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La Marcia su Bremgarten.
Al suono di trombe e tamburi, l’esercito dei cantoni svizzeri riformati si mette in marcia verso Brengarten (ore 8:00 del 26
IV), in tre colonne, ciascuna preceduta da un distaccamento di pionieri:
La colonna di destra (generale Sacconay, brigadieri Tscharner e Gingins d’Eclépens) comprende la prima brigata (battaglioni Tscharner, Morlot, Jenner, Keller), la seconda brigata (battaglioni Gingins d’Eclépens, de Gingins d’Orny, Cerjat de Féchy, Charrière de Sévery, de Mézery, Bucher) e da 3 compagnie di cavalleria (Loys de Cheseaux, Tillier, Landenberg).
Al centro, sulla strada, marciano l’artiglieria ed i bagagli scortati da un battaglione (Fankhauser).
La colonna di sinistra (generale May, brigadieri de Mullinen e Régis) comprende 2 compagnie di dragoni (Hackbret e Jenner), 9 battaglioni (de Mullinen, de Wattewille, Kilchberger, Diesbach de Champvent, Stürler, Quisard d’Arnex, Damond de Nyon, d’Arbonnier, Régis) ed altre 2 compagnie di dragoni (Effinger, Mollens).
In caso di necessità, segnalato dai tamburi, i granatieri hanno l’ordine di riunirsi al centro agli ordini dei
colonnelli Portefaix d’Yverdon e Damond de Nyon.
Le istruzioni di marcia vietano, sotto pena della verga, di aprire il fuoco durante la marcia, incendiare le baracche,
uscire dai ranghi, saccheggiare. Sotto pena di morte vientano inoltre di attaccare le chiese, rubare ornamenti sacri,
rovesciare croci, rompere porte o finestre delle abitazioni, saccheggiare e incendiare.
La colonna di destra ed il centro, dopo il villaggio di Goslichen seguono la strada principale, che attraversa delle alture
boscose prima di sboccare in una pianura, mentre la colonna di sinistra devia per il sentiero che attraverso il villaggio
di Fischbach e segue la riva sinistra della Reuss, su un terreno rotto da ruscelli, stagni e boschi.
Lo Schieramento dei Cantoni Cattolici.
Il generale Sonnenberg decide di dare battaglia davanti Bremgarten e schiera i suoi 12.000 uomini, con l’ala destra
appoggiata alla Reuss e la sinistra ai boschi.
Le brigate di Lucerna si schierano su due file, a cavallo della grande strada, dietro delle aie e su un’altura dominante la
strada ed il sentiero di Fischbach. Alle ali è piazzata l’artiglieria.
In un bosco presso la grande strada sono nascosti 200 tiratori dei Liberi Baliaggi. All’esercito nemico è lasciato
poco spazio per schierarsi e manovrare.
"Eccoli!"
L’avanguardia di Sacconay giunge allo sbocco del bosco, scaccia un avamposto di truppe di Lucerna ed invia in avanti i
granatieri del colonnello Portefaix, per sgombrare i boschi. I granatieri ricevono il comando di assumere ordine sparso,
invece proseguono in colonna verso gli avversari.
Il colonnello barone di La Sarra con 150 dragoni supera i granatieri e carica le truppe di Lucerna, ma è preso sul
fianco destro dai tiratori dei Liberi Baliaggi. Il barone è tra i caduti, i 4 tenenti sono uccisi o feriti assieme a
30 dragoni.
I granatieri sono bersagliati da una batteria, attaccati frontalmente dalle truppe di Lucerna e sul fianco destro dai
tiratori dei Liberi Baliaggi, si ritirano e disordinano anche il battaglione Tscharner alle loro spalle. I battaglioni
dietro, allarmati dal disordine, si limitano a sparare al grido “Eccoli!” e subito ripiegano. Il generale Kirschberguer
grida “Si Salvi chi Può!”.
La colonna si disordina, gli artiglieri abbandonano i cannoni e le vetture.
Il Contrattacco dei Riformati.
Interviene il generale Sacconay, che raduna i fuggitivi e riforma i battaglioni con l’aiuto del brigadiere Gingins
d’Eclépens, i capitani Saussure e Polier de Bottens, e contrattacca le truppe di Lucerna che stanno avanzando in
disordine e sono accolte dalla fucileria.
Tscharner raduna una compagnia di fucilieri e attacca a sua volta, è ferito ad un braccio da un colpo di fucile ma
rimane al suo posto. Il combattimento prosegue a corpo a corpo ma le truppe di Lucerna guadagnano terreno, respingendo gli
avversari verso Gosliken.
