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A Betleem - Pastore e Musicista.
David, il cui nome significa probabilmente "Diletto", è l’ottavo figlio di
Lesse, pastore
della tribù di Giuda. Nasce verso il 1107 a.C. a Betleem (il nome significa "Città
del Pane") al tempo di Saul, primo re d’Israele.
David cresce badando alle pecore del padre e suonando l’arpa (vita che ispira i Salmi 8, 23;
"Jahvè è il mio Pastore", e 65). La guardia alle pecore comprende l’uccisione di
un orso e di un leone.
Re Saul disobbedisce alle leggi di Jahvè, perde il suo favore ed è abbandonato dal
profeta Samuele "Haro’èh" (Il Veggente). Per allietare il suo animo tormentato, il
giovane David è portato a corte a Ghibea e le sue canzoni si dimostrano efficaci a
calmare i momenti di malumore del sovrano; ma Saul ed i suoi consiglieri ignorano che David
è stato segretamente visitato dal profeta Samuele, il quale su ordine di Jahvè lo
ha unto con l’olio sacro, atto che lo indica come favorito di Dio e destinato al trono
d’Israele.
Ad Ela - L’uccisione di Golia.
David ottiene la fama in occasione di un’invasione dei Filistei (uno dei Popoli del Mare), che
risiedono sulla costa palestinese e cercano di controllare la produzione del ferro.
I Filistei pongono il campo sul colle di Efes-Dammim. Saul e gli Israeliti li fronteggiano
ponendo il campo sul colle di Ela. La situazione rimane stazionaria per quaranta giorni,
perché tra i Filistei è presente Golia da Gat, figlio di un refaim (popolazione di
giganti). Golia è alto circa 3 metri, è armato con un elmo di rame, una cotta di
maglia a scaglie sovrapposte, dal peso di circa 60 chili, gli schinieri di rame, un
giavellotto, una lancia la cui lama di ferro pesa circa 7 chili ed un grande scudo.
Saul promette la mano della figlia Merab e l’esenzione dalle tasse a chi abbatte il gigante ma
nessun israelita accetta la sfida, finché al campo giunge David che rifiuta le armi del
re, affronta Golia armato solo di una fionda e lo abbatte (è il celebre David di
Michelangelo).
I Filistei si danno alla fuga, subito inseguiti dagli Israeliti che ne fanno strage.
A Ghibea - A Corte di re Saul.
Davide guadagna la nomina a "capo di mille", l’esenzione dalle tasse per la sua famiglia ma anche
la gelosia e l’invidia di Saul, che aumentano con i successivi successi di David contro i
Filistei e l’amicizia che s’instaura tra David e Gionatan, figlio di Saul.
Saul nega la mano della figlia Merab a David, cerca due volte di ucciderlo tirandogli una lancia
mentre suona, infine chiede in cambio della mano dell’altra figlia Mical la morte di 100
Filistei, sperando che David venga ucciso nel tentativo. David invece torna dopo aver ucciso 200
Filistei e sfugge la terza volte alla lancia tirata da Saul.
David guadagna la fiducia anche di Mical, che una notte lo avvisa dell’arrivo dei sicari inviati
da Saul, poi copre la sua fuga dalla finestra; mette un fantoccio sotto le coperte e dice
al padre che David è malato, dandogli così tempo di allontanarsi (l’evento ispira
il Salmo 59; "Liberami dai miei Nemici").
Fuggiasco.
David raggiunge il profeta Samuele ed insieme riparano a Naiot, il quartiere dei profeti di
Ramataim-Zofim. Per tre volte i messaggeri del re lo raggiungono ma sono miracolosamente
confusi, cosa che accade allo stesso re Saul venuto di persona.
Fallito un tentativo di mediazione tramite Gionatan, David lascia Samuele, passa per Nob dal
sommo sacerdote Ahimelec e fingendosi inviato da Saul si fa consegnare del cibo e la spada di
Golia, quindi cerca ospitalità presso Achis re filisteo di Gat, ma non essendo bene
accolto si finge matto e riesce a fuggire (la finta pazzia è ricordata salmi 34 e
56).
