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Piastrine

 

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CONCENTRATI PIASTRINICI DA SINGOLA UNITA'

 

Descrizione

I concentrati piastrinici da singole unità sono l'emocomponente derivato dal recupero della maggior parte del contenuto in piastrine di sacche di sangue intero fresco.

Un concentrato piastrinico preparato da una singola unità di sangue intero presenta un contenuto in piastrine che varia da 45 a 85 x 109 (media 70 x 109) piastrine in 50-60 mL di mezzo di sospensione: le variazioni sono in rapporto alla modalità di preparazione prescelta. Egualmente, tale concentrato presenta un contenuto di leucociti che varia da 0,05 a 1x109 e di eritrociti compreso fra 0,2 e 1x109, a meno che non siano state attuate misure utili a diminuire l'inquinamento.

Metodiche di preparazione

Un'unità di concentrato piastrinico terapeuticamente valido equivale a 4-6 concentrati ottenuti da singole unità di sangue intero fresco. Una dose equivalente può essere preparata:

a.  Da plasma ricco in piastrine (PRP). L'unità di sangue fresco viene centrifugata a bassa velocità in modo che nel plasma supernatante rimanga un numero ottimale di piastrine e un numero, il più ridotto possibile, di eritrociti e leucociti. La separazione del plasma deve fermarsi al livello di 8-10 mm sopra lo strato eritrocitario.
Il PRP viene quindi centrifugato ad alta velocità al fine di ottenere la sedimentazione delle piastrine. Il plasma surnatante, povero di piastrine (PPP), viene rimosso, lasciandone nella sacca circa 50-70 mL. Infine, mediante l'uso di opportune apparecchiature, si facilita la disaggregazione e la risospensione delle piastrine sedimentate.
(2) Riunendo più buffy-coats. Questa preparazione si basa sul principio che, centrifugando un'unità di sangue intero ad alta velocità, praticamente tutte le piastrine contenute sedimentano insieme ai leucociti nello strato leuco-piastrinico (buffy-coat).

b.  La separazione dei buffy coat avviene in genere durante la preparazione di concentrati eritrocitari. Riunendo insieme più buffy-coats (da 4 a 6) in un'appropriata soluzione nutriente e filtrando quanto ottenuto è possibile ottenere un concentrato contenente circa 2,5 x 1011 piastrine.
Le Raccomandazioni Europee prevedono che questa procedura venga effettuata prima della conservazione e, possibilmente, entro 6 ore dalla raccolta.

Caratteristiche

Volume

> 40 mL

Conteggio piastrine

> 60x109/unità
Leucociti residui preparati da PRP prima della leucodeplezione < 0,2x109/unità
Leucociti residui preparati da buffy-coat prima della leucodeplezione < 0,05x109/unità
Leucociti residui dopo leucodeplezione < 0,2x106/unità
pH a fine conservazione  fra 6,5 e 7,4
La dimostrazione del fenomeno dello swirling (produzione di una nubecola, dovuta alla dispersione della luce in seguito a movimento di piastrine morfologicamente normali) rappresenta un controllo affidabile della qualità del prodotto e va attuata durante la conservazione e al momento della distribuzione e trasfusione.

Conservazione e trasporto

Le piastrine debbono essere conservate in condizioni tali da garantirne la totale vitalità e da preservarne le capacità emostatiche. Le sacche destinate a contenere concentrati piastrinici durante la conservazione debbono essere sufficientemente permeabili ai gas respiratori, così da assicurare alle piastrine una buona disponibilità di O2

La richiesta O2 è direttamente proporzionale alla concentrazione di piastrine e all'inquinamento leucocitario. 

Il volume della soluzione di risospensione deve essere tale da garantire una concentrazione cellulare inferiore a 1,5x109/mL e il pH, durante tutto il periodo della conservazione, deve essere mantenuto fra 6,5 e 7,4.
La temperatura di conservazione deve essere di +22ºC (± 2ºC); una costante agitazione
garantisce la massima disponibilità di O2.
Nelle migliori condizioni di conservazione, le piastrine mantengono la loro vitalità ed efficacia sino a 7 giorni; tuttavia, attualmente, si consiglia di non superare i 5 giorni di conservazione.

La durata del periodo di conservazione dipende dal contenitore impiegato: può arrivare a 5 giorni qualora venga utilizzata una sacca in poliolephine e l'emocomponente sia assemblato a circuito chiuso.

I contenitori destinati al trasporto di concentrati piastrinici debbono essere tenuti a temperatura ambiente, almeno per 30 minuti prima della loro utilizzazione. 

Durante il trasporto, la temperatura deve essere mantenuta quanto più vicina possibile a quella di conservazione e, al ricevimento, salvo un'immediata trasfusione, il concentrato deve essere conservato nelle condizioni ottimali sopra indicate. Si raccomanda di sottoporre il concentrato a un'ulteriore agitazione prima della trasfusione.

Indicazioni

Sanguinamenti associati a trombocitopenia o deficit qualitativo delle piastrine; conta piastrinica ridotta o in calo progressivo in associazione con cancro, chemioterapia, aplasia o CID. Pazienti piastrinopenici da sottoporre ad intervento chirurgico.

Dosaggio

Determinato dalla situazione clinica (sanguinamento vs profilassi) e dalla massa corporea: 1 unità/10 kg di peso corporeo in bambini e adulti o 5 mL/kg nei neonati dovrebbe incrementare la conta piastrinica di circa 50.000/mL.

Se il ricevente è una donna Rh D-negativa in età fertile o una bambina, non si dovrebbero trasfondere concentrati piastrinici provenienti da donatori Rh D-positivi. Qualora fosse necessario usare piastrine da donatori Rh D-positivi, si dovrebbe prendere in considerazione l'uso di Ig anti-D per prevenire una immunizzazione Rh.

Controindicazioni

Difetti dell'emostasi plasmatica non associati a difetti piastrinici; è possibile un peggioramento in caso di porpora trombotica trombocitopenica (PTT); può non essere di alcun giovamento in pazienti refrattari con porpora trombocitopenica idiopatica (PTI), porpora immunomediata da farmaci, CID non trattata ed ipersplenismo.

Effetti collaterali

  • Reazioni trasfusionali non-emolitiche (in genere, caratterizzate da brivido, febbre, orticaria). L'incidenza di tali reazioni può essere efficacemente ridotta dall'impiego di piastrine leuco-deplete.

  • Alloimmunizzazione nei riguardi degli antigeni HLA ed HPA. Qualora si usino piastrine leucodeplete, il rischio di immunizzazione anti-HLA viene fortemente ridotto, sempre che anche eventuali altri emocomponenti da utilizzarsi siano leucodepleti.

  • Trasmissione di agenti virali, protozoari, batterici e della sifilide (come segnalato per il sangue in toto). L'uso di concentrati leucodepleti riduce sensibilmente la possibile trasmissione di CMV.

  • Porpora post-trasfusionale

  • TRALI (se le piastrine sono sospese in plasma).

 

Concentrati piastrinici da aferesi

 

Descrizione

concentrati piastrinici da aferesi sono ottenuti da un singolo donatore utilizzando un separatore cellulare.
Metodiche di preparazione

Mediante aferesi, è possibile raccogliere da un singolo donatore una quantità di piastrine equivalente a quella ottenibile da 3 a 13 unità di sangue intero. La contaminazione leucocitaria può essere ridotta introducendo nella procedura un processo di filtrazione (o un'ulteriore centrifugazione). Il concentrato da aferesi può essere anche diviso in più aliquote standard.

In rapporto alla metodologia usata e all'apparecchiatura impiegata, il contenuto in piastrine del concentrato può variare fra 2 e 8 x 1011. Anche la contaminazione leucocitaria ed eritrocitaria varia in rapporto alla procedura e all'attrezzatura utilizzata.

L'utilità del metodo sta nel raccogliere piastrine da un singolo donatore, riducendo il rischio di immunizzazione anti-HLA e di trasmissione di malattie infettive. 

L'uso di donatori selezionati permette il trattamento di pazienti con immunizzazione antileucocitaria o antipiastrinica.

Caratteristiche Volume > 40 mL per 60 x 109
Conta piastrinica > 2 x 1011 / unità
Leucociti residui prima della deplezione < 1x109/unità
Leucociti residui dopo leucodeplezione < 1x109/unità
pH a fine conservazione fra 6,5 e 7,4
La dimostrazione del fenomeno dello swirling rappresenta un controllo affidabile della qualità del prodotto e va attuata durante la conservazione e al momento della distribuzione e trasfusione.

Conservazione e trasporto

Le piastrine debbono essere conservate con modalità tali da assicurare la loro vitalità e attività emostatica ottimale.
Qualora il periodo di conservazione debba prolungarsi oltre 24 ore, le piastrine debbono essere raccolte con un sistema "chiuso".
I concentrati piastrinici devono essere mantenuti in movimento continuo, a una temperatura di +22ºC (± 2ºC). La conservazione non va prolungata per più di 5 giorni.

Indicazioni

Le stesse del concentrato piastrinico da singola unità

Dosaggio

Lo stesso del concentrato piastrinico da singola unità

Controindicazioni

Le stesse del concentrato piastrinico da singola unità

Effetti collaterali

Gli stessi del concentrato piastrinico da singola unità

 

Piastrine crioconservate (da aferesi)

 

Descrizione

Le piastrine crioconservate (da aferesi) sono un emocomponente preparato congelando a -80ºC o a temperature inferiori, un concentrato di piastrine, prelevate in aferesi da non più di 24 ore in un opportuno agente crioprotettivo.
Una unità ricostituita di piastrine crioconservate è praticamente priva di eritrociti e di granulociti. Un tale tipo di preparato permette di conservare le piastrine di un paziente-donatore ad uso autotrasfusionale.
Metodiche di preparazione Due sono i metodi generalmente impiegati, in rapporto al crioprotettivo utilizzato: uno prevede l'uso del Di-Metil-Sulf-Ossido (DMSO) al 6% (peso/volume) e l'altro quello del glicerolo al 5% (peso/volume).
Prima della loro utilizzazione le piastrine sono scongelate e lavate (o direttamente risospese) con plasma autologo o con soluzione salina isotonica.
Caratteristiche Volume da 50 a 200 mL
Conta piastrinica > 40% del contenuto piastrinico prima del congelamento
Leucociti residui < 0,2x106per 60x109 piastrine
La dimostrazione del fenomeno dello swirling rappresenta un controllo affidabile della qualità del prodotto e va attuata al momento della distribuzione e trasfusione.

Conservazione e trasporto

Le piastrine allo stato congelato debbono essere costantemente mantenute a -80ºC se sistemate in un congelatore meccanico o a -150ºC se collocate in vapori di azoto. Qualora la conservazione debba protrarsi per più di 1 anno, è preferibile la conservazione a -150ºC.
Una volta scongelate, le piastrine debbono essere immediatamente utilizzate: soltanto in caso di breve intervallo, esse possono essere conservate a +22ºC (±2°C), in costante agitazione.

Se è inevitabile il trasporto allo stato congelato, bisogna mantenere strettamente le prescritte condizioni di conservazione durante il trasporto stesso.
Il trasporto di piastrine scongelate deve essere limitato al massimo e devono essere assicurate le condizioni di conservazione precedentemente indicate.

Indicazioni

Le piