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Negli ultimi anni, una continua ricerca ha prodotto lo sviluppo di un gran numero di metodi atti ad inattivare gli agenti infettanti nei prodotti labili.
Bersagli microbiologici
Il primo obiettivo consiste nell'individuare i bersagli microbiologici dell’inattivazione. Tra questi vi sono innanzitutto i retrovirus, quali l’HIV 1/2 e I'HTLV-I/II, i virus epatitici (HBV, HCV, HAV), il parvovirus B19 e gli Herpes virus 6 e 8 (HHV-6, HHV-8). Importanti sono anche i contaminanti batterici presenti nel sangue o sulla pelle del donatore, che possono svilupparsi durante la conservazione a temperatura ambiente o anche al freddo e sono in grado di causare infezioni e setticemie anche letali. I più importanti agenti infettivi che possono essere presenti nei concentrati piastrinici sono lo Staphylococcus epidermidis e gli stafilococchi coagulasinegativi, la Salmonella enteritidis, il Bacillus cereus e la Serratia marcescens. Nei concentrati eritrocitari sono stati individuati la Yersinia enterocolitica, il Pseudomonas fluorescens, il Citrobacter freudii e la Serratia marcescens. La
sifilide post-trasfusionale, occasionalmente trasmessa in passato con sangue
fresco, non rappresenta oggi un pericolo, soprattutto perché il Treponema
pallidum viene inattivato dal freddo nel corso della conservazione. Le malattie parassitarie che si possono trasmettere con gli emocomponenti labili comprendono la malaria, dovuta ai plasmodi e, molto più frequentemente, il Trypanosoma cruzii. In
letteratura sono infine stati descritti anche casi di contaminazione da Babesia
microti e da Toxoplasma gondii. Sono
infine da ricordare i prioni, anche se non vi sono ancora evidenze della
trasmissione nell'uomo di encefalopatie spongiformi con il sangue o i suoi
prodotti.
Sono candidati
all'inattivazione virale e microbica sia i concentrati di emazie e
piastrine che le cellule staminali emopoietiche o il sangue del cordone
ombelicale. Debbono
inoltre essere considerati anche il plasma fresco congelato e, dove ancora
prodotti, i crioprecipitati, anche se per questi preparati sono state proposte,
grazie alla lunga conservabilità, efficaci strategie di
quarantena. Per
essere efficaci, i processi di inattivazione debbono essere attivi nei riguardi
di tutte le frazioni ematiche potenzialmente contaminate. Ad esempio, virus come
l’HIV possono essere liberi nel plasma privo di cellule, inclusi nei leucociti
o, ancora, integrati nell'acido nucleico del genoma dei leucociti stessi, in
forma latente. I
leucociti che contaminano gli emocomponenti labili possono veicolare e
trasmettere agenti infettivi intracellulari, in particolare virus, quali il già
considerato HIV, il CMV e l'HTLV I. Mentre un’appropriata filtrazione del sangue prima della conservazione (pre-storage) si è dimostrata valida nel prevenire la trasmissione dell’infezione da CMV e nel ridurre sensibilmente le reazioni febbrili non emolitiche, mancano ancora studi in grado di dimostrare che tale tecnologia è anche capace di impedire l’infettività cellulo-mediata da HIV o da HTLV-I. |
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