Il rifugio successivo è la caverna di Admullam, più scomoda ma sicura (Salmi 57 e
142; recitato da Francesco d'Assisi da sera prima di morire, 3 X 1226). A David si uniscono i
familiari e 400 sbandati. Saul, non trovandolo, sfoga la sua rabbia facendo uccidere il sommo
sacerdote Ahimelec, altri 84 sacerdoti, numerosi abitanti, donne e bambini di Nob, per l’aiuto
dato a David (la strage ispira il Salmo 52) e dà la figlia Mical in sposa ad un
altro.
David accoglie Abiatar, figlio di Ahimelec sfuggito alla strage, affida la propria famiglia al re
moabita di Mizpe (nemico di Saul) ed è abbastanza forte da salvare la città di
Cheila, assediata dai Filistei, ma gli abitanti sono egualmente pronti a consegnarlo a Saul,
quindi decide di non restare fermo nello stesso posto : prima fugge nel deserto di Zif (la Rift
Valley), poi ad Ores ed infine nel deserto di Maon; qui Saul sta per accerchiarlo ma deve
abbandonare l’inseguimento per affrontare un’invasione dei Filistei (l’evento ispira il Salmo
54). Il luogo è quindi chiamato Sela-Hammahlekoth (Rupe delle Divisioni).
Le parti s’invertono presso l'oasi di En-Ghedi, nel il deserto di Giuda (il soggiorno
nell'impervia depressione del mar Mortoispira il Salmo 18; "Jahvè è la
mia Rupe e la mia Salvezza", ed il Salmo 63; "La mia Anima ha Sete di Te"). David
è nascosto in una grotta dove entra Saul ignaro e solo, tuttavia non lo uccide
e si limita a tagliarli un pezzo di veste, dimostrando di non provare ostilità
per il suo persecutore, ma invece che rendere possibile la riconciliazione ne causa
ancor più l’ostilità.
Il rispetto è dovuto al fatto che Saul è il re prescelto da Jahvè. L’avaro
Nabal di Carmelo invece causa l’ira di David, deciso ad ucciderlo, sterminarne i servitori ed i
4.000 armenti. Solo l’intervento di Abigal, moglie di Nabal, evita la strage. Dieci giorno dopo
Abigal muore di morte naturale e David ne sposa la vedova Abigal, che diviene sua terza moglie,
avendo frattanto sposato anche Ahinoam di Irzeel.
Benché anziano e tormentato, Saul e l’energico comandante del suo esercito Abner, guidano
3.000 uomini in caccia di David nel deserto di Zif, dove una notte David ed Abisai si
introducono di nascosto nell’accampamento del re, sul colle di Achila, sottraendogli la spada e
la brocca d’acqua. Abner è beffato e deriso per non aver fatto buona guardia al suo
re.
Questo è il periodo più tormentato di Davide, odiato e perseguitato da suoi vecchi
compagni e non da stranieri, amareggiato soprattutto dalle menzogne messe in giro sul proprio
contro.
A Ziclag - Rifugiato presso i Filistei.
Davide pone fine ai continui spostamenti forzati offrendo la propria spada ad Achis, re
filisteo di Gat, che gli assegna la cittadina di Ziclag (1079 a.C.), dove dimostra di possedere, oltre
alle doti di guerrigliero, quelle diplomatiche.
Ai 600 uomini della sua banda si uniscono 30 disertori israeliti di varie tribù, tra quali
Amasao, Ahiezer e Joas di Ghibea, personaggi influenti vittime delle lotte di potere causate
dalla diminuzione del prestigio di Saul.
David guida alcune sanguinose incursioni nella Palestina meridionale, da Telam fino all’Egitto,
contro i Gherusiti, contro i nomadi Ghirziti e contro lo sceicco edomita degli Amalechiti,
nemici degli Israeliti.
Interrogato da Achis sulle sue attività, scaltramente risponde di aver colpito "a sud di
Giuda" e "a sud dei Cheniti", inducendolo a credere di aver oramai compromessa la
possibilità di tornare nella terra natale.
Achis lo invita a prendere parte all’invasione filistea in Israele, ma gli altri principi
filistei temono un suo tradimento ed ottengono che sia rinviato a Ziclag. La cittadina è
però stata saccheggiata ed incendiata dagli Amalechiti, che stanno ritirandosi portando
schiavi le donne ed i bambini, tra i quali Abigal e Ahinoam, le due mogli di David.
David con 800 uomini insegue gli Amalechiti e li sorprende, ne fa strage, recupera le mogli ed il
bottino. Solo 400 Amalechiti riescono a fuggire grazie ai propri cammelli.
Frattanto i Filistei hanno sconfitto sul monte Ghilboa Saul re d’Israele, che perde i figli
Gionatan, Abinabad, Malchi-Sua e si suicida per evitare l’umiliazione della cattura. Il corpo
del re e la sua armatura restano in mano ai vincitori mentre il suo braccialetto ed il diadema
reale sono portati a David da un Amalechita che dichiara di aver ucciso Saul, non è
creduto ma è giustiziato lo stesso.
Per commemorare la morte del suo persecutore e del miglior amico Gionatan, David scrive il canto
funebre "L’Arco" ("Perchè sono Caduti gli Eroi ?").
Ad Ebron - La Lotta per il Trono.
David, ora trentenne, si sposta ad Ebron dove è riconosciuto re dagli anziani della
tribù di Giuda (1077 a.C.).
Is-Boset, quarantenne e quarto genito di Saul, minacciato dall’invasione filistea e dallo stesso
David, è costretto a riparare a Galaad, Oltregiordano, dove grazie all’appoggio del
comandante dell’esercito Abner si fa riconoscere re dai sudditi della zona: le tribù di
Gad, Ruben e parte di quella di Manasse, la città di Izreel e gli Asuriti soggetti, poi
dalle tribù di Efrim e di Beniamino, infine da tutto Israele, tranne la tribù di
Giuda.
La lotta per il trono dura sette anni e lo scontro decisivo avviene presso la piscina di Gabaon,
dove Gioab, che guida le forze di suo zio David, con i fratelli Abisai e Asael, fronteggia
l’esercito di Is-Boset guidato da Abner.
I due comandanti, per evitate la battaglia fratricida, si accordano per limitare lo scontro ad
un duello tra 12 campioni per parte, ma i 24 duellanti si uccidono tutti tra loro. Il luogo
è chiamato "Elcat-Azurim" (Campo dei Coltelli di Selce) ed i due eserciti si lanciano uno
contro l’altro. L’esercito di David perde 20 uomini contro i 360 di quello di Is-Boset, che
fugge verso il deserto. Nella fuga Abner è raggiunto da Asael ma lo uccide e si mette in
salvo. Per commemorare il nipote caduto, David digiuna e compone un canto.
Abner abusa del proprio potere giacendo con una concubina di Saul, riservata all’erede del trono,
causando l’inimicizia di Is-Boset, quindi apre trattative con David e passa dalla sua parte
riportandogli anche la moglie Mical, che rafforza le sue pretese al trono.
Tuttavia due comandanti generali sono troppi. Gioab accusa Abner di essere una spia ed alla
prima occasione lo uccide, complice Abisai, vendicando la morte del loro fratello Asael (il
fatto induce David alla pietà, espressa componendo un canto). Alla notizia della sua
morte, Baan e Recab "capitani di predoni" di Is-Boset, lo uccidono portando la sua testa a David
sperando di ingraziarselo, ma sono invece giustiziati.
David è acclamato re da tutto l’esercito d’Israele riunito.
A Gerusalemme - L’espansione del Regno.
David assale la forte città di Gebus, riuscendo a far penetrare Gioab in città
attraverso un acquedotto (evento ricordato nel Salmo 15). La città è rinominata
Gerusalemme e diviene la nuova capitale del regno (1070 a.C.). Oltre alla forte posizione
difensiva, la capitale ha il vantaggio politico di non trovarsi nel territorio di nessuna delle
Dodici Tribù, proponendosi sovrana su tutte.
Nell’esercito il legame tribale è allentato formando il rango scelto de "I Trenta", con i
migliori guerrieri di tutte le tribù.
Pacificato l’interno, la politica di David si concentra sui paesi vicini:
Il bisogno di edificare una nuova corte favorisce l’accordo commerciale con Hiram re fenicio di Tiro, il primo a riconoscere opportunamente il nuovo sovrano, al quale fornisce materiale da costruzione. Il palazzo edificato da David è chiamato "Casa dei Cedri".
Anche il matrimonio con Maaca, figlia di Talmai re arameo di Ghesur, ha fini politici : la penetrazione diplomatica nell'Aram (Siria), il controllo delle vie commerciali con la Fenicia e delle tribù israelite del nord.
I Filistei (sulla costa) sono invece contrari all’elevazione del re-condottiero, proseguono con le loro incursioni giungendo fino al bassopiano di Refraim, presso Gerusalemme, ma sono per due volte sconfitti dagli Israeliti, riuniti sotto la guida dal nuovo sovrano. Il luogo della prima vittoria è chiamato Baal-Perazim (Signore delle Brecce), la seconda vittoria è ottenuta aggirando gli invasori nel bassopiano di Refaim. I vincitori distruggono numerosi idoli dei Filistei e tolgono loro le città di Meteg-Amma e Gat.
Contro i Moabiti si distingue Benaia, comandante della guardia dei Cheretei e dei Peletei, che uccide due loro campioni e stermina due terzi della popolazione. I Moabiti sono costretti a versare un tributo.
Adadezer re arameo di Zoba (a Nord), che cerca di espandere il suo regno in Siria
Meridionale, perde in una battaglia 1.000 carri, 7.000 cavalieri, 20.000 fanti.
L’esercito arameo successivo comprende mercenari della Mesopotamia ma è nuovamente
sconfitto lasciando 22.000 caduti (Salmi 10).
David ottiene un tributo, gli scudi dorati dei servitori di Adadezer come trofei, impone proprie
guarnigioni a Damasco ed in altre cittadine nel paese, ottiene un tributo e riceve doni da Toi
re arameo di Amat (odierna Hama), rivale dello sconfitto.
Gli Edomiti (a sud) invadono Giuda approfittando della guerra contro gli Aramei, riportano alcuni successi ma sono infine sconfitti. Nella guerra si distingue Abisai capo de "I Trenta", che abbatte 18.000 Edomiti nella Valle del Sale e li sottomette lasciando guarnigioni (Salmo 60; "Si Levi Jahvè, Siano Dispersi i Suoi Nemici", scelto dai Crociati come canto di marcia e di battaglia). I superstiti Edomiti riparano in Egitto.
La guerra contro il re ammonita Annun (Oltregiordano) frutta a Davide la quarta moglie
Betsabea (ispiratrice del Salmo 51), anche se in modo discutibile; David la seduce mentre il
marito Uria è all’assedio della capitale ammonita Rabba (odierna Amman), poi ordina al
fedele Gioab, che dirige l’assedio, di utilizzare Uria negli attacchi più rischiosi
finché è ucciso. La mancanza di una punizione divina dimostra la sincerità
del pentimento di David per la sua azione (Salmo 50; "Abbi Pietà", reso in latino con
il noto "Miserere").
Gli Ammoniti con 1.000 talenti ingaggiano un composito esercito arameo che comprende 2.000 carri
e numerosi cavalieri, ma Gioab ed il fratello Abisai sconfiggono Ammoniti ed Aramei uniti.
La città è privata del rifornimento idrico ed è costretta ad arrendersi.
