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I Conflitti interni maratti.
Dopo la morte di Nana Phadnavis (13 III 1800), la confederazione maratta è governata dal peshwa Baji Rao II e dal
sindhia Daulat Rao, entrambi giovani ed inesperti.
Gli inglesi comprendono la debolezza interna dello stato maratto dal rifiuto di Baji Rao ad unirsi a loro contro Tipu sultano del
Mysore e successivamente contro il "brigante" Dhondi Wagh, e si tengono pronti ad intervenire.
Yeshwant Rao Holkar (figlio naturale di Tukoji Holkar) e suo fratellastro Vithoji Holkar iniziano le ostilità contro il
sindhia ma il secondo è catturato dal peshwa e giustiziato sotto le zampe di un elefante (IV 1801).
Yeshwant Rao Holkar è respinto a nord dal sindhia Daulatrao ma riesce a sconfiggerlo e poiché il
sindhia rifiuta di trattare saccheggia Ahmadnagar, incendia i palazzi di Shrigonda e Jambgaon, sconfigge le forze del
peshwa guidate da Purandare e quelle del peshwa e del sindhia unite, guidate da Bakhshi Sadashiv Bhaskar,
nella battaglia di Hadapsar (23/25 X 1802), presso Pune.
Bajirao fugge da Pune a Bassein presso gli inglesi, che si impegnano a fornirgli 6.000 uomini in caso di qualsiasi attacco in cambio di
alcuni territori (trattato di Bassein, 31 XII 1802), delle spese di mantenimento delle truppe, l'impegno a non firmare trattati o
dichiarare guerra senza il consenso della compagnia, e la rinuncia alle rivendicazioni sui territori degli alleati inglesi (Surat,
nizam e Gaekwar).
L'Intervento Inglese.
Il trentaquattrenne generale Arthur Wallesley lascia Siringapatam con 9.000 uomini (8 II 1803) mentre la Madras Army si
raduna a Hurryhur guidata dal generale James Stuard.
Yeshwantrao Holkar riconosce come peshwa Vinayak Rao, figlio di Amrit Rao, tenta inutilmente di unire la confederazione
contro gli inglesi ed all'arrivo di questi abbandona Pune (13 III 1803).
Il colonnello Close riporta Bajirao a Pune (13 V 1803) ed il peshwa intende sfruttare l'alleanza inglese per ridurre il potere dei
suoi feudatari. Prima di ritirare le truppe, gli inglesi intendono conoscere le intenzioni degli altri capi maratti verso di loro. Lo
sindhia Daulatrao e Raghuji bhonsle di Nagpur di dichiarano pronti a rispettare il trattato purché gli inglesi non si
intromettano negli accordi tra i principi maratti (8 VII 1803).
Arthur Wallesley chiede allo sindhia Daulatrao ed a Raghuji Bhosle di non avvicinarsi ulteriormente alle frontiere con il
nizam (14 VII) ma lo sindhia risponde che allora anche gli inglesi dovrebbero ritirarsi a Madras, Siringapatam o
Bombay. Yeshwantrap Holkar si unisce al sindhia ma non trova un accordo e rientra in Malwa. Gli inglesi dichiarano guerra
ai due sovrani (7 VIII).
Il generale Wellesley dispone di 6.999 fanti, 1.731 cavalieri e 173 artiglieri (8.903 in tutto):
4a brigata (colonnello Harness): 78° reggimento (colonnello Adams), 3 reggimenti nativi,
5a brigata (colonnello Wallace): 74° reggimento higlanders, 3 reggimenti nativi,
brigata di cavalleria (colonnello Maxwell): 19° dragoni (348 uomini), reggimenti nativi di cavalleria 4°, 5° e 7° (1.347 uomini).
artiglieria (capitano Beauman): 4 pezzi in ferro da 12” ferro, 4 in ottone da 12”, 2 obici da 5 pollici e ½ ed alcuni pezzi da campo.
genio: 1° battaglione pionieri (capitano Heitland) e distaccamento genieri (capitano Johnson).
I due reggimenti nazionali ammontano a 1.368 uomini; i battaglioni nativi (I/2°, I/3°, II/3° I/8°, II/12° e II/18°) a 5.631 uomini.
Ai suoi ordini ha inoltre un contingente della Bombay Army nel Gujarat.
Nelle retrovie si trovano inoltre 653 pionieri (forte St. George), 2.400 cavalieri del rajà del Mysore e 3.000 cavalieri maratti.
Altri 2 battaglioni di sepoy guidati dal generale Stuart sono di scorta ai convogli.
Il colonnello Stevenson con 8.000 uomini del nizam è a Jaulnah, a copertura dei territori dell'alleato.
Il generale Lake invade i territori maratti da nord.
La presa di Ahmadnagar.
Dopo alcuni giorni di inattività, a causa delle piogge, il generale Wellesley avanza verso Ahmadnagar (7 VIII), difesa da n
battaglione di fanteria del sindhia, alcuni arabi ed un nucleo di cavalleria.
La città rifiuta la resa ed è attaccata da tre direzioni (8 VIII):
Un picchetto di fanteria e le compagnie fiancheggianti del 78° (col. Harness).
Le compagnie fucilieri del 78° ed il I/5° sepoy (col. Wallace).
Le compagnie fiancheggianti del 74° Highlander ed il I/3° sepoy (cap. Vesey).
Gli attaccanti superano facilmente il muro, basso e privo di rampanti, sopraffanno la tenace resistenza degli arabi, asserragliati nelle
torri, ed iniziano l'occupazione combattendo casa per casa. Il battaglione regolare contrattacca ma dopo un intenso combattimento
è sconfitto. Gli inglesi hanno 4 ufficiali caduti contro elevate perdite tra i difensori. Numerosi arabi raggiungono la
guarnigione del forte.
Il colonnello Wallace con 5 compagnie del 74° ed il II/12° sepoy prende posizione vicino al forte (9 VIII) e piazza una batteria di 4
pezzi da 12" che apre il fuoco il mattino successivo, affiancata dai 2 obici (11 VIII). Secondo Wellesley solo il forte di Vellore, tra
quelli che ha visto, è più massiccio. I bombardamenti sono sufficienti ad indurre i 400 difensori a trattare la resa,
ottenendo il permesso di andarsene (12 VIII). Il palazzo del sindhia è saccheggiato.
Gli inglesi hanno 18 caduti nazionali (2 ufficiali), 12 caduti nativi, 61 feriti nazionali e 52 feriti nativi. Tra i caduti c'è
il captano Thomas Mackenzie-Humberstone (figlio del colonnello Mackenzie Humberstone caduto contro i maratti nel 1788).
Wellesley affida la difesa del forte al capitano Graham.
Le Sconfitte di Maratti.
Wellesley raggiunge Aurungabad (29 VIII) ma poichè i maratti hanno aggirato il colonnello Stevenson scende il fiume
Godavery ed avanza verso Hyderabad, inducendoli a retrocedere.
Gli inglesi si incontrano a Bednapur (20 IX 1803) poi avanzano su due colonne parallele, Wellesley a sinistra, Stevenson a destra, per
attaccare da due direzioni Bokerdun il 24 IX, ma Stevenson manca all’appuntamento (23 IX).
Wellesley scopre che la cavalleria maratta è distante e che 6 miglia più avanti, è accampata la fanteria, dietro al
fiume Kaitna presso il villaggio di Assaye, attacca e riporta la vittoria (23 IX 1803).
Lo shindia si ritira. Stevenson raggiunge Wellesley il giorno successivo (24 IX), insieme prendono Asseerghur ed entrano
nel Berar. Frattanto Lake sconfigge i maratti a Laswarree.
Lo sindhia apre con Wellesley le trattative che portano alla sospensione delle ostilità (23 XI) ma non rispetta
l'accordo ed invia un contingente di cavalleria in rinforzo al rajà di Berar, che difende Gawilgur.
Wellesley e Stevenson si uniscono a Parterly (29 XI) e scoprono l’esercito nemico sei miglia più avanti, lo attaccano nella
pianura di Argaum (29 XI 1803) e lo sconfiggono.
La fortezza di Gawilgur è presa d'assalto (15 XII) ed il giorno successivo Raghuji Bhosle apre trattative di pace.
Il Trattato di Surji-Anjangaon.
Wellesley impone il trattato di Surji-Anjangaon a Raghuji Bhosle (17 XII), che cede alla Compagnia la provincia di Cuttack ed altri
territori agli alleati (17 XII), ed allo sindhia (30 XII 1803), che riottiene il territorio di Ahmadnagar, escluso il forte che rimane
agli inglesi.
Malva Dada prende Shrigonda, sconfigge il capitano Grahms ma saputo del trattato torna nel Khaindesh con il fratello Syed Sultan
Ali. Gli inglesi tolgono i domini del Deccan di Yeshwantrap Holkar costringendolo, per riaverli, a firmare un trattato (1805).
In pratica gli inglesi hanno firmato trattati separati con i principi maratti, togliendo al peshwa l'effettivo controllo della
federazione. Lo sindhia di Gwalior, il bhonsle di Nagpur e l'holkar di Indore inoltre perdono parte del
proprio territorio.
Wellesley riceve i ringraziamenti dal parlamento, una spada dagli abitanti di Calcutta ed un servizio di piatti con la scritta "Assaye"
dagli ufficiali della sua divisione.
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