La Seconda Guerra del Mysore - Tipu Sultan (1782-1784).
Conquista dell'India.
Tipu Sultan "La Tigre del Mysore".
Nato nel villaggio di Devenhalli, presso Bangalore (venerdì 21 XI 1750, anno dell’Egira 1163, secondo la tradizione), da
Hyder Ali e la sua sposa preferita Fahk-un-Nissa, figlia di Abdul-ul-Hakim nawab di Kalapa. È la madre a scegliere il
nome del primogenito, dopo aver visitato l'asceta ed indovino Tipu Mastan Aulia, di Arcot (il significato del nome Tipu in Carnatico
sembra sia "Tigre").
Devoto mussulmano sunnita, asserisce di discendere direttamente dall’importante tribù Coreiscita de La Mecca ed i suoi avi
hanno servito i sufi nei templi in India meridionale. I suoi sermoni del venerdì sono raccolti nel "Muwaa`iz ul
Mujahidin". La sua tolleranza religiosa lo fa amare anche dai sudditi indù. Il bramino Purnya occupa il posto di
diwan ed il bramino Krisnh Rao occupa la posizione di comandante in capo nell'esercito.
Parla persiano, kanarese e urdu. Sul sigillo ha scritto "Iddio mi da la vittoria a lungo come lo splendore del sole e della luna".
Iscrizioni del corano sono sulle sue armi, il suo stendardo è verde con la scritta in persiano "Asad Allah al-Ghalib",
cioè "Il Leone di Dio è Conquistatore" ("Leone di Dio" era il soprannome di Ali). Predilige vesti di colore verde,
propizio per i mussulmani. Ha un astrologo al seguito.
È detto anche "The Terror of Leaden Street" (il terrore di Leaden Street, la strada del quartier generale della East
India Company).
L’Esercito del Mysore.
La potenza dell’esercito del Mysore risiede nella organizzazione, ripresa da quella degli eserciti europei: salari elevati e pagati
regolarmente (da Hyder Ali più che da Tipu), utilizzo di ufficiali francesi, organizzazione di unità moderne di fanteria,
cavalli dell’esercito mantenuti a spese del governo e non dei singoli cavalieri come avveniva per gli altri eserciti indiani, creazione di
un servizio di assistenza medica.
I posti di comando sono occupati principalmente da mussulmani. Tipu distribuisce agli ufficiali il proprio manuale militare
"Fath ul Mujahidin", e raccoglie le sue massime militari nel "Zainul Abedin Shustari".
Gli effettivi totali sono stimati sui 300.000 uomini. La fanteria di tipo occidentale è inquadrata in 16-24 cushoon,
ciascuno con 200 addetti ai razzi. Hyder Ali forma un corpo di 1.200 uomini addetti ai razzi (1778), aumentati a 2.000 (con 5.000
cammelli addetti al trasporto), che Tipu a sua volta aumenta a 5-6.000 uomini pari ad 1/7 dell’esercito, la più alta
proporzione mai riscontrata. Nell’assedio di Honrore (1784) Tipu impiega un organo che lancia 5-10 razzi alla volta. Due dei razzi di
Tipu catturati a Srirangapatan (1799) sono oggi esposti al Royal Ordnance Museum dell’arsenale di Woolwich, presso
Londra.
Un punto di forza dell'esercito del Mysore è nalla sua mobilità che gli permette di sfruttare la sua posizione
centrale.
Tipu suddivide lo stato in 11 dipartimenti e 22 distretti militari.
Hyder Nhur.
Il ristabilito generale Steward offre battaglia presso Wandiwash ma Tipu rifiuta (13 II 1783). Steward distrugge i forti di Wandiwash
e Carangoli. Tipu in risposta dirocca le difese di Arcot ed abbandona il Carnatico.
Frattanto il generale Matthews con un contingente di Bombay avanza da Cundapoor (9 I 1793), prende Ananthpur (accusato di
atrocità contro la poplazione) ed attacca Hyder Nhur, munita di due linee di fortificazioni presidiate da 3.000 uomini guidati da Ayaz
(26 II).