David ottiene la corona d’oro e pietre preziose della divinità ammonita Moloc (34 Kg),
sottomette le altre città ammonite ed invia gli abitanti ai lavori forzati.
I Filistei sono nuovamente sconfitti a Ghezer, dove si distingue Sibeccai che abbatte il gigante Sippai, come Golia figlio di un refaim (la grandezza di David garantisce quindi quella dei suoi sudditi).
Le vittorie assicurano a David il controllo dei territori dall’Eufrate all’Egitto (come cantato
nei Salmi 9, 60, 108; "Certamente Sveglierò l’Aurora" ed il guerresco 144, mentre il
Salmo 7 inizia con l'antico grido di guerra degli Israeliti : "Sorgi, o Jahvé, nella Tua
Ira") e rafforzano la monarchia. A questo scopo, David afferma ulteriormente l’importanza di
Gerusalemme traslocandovi l’Arca dell’Alleanza (dopo un primo tentativo fallito, evocato dal
Salmo 6), regolando il servizio sacerdotale (che comprende quello giudiziario ed il canto dei
Salmi).
L’arrivo dell’Arca nella capitale, accompagnata da 742 sacerdoti muniti di cembali e trombe,
è celebrato con il componimento di un canto e la gioia dell’evento è manifestata
da David danzando (l’evento è ricordato nei Salmi 29 e 30).
Le Rivolte.
Grazie ad un censimento l’esercito è valutato in 1.100.000 combattenti d’Israele e 470.000
di Giuda, organizzati in 12 grosse unità, ma questa misura è considerata malvista
da Jahvé e causa della pestilenza che colpisce il regno abbattendo 700.000 persone.
Davide acquista a Gerusalemme un’area dove compiere sacrifici augurali, inizia a raccogliere
legname, a far tagliare pietre ed a far disegnare piani architettonici per il Tempio di
Gerusalemme (Salmo 68), che sarà realizzato da suo figlio Salomone (l’unico Salmo scritto
da Salomone, il 127, riguarda il Tempio).
Al flagello della peste segue una serie di rivolte all’interno della famiglia reale.
Absalon, secondogenito di Saul, fa ubriacare ed uccide il fratellastro maggiore Amnon,
colpevole di avergli violentato la sorella, e fugge dal nonno materno Talmai re arameo di
Ghesur.
Dopo tre anni gli è assicurato il perdono e rientra, ma trascorsi altri due anni si
ribella con l’appoggio del consigliere Ahitofel e gran parte dell’esercito guidato da Amasa.
Absalon si fa costruire un carro da combattimento (secondo gli usi dei popoli vicini), che fa
precedere da 50 uomini (la guerra civile è tema dei Salmi 3, 5 e 6).
David rifiuta di affrontare in battaglia il figlio, abbandona Gerusalemme e gli intrighi della
corte, accompagnato dai sacerdoti Abiatar, Zadoc, la guardia scelta di Cheretei e Peletei
guidati da Benaia, 600 mercenari Gattiti (Filistei di Gat) e ripara a Bet-Merac (La Casa
Lontana), poi nell’Oltregiordano a Maanaim, sulle colline di Galaad.
Absalon occupa la capitale e l’harem del padre (Salmo 15) ma non approfitta ulteriormente del
momento favorevole, ascoltando il consiglio di Husai "Il Compagno" (che in realtà
è il principale agente di David); raccoglie nuove forze ma dà al padre il tempo
di fare altrettanto e Ahitofel, oramai sicuro del fallimento della rivolta, si uccide.
I due eserciti si affrontano presso la foresta di Efraim dove Gioab, Abisai ed Ittai riportano
la vittoria per David abbattendo 20.000 ribelli e lo stesso Absalon, rimasto impigliato con i
capelli ai rami di un albero mentre fuggiva. Il suo monumento funebre, eretto nel Bassopiano del
Re, rimane vuoto.
