il governatore inglese invia una colonna a catturare il rajà di Pazhassi nel suo palazzo (IV 1796) ma il tentativo fallisce, quindi
dichiara che chiunque aiuti il ribelle avrà le proprietà confiscate (18 XII 1796). Le parti sembrano riconciliarsi (30
XII) ma le truppe del rajà massacrano la guarnigione inglese a Pazhassi (8 I 1797).
Gli inglesi subiscono alcune sconfitte (9, 10 ed 11 III 1797), la più grave al passo di Periya (18 III 1797) dove il maggiore
Cameron con 1.100 uomini è attaccato di sorpresa e ucciso con numerosi dei suoi.
La direzione del conflitto è assegnata al colonnello Arthur Wellesley (futuro duca di Wellington) che fa erigere numerosi
punti fortificati per il controllo delle strade e pone fine alle ostilità con un trattato (1797).
La Guerra tra i Maratti ed il Nizam (1795-1798).
Il tutore maratto Nana Phadnavis chiede al nizam la restituzione di Chauth e Sardeshmukhi, rifiuta la mediazione inglese,
sconfigge l’esercito del nizam a Kharda (1795) ed ottiene il controllo di Poona. Il nizam deve rendere i territori e
pagare un tributo. Poiché gli inglesi non lo hanno aiutato licenzia i due battaglioni inglesi acquartierati a Secunerabad ed apre
trattative con Tipu.
La dittatura di Nana Phadnavis è considerata la principale causa del suicidio del peshwa Madhav Rao Narayan (25 X
1795). I capi maratti riconoscono peshwa Baji Rao II (4 XII 1796), figlio di Raghunath Rao, e Nana Phadnis rimane
governatore.
Il nizam Ali costituisce un esercito di 14.000 uomini addestrati all’europea guidati dal francese Michel Raymond, amico di
Tipu, che innalza il tricolore rivoluzionario. Il nizam sconfigge i Maratti istigati contro di lui dagli inglesi ma divisi dalle
dispute dinastiche e recupera i territori perduti (1798).