Il colonnello Charrière de Sévery, con i capitani Guisan d’Avenches e Duret de Lausanne, lancia all’attacco il
suo battaglione ancora fresco, subisce molte perdite dal tiro nemico ma ricaccia gli avversari.
Il maggiore Davel interviene con altri due battaglioni ed attacca in appoggio a Sévery.
L’Arrivo di May.
Frattanto giunge la colonna sinistra del generale May, che vede l’altra colonna in difficoltà, abbandona il sentiero
e devia a destra, si schiera su un prato ed apre il fuoco sul fianco destro avversario.
Le batterie di Lucerna, piazzate presso La Maladrerie, aprono il fuoco contro la colonna di May ma sono caricate e catturate
da due squadroni di dragoni (Hackbret e Jenner), che le voltano contro gli avversari.
Alle spalle dell’esercito di Lucerna giungono inoltre due battaglioni di Berna (Bucher e Cerjat), che il generale Sacconay
ha inviato di corsa per i boschi presso Wohlen, sulla destra nemica.
Le truppe di Lucerna credono che alle spalle sia arrivata la cavalleria di Welches, sono prese dal panico e vanno in
rotta.
Sonnenberg ed i suoi ufficiali tentano invano di rianimarle attorno ad un battaglione fresco sull’altopiano. Le milizie dei
Liberi Baliaggi gettano le armi e fuggono. Sonnenberg cerca inutilmente di fermare i fuggiaschi a Mouri, ma resta con poche
compagnie di Lucerna. L’esercito cattolico durante la notte si disperde.
Lo scontro è durato due ore. I cattolici lasciano 500 caduti e feriti (1.200 secondo i riformati). I riformati
lasciano 800 caduti e feriti (secondo i cattolici). La brigata di Gingins d’Eclépens (3 battaglioni) lascia 40
caduti e 118 feriti mentre le perdite dei dragoni di La Sarra e dei granatieri sono sconosciute.
Le due colonne dei riformati si accampano davanti Bremgarten, che durante la notte è abbandonata dal colonnello Mous
de Zoug e dai 600 uomini di guarnigione. La città apre le porte ai vincitori, raggiunti anche dal generale Wermuller
con l’esercito di Zurigo.
La Presa di Baden.
L’esercito dei riformati lascia una guarnigione a Bremgarten e rientra all’accampamento a Mellingen (27 V), raggiunto dalla
brigata di Petitpierre e dal battaglione di Trembley.
L’esercito è riorganizzato su cinque brigate guidate dai colonnelli Tscharner, de Mullinen, de Gingins
d’Eclépens, Hackbret (4 battaglioni ognuna) e Petitpierre (2 battaglioni di Neufchâtel, uno di Ginevra e 2 del
Vaud).
I 4.000 uomini di Zurigo guidati dal colonnello Hirzel sono inviati ad investire la città di Baden (28 V), raggiunti
da Sacconay con 3 brigate (Hackbret, Petitpierre e d’Eclépens), 2 squadroni e l’artiglieria d’assedio scortata dal
battaglione Fanckhauser, pari ad altri 6.000 uomini.
Baden è difesa dal colonnello Crévelli (di Uri) con 250 borghesi di Baden, 225 uomini della contea di Baden,
300 uomini di Lucerna, 80 di Uri, 85 di Schwytz, 17 di Underwald, 100 di Zoug, 200 cattolici del Vallese e 50 pezzi
d’artiglieria. La città ed il castello possiedono muraglie munite di feritoie, fiancheggiate da casematte e cammini
coperti.
Il conte di Trautmansdorf, inviato austriaco, ottiene una sospensione delle ostilità di poche ore per lasciare la
città. Le parti aprono trattative che non portano a nulla, ma alcuni magistrati di Baden favorevoli alla resa
consegnano una porta alle truppe di Zurigo che entrano in città (30 V). Parte della guarnigione riesce a fuggire,
altri si arrendono.
La città paga un riscatto per le campane, consegna 50 cannoni, 4 mortai e tutte le munizioni. Le fortificazioni ed il
castello sono demoliti. Di presidio rimangono un battaglione di Nyon ed uno di Zurigo, mentre l’esercito di Berna torna a
Meiengrun e quello di Berna a Maeschwanden.
Il generale Sacconay sostituisce Tcharner, gravemente ferito a Bremgarten.
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