Rientrato a Gerusalemme, David subisce la rivolta del beniamita Seba che raduna attorno a
sé i malcontenti di tutte le tribù contrarie alla supremazia di quella di Giuda,
ma è costretto a fuggire di fronte al deciso intervento di Abisai con le truppe del
fratello Gioab (presente come consigliere sebbene non abbia incarichi ufficiali), i Cheretei ed
i Peletei.
Seba ripara ad Abel di Bet-Maaca, nel Neftali, ma gli abitanti si rifiutano di subire un
assedio, lo uccidono e gettano la sua testa fuori delle mura. Amasa, giunto tardivamente con le
truppe di Giuda per sedare questa rivolta, è ucciso da Gioab (che ha così
eliminato un altro possibile rivale).
Le difficoltà interne spingono i Filistei ad aprire le ostilità, ma gli
Israeliani si dimostrano capaci di affrontarle: Alla battaglia di Gob, Sibeccai l’Usaita abbatte
il figlio di refaim Saf, mentre Elanan uccide Lami, fratello di Golia. In un’altra battaglia
Gionatan, nipote di David, abbatte un figlio di refaim che possiede sei dita sulle mani e sui
piedi (mostro che ovviamente ispira a David un cantico).
In questa guerra si distinguono inoltre Ioseb-Bassebet che uccide 800 uomini, Eleazard che a
Pas-Dammim protegge la ritirata dai compagni riuscendo a mettere in fuga gli inseguitori da
solo, e Samma, che sconfigge un contingente di Filistei intento a saccheggiare. Questi eroi sono
chiamati "I Tre" mentre Abisai ottiene la nomina a capo dei "30", e salva David nella sua ultima
battaglia uccidendo il grande filisteo Isbi-Benob (che non è detto figlio di refaim,
è un segnale di debolezza nell’uccisore di Golia).
Benaia, il comandante della guardia dei Cheretei e Peletei, accresce la sua fama uccidendo un leone affamato e, armato solo di un bastone, un gigantesco egiziano alto 2,20 metri ed armato di lancia.
In vista delle future lotte per il trono, David fa eliminare gli ultimi discendenti del
precedente re Saul. Oramai malato, subisce ancora la ribellione del quarto genito Adonia,
appoggiato dal comandante dell’esercito Gioab e dal sommo sacerdote Abiatat. Adonia, come
già il fratello Absalon, si fa costruire un carro da guerra (durante il regno di Salomone
i carri da guerra entrano a far parte dell’esercito israelita, raggiungendo il numero di 1.400).
Il re invece nomina suo successore il figlio preferito Salomone "Iedidia" ("Diletto di
Jahvè", gli è dedicato il Salmo 72), al quale consiglia il delitto politico del
troppo influente Gioab e quello personale di Simai, colpevole di aver dileggiato David mentre
abbandonava Gerusalemme (al ritorno di Davide ha chiesto ed ottenuto perdono, ricordato nel
Salmo 35).
Salomone promuove Benaia a capo dell’esercito, lo incarica di giustiziare Gioab (per
l’assassinio di Abner e Amasa), prosegue le epurazioni facendogli uccidere anche fratellastro
Adonia (che ha chiesto in moglie Abisag, una delle concubine del padre) e caccia il sommo
sacerdote Abiatar, sostituito da Zadoc.
David muore dopo aver regnato per quaranta anni ed è sepolto nella Fortezza di Sion,
nell’area che prende il nome di Città di Davide. Qui saranno sepolti anche i suoi
successori. La dinastia in un passo biblico è paragonata ad una stella (e la Stella di
David è raffigurata sull'attuale bandiera di Israele).
Anche da anziano, David ha continuando a scrivere Salmi raggiungendo il numero di 75 (sui 150
totali, utilizzati come testi anche da Bach, Brahms e Schubert). Gli ultimi Salmi sono detti
"Per Far Ricordare" ed il 72, dedicato al figlio Salomone, termina con le parole "Le Preghiere
di Davide Sono Giunte alla Fine".
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