Il II/42° highland (colonnello Macleod, 400 uomini) carica la prima linea, causa 400 caduti e respinge i difensori nella seconda, poi li
caccia anche da qui catturando alcune artiglierie ma non riesce a procedere contro le mura. Nella notte i difensori abbandonano il
forte di Hyder Gurh (con 20 pezzi d'artiglieria) ed il giorno seguente la città si arrende credendo di avere di fronte forze
più numerose. La presa della città frutta un ricco bottino che Matthews rifiuta di spartire con le truppe.
Il colonnello Macleod prende i forti di Anantpur (15 II), Carrical e Morebedery (IV 1783).
Tipu invia in soccorso di Hyder Nhur Luft Ali Beg che giunge troppo tardi, quindi accorre personalmente con 12.000 uomini
(100.000 in altre fonti), compreso un battaglione francese, sorprende il generale Matthews, cattura la sua artiglieria, riprende
Anantpur e blocca Hyder Nhur (9 IV 1783). Tipu in cambio della consegna della città promette libera ritirata fino alla costa ma
quando Matthews esce con i 600 europei ed i 1.600 sepoy (3 V) prende tutti prigionieri per aver cercato di portar via parte del
bottino; di loro non si sa più nulla ed il II/42° sopprannomina Tipu "Black Dog" (Cane Nero).
Tipu è incoronato sultano ad Hyder Nhur (4 V 1783); il suo stato è vasto dal fiume Krishna (nord), al mare arabico
(ovest), ai Gati Orientali (est) allo stato di Travancore (sud) per un totale di venti milioni di sudditi.
L'Assedio di Cuddalore.
Charles Patissier marchese di Bussy-Castelnau, partito dalla Francia con 4.000 uomini (1782), ne lascia 1.500 a Città
del Capo, è costretto a fermarsi 4 mesi all'Île de France con 2.800 ammalati, ed infine giunge a Cuddalore con 2.227
uomini (16 III 1783). Tipu rifornisce di viveri i francesi ma Bussy si ammala e la mancanza di bestie da traino per l'artiglieria limita le
capacità di movimento francesi.
Il generale Steward esce da Madras (21 IV) prende Perumukkal ed investe Cuddalore (6 VI 1783), difesa da 3.000 europei e 2.200
cipayes, compresi 700 ammalati.
Gli inglesi ammontano a 3.800 europei, 13.000 sepoy e 1.800 cavalieri nativi (secondo i francesi) e preparano un assalto da tre parti
(13 VI) ma i tre colpi che danno il segnale si confondono con quelli del bombardamento e gli attacchi non sono contemporanei. La
prima delle colonne è respinta ed inseguita dai difensori che abbandonano i ridotti, questi sono immediatamente occupati dal
colonnello Cathcart con i granatieri e dal colonnello Stuart con i resti del 73°. Il reggimento Roussillon ferma l'avanzata inglese. Il
reggimento de Austrasie riesce a ripiegare combattendo alla baionetta. Bussy crede si tratti di una diversione e non invia rinforzi. Gli
attaccanti catturano 14 cannoni ma non riescono a procedere quindi si limitano a mantenere il possesso delle posizioni
occupate.
Lo scontro è uno dei più sanguinosi della guerra: gli inglesi hanno 62 ufficiali, 900 europei e 1.400-2.000 sepoy tra caduti e
feriti contro 18 ufficiali caduti, 33 feriti, 113 soldati caduti e 293 feriti da parte francese. Il 73° ha 4 ufficiali, 4 sottufficiali ed 80
uomini caduti oltre a 6 ufficiali, 5 sottufficiali e 107 uomini feriti. Il 12° battaglione del Carnatico lascia numerosi prigionieri che sono
rilasciati due anni dopo. Sono presenti il 2/I europei del Bengala ed il III/31° Regiment Bengal Native Infantry (il primo
reggimento di rajput, formato nel 1778) che ottiene il privilegio di poter includere il caratteristico katars (pugnale) tra
l'equipaggiamento. Steward annuncia la vittoria ma Cornwallis risponde "Ancora una vittoria come quella che pretendete di aver
riportato e non ci saranno più eserciti inglesi in Carnatico".
Al largo di Cuddalore la flotta di Suffren incontra nuovamente quella di Huges. L'oscurità pone fine allo scontro senza una
vittoria decisiva (20 VI 1783) ma Suffren sbarca 2.400 uomini che si uniscono agli assediati. Bussy tenta una sortita ma è
respinto con gravi perdite (25 VI).
La notizia dei preliminari di pace tra Francia ed Inghilterra giunge a Madras (17 VI) ed a Cuddalore (29 VI). Dopo la firma del trattato
(III 1784) l’assedio è definitivamente tolto e gli inglesi tornano a forte St. Thomas.
Il generale Steward è rimosso dal comando ma rifiuta di lasciare quello delle truppe regie, quindi è arrestato ed
inviato in Inghilterra.
Il Nuovo Fronte Meridionale.
Il colonnello William Fullarton con 13.000 uomini riceve l'ordine di aprire contro il Mysore un nuovo fronte da sud (V 1783).
Fullarton prende Dindigul e Dharapuram (2 IV) ma deve tronare indietro per pacificare i poligars di Melur e Sivaganga, cona
altri poligars e colleries nella regione di Madura. Fullarton stima gli insorti sui 100.000 uomini e riporta una grosso
combattimento presso Tinnivelly (VIII 1783). Pacificata la regione riprende l'avanzata verso il Mysore, occupa Palacacerri (X) ed
ottiene la resa della fortezza di Coimbatore (IX 1783).
Fullarton pubblica poi le memorie delle sue campagne militari dal 1782 al 1784.
L’Assedio di Mangalore.
Dopo la cattura del colonnello Macleod, la difesa del Bidnure è affidata al maggiore John Campbell (V 1783) il quale con
1.400 uomini attacca di sorpresa il campo dei 4.000 uomini di Tipu presso Mangalore (6 V 1783). L’attacco riesce, i nemici sono
messi in fuga, gli inglesi catturano 4 pezzi d’artiglieria e 180 bovini al prezzo di lievi perdite (è presente il II/42°).
Tipu con 10-30.000 uomini (90-140.000 uomini ed 80-100 cannoni secondo gli inglesi) investe Mangalore (19 V), difesa da 21
sergenti, 12 tamburini e 210 inglesi (II/42° Highland e 23°) più 1.500 sepoy (2 reggimenti), oppure 1.883 uomini in tutto (2-300
inglesi), oppure 696 europei e 2.850 sepoy.
Con Tipu ci sono anche i contingenti francesi dell'Île de France, ed il corpo di europei e nativi del generale Lally (1.000
uomini).
L'avanposto tenuto dal 1° e l'8° battaglione sepoy è attaccato da 3.000 uomini del Mysore con 3 pezzi d'artiglieria, appoggiati
da un nucleo di cavalleria (20 V). Il capitano Alexander Campbell, del 98° reggimento, rimane tra i caduti. Il giorno seguente
numerosi sepoy dell'8° battaglione di Madras disertano e passano dalla parte degli assedianti.
L'altura dove si trova la postazione del capitano Nugent subisce un attacco notturno (22 V) da parte del corpo del geneale Lally e da
un battaglione francese, fiancheggiati da due colonne di nativi, appoggiati da 5 pezzi d'artiglieria e numerosi razzi. La postazione
è soccorsa dal 42° (capitano Dalyall) e dal corpo del tenente Disney. I francesi sono respinti ma i nativi avvolgono la
posizione. Il capitano Dalyall cade mentre copre la ritirata dei suoi. Le perdite dei difensori nei tre giorni, compresi i disertori,
ammontano a 300 uomini.
Gli assedianti piazzano 12 pezzi d'artiglieria contro il muro (26 V), altri 11 pezzi da 24", 9" e 6" sono messi in batteria in punti diversi
nei giorni seguenti, nonostante la pioggia ostacoli i lavori.
Per distruggere alcuni pezzi gli assedianti tentano una sortita dalla porta settentrionale con 40 europei e 200 sepoy che sono accolti
da un intenso fuoco di moschetteria e devono desistere (28 V). Contro le mura orientali sono piazzati 4 grossi mortai (29 V) e,
nonostante le pioggie, sono approntanti anche 7 pezzi da 32", 28" e 18" (4 VI).
La batteria avanzata dei difensori e la porta orientale subiscono un attacco notturno (7 VI) da tre colonne di fanteria, appoggiate da
razzi e cannoni, che sono però disperse dall'artiglieria inglese.
