I Danesi.
I danesi, guidati dal generale Carl von Arensdorff, schierano la fanteria al centro, su due linee, e la cavalleria alle ali:

• L’ala destra, guidata da Friedrich von Arensdorff, è composta dal reggimento guardie (2 squadroni), 2 reggimenti della corona (5 squadroni), 4 reggimenti nazionali (11 squadroni), un reggimento mercenario (3 squadroni) e da un reggimento dragoni (3 squadroni).

• Al centro la prima linea è guidata da Joachim von Schack ed è formata da 4 reggimenti della corona (8 battaglioni), compreso il "Reggimento Nero" (per il colore distitivo), e 2 reggimenti mercenari (2 battaglioni). Sul fronte sono schierati 56 pezzi d’artiglieria di vario calibro.

• Al centro la seconda linea è guidata da Johan Caspar von Cicignom ed è formata da 3 reggimenti nazionali (3 battaglioni), un reggimento nazionale misto (6 compagnie dell’Holstein, 1 compagnia danese e truppe olandesi), un reggimento dell’Holstein (6 compagnie) e un reggimento di marinai sbarcati (3 battaglioni di 1.500 marinai danesi, norvegesi ed olandesi, armati di mazze acuminate e pistole).

• L’ala sinistra, guidata da Anders Sandberg, comprende 5 reggimenti nazionali (14 squadroni), un reggimento dell’Holstein (3 squadroni) ed un reggimento dragoni (3 squadroni).

La Battaglia.
Carlo XII effettua un attacco notturno.
L’ala destra svedese, guidata da Carlo XII e dal maresciallo Simon Grundel-Helmfelt, sconfigge l'ala sinistra danese guidata da Cristiano V e la insegue trascurando il resto della battaglia.
Gli svedesi sono respinti al centro ed all’ala sinistra. Gyllenstierna e Feuquières abbandonano la battaglia credendola perduta ma le truppe resistono finché Carlo XI torna dall'inseguimento e riporta la vittoria.

Bilancio della Battaglia.
Gli svedesi hanno 3.000 caduti, catturano 2.000 prigionieri, il campo e l'artiglieria degli avversari.
I danesi hanno 5.000 caduti (quasi la metà delle truppe).
Lo scontro è chiamato anche battaglia di Lunden. È la più sanguinosa battaglia combattuta sul suolo svedese.