Contro le trincee degli assedianti è effettuato un colpo di mano da 8 europei e 15 sepoy (14 VI), accertandosi che le batteria
avanzata non è minata. La notte seguente è effettuata una sortita più massiccia contro due batterie di mortai,
precedute da un attacco diversivo dalla batteria avanzata (15 VI). Due colonne, guidate dai capitani Grant e Dunn, raggiungono di
sorpresa gli obiettivi ed hanno la meglio sugli avversari, in 10 minuti chiodano i pezzi e ripiegano incalzati da numerosi assedianti,
subendo gravi perdite che comprendono il capitano Grant. Le batterie sono rimesse in uso nel pomeriggio.
La grande batteria apre due breccia e fa crollare parte della cortina (19 VI). Durante la notte i difensori erigono delle barricate. Nei
giorni successivi proseguono i bombardamenti contro la cortina ed i bastioni vicini, poi anche contro la porta orientale (3 VII), che
è attaccata all'alba del giorno dopo (4 VII). I difensori fanno saltare una mina, poichè hanno scoperto che è
già stata contro-minata, ma con scarsi effetti. Gli attaccanti occupano la torre nord-orientale, contrattaccati dal tenente
Rattery, dal capitano Dunn e dagli europei a guardia della porta orientale. Da parte degli attaccanti intervengono due battaglioni
francesi, da quella dei difensori quasi tutto il 42° highlander e parte dell'8° sepoy con alcuni pezzi da 9" che ricacciano gli avversari e
respingono un altro attacco contro la porta. I difensori hanno 130 tra caduti e feriti. Contro la torre sono piazzate altre artiglierie ed
è lanciato un secondo assalto, che è respinto (11 VII). Le artiglierie causano crolli alla porta settentrionale ed orientale,
rendendole impraticabili (15 VII).
Purron de Morlai riceve la notizia della pace tra Francia ed Inghilterra, già applicata nella costa del Cromandel (19 VII). Le
parti raggiungono una tregua (20 VII) ma gli assedianti la violano facendo saltare un lavoro di mina alla porta orientale (23 VII),
poiché Tipu non è incluso nel trattato.
La mediazione di un ufficiale francese porta alla cessazione delle ostilità attorno alla città assediata (29 VII) ma il
blocco è mantenuto. Il colonnello francese Cossigny ritira il proprio contingente, Tipu sospende gli aiuti finaziari ed in
viveri all'alleato (1 VIII) e tenta invano di convicere gli uomini a disertare e passare al suo servizio.
Gli inglesi occupano Cannanore (14 XII 1783, c’è il 52° reggimento “Oxfordshire”, giunto a Madras nel 1783).
Gli assediati iniziano a soffrire per la mancanza di viveri, di medicinali e di ripari adeguati dalle pioggie monsoniche. Solo
occasionalmente i rifornimenti raggiungono gli assedianti che lasciano 749 caduti tra combattimenti e malattie, rimanendo in 150
highlander e 640 sepoy, sono costretti a nutrirsi di cavalli, rane, corvi e topi ed infine aprono trattative di resa (24 I 1784). Questa
è raggiunta accordando ai difensori libero imbarco per Tilicerry e Mangalore è consegnata a Tipu (30 I).
Campbell è stato frattanto promosso colonnello (19 II 1783) ma a causa delle privazioni deve lasciare il servizio attivo e
muore trentunenne a Bombay (23 III).
Il Trattato di Mangalore.
Il trattato di Versailles (3 IX 1784) lascia ai francesi solo i porti di Karikal e Pondichéry (Cromandel), Yanaon (Orissa),
Chandernagor (Bengala) e Mahé (Malabar). L'Inghilterra deve riconoscere l'indipendenza della colonie amicane, cede la
Florida e Minorca alla Spagna e solo in India non ha perdite territoriali.
Tipu, che è tra i primi cinque sovrani a riconoscere gli Stati Uniti d'America, firma con gli inglesi il trattato di Mangalore (11
III 1784), che prevede la restituzione dei territori occupati e dei prigionieri. Sono liberati 1.000 inglesi, 1.600 sepoy e 2.000 deportati
civili del Carnatico (ma gli inglesi stimano che questi siano 200.000). Baird, catturato a Pollilur (1782), è liberato (VII 1784)
ed è promosso maggiore.
Warren Hastings ritiene questo trattato umiliante, si appella al re ed al parlamento affinché punisca il governo di Madras.
George Macartney rassegna le dimissioni da governatore di Madras (VIII 1785) e torna in Inghilterra (XII).
L'amministrazione del Carnatico è resa al nawab di Arcot (VI 1785) che è oramai ridotto a fantoccio nelle
mani inglesi.
Tipu assume il titolo di sultano, guadagna fama di abile politico, fa erigere il monumento funerario Gumbaz per i genitori e la
moschea "Mashit-e-Aqsa" a Srinagapattana, con una meridiana. Le sue vittorie sono dipinte sulle pareti del palazzo estivo
Daria Daula Bagh (Splendore sul Mare), a Bangalore, che oggi è monumento nazionale.
L’Olocausto del Kerala.
Per garantirsi il controllo del Kerala, venerdì 24 II 1784, all’ora della preghiera
del mattino, tutti i comandanti di Tipu, in base alle sue istruzioni segrete,
imprigionano i cristiani della regione, che ammontano a 30-60-80.000 tra uomini,
donne e bambini. I fatti sono documentati e descritti da un centinaio di
testimoni.
Solo 7.000 persone riescono a sottrarsi alla cattura mentre 21 preti sono espulsi a
Goa. Gli altri devono raggiungere Seringapatam con una dura marcia di 210 miglia (in
6 settimane) nella giungla dei Gati occidentali (4.000 piedi), lasciando 20.000
caduti lungo la strada.
Solo chi si converte all’islam è risparmiato, gli uomini sono mutilati (sono esposti cesti pieni di nasi ed orecchie), ridotti nella
classe degli intoccabili ed inviati ai lavori forzati, 21.000 donne sono vendute, 9.000 bambini sono affidati a famiglie islamiche. Gli
uomini convertiti all’islam sono inquadrati nel corpo denominato "Ahmedy" ed impiegati in prima linea. Tra gli schiavi
è ricordato Salvatore Pinto, che diviene visir di Tipu.
Il porto di Honavar è raso al suolo (1784). Le terre dei cristiani sono ridistribuite, le chiese sono abbattute o destinate ad altri
usi, le statue dei santi sono distrutte, le campane sono trasferite ai templi o ai musei del Kerala.
Provvedimenti Economici e Diplomatici.
Tipu crea una Compagnia Mercantile statale sul modello europeo e fa costruire
numerose fabbriche. Il possesso dei porti del Malabar gli permette di controllare il
commercio del pepe, del legname e dei cavalli, disponendo assieme ai Maratti della
cavalleria più efficiente dell’India.
Impianta fabbriche di zucchero, carta, coltelli, forbici, polvere da sparo, armi (in pratica il Mysore è autosufficiente in fatto di
armamenti); inoltre introduce la coltivazione dei bachi da seta e impianta fabbriche per la tessitura della seta. Inoltre istituisce un
nuovo calendario, una nuova scala di pesi e misure ed effettua una riforma monetaria.
Tipu deve combattere contro il nizam e la confederazione Maratta (1785-1787) e firma il trattato di Gajendragadh (IV
1787), con il quale cede Badami ai Maratti guadagnando la loro alleanza contro gli inglesi.
Il dodicenne Shri Khasa-Chamaraja IX Bahadur rajà del Mysore è deposto a favore di Kudna-Dad (1786) e muore
dieci anni dopo (17 IV 1796).
Tipu invia un’ambasciata ad Istambul con alcuni razzi in dono al Sultano Osmano
(1787), che detiene la carica di califfo, la massima autorità religiosa
mussulmana.
Un’ambasciata di 45 uomini guidata dal cugino Mahomet Durvesh-Kan è inviata in Francia, salpa da Pondichèry (VII
1787), sbarca a Tolone (9 VI 1788) ed è ricevuta a Versailles da Luigi XVI con la regina Maria Antonietta. È
proposta un’alleanza anti-inglese con la richiesta di 10.000 uomini per la conquista e la spartizione dei possedimenti inglesi in India
(Madras, Bombay ed il Bengala). Il re di Francia invia militari, medici ed economisti ma la nave che riporta gli ambasciatori in India
porta, a loro insaputa, anche l’ordine di evacuazione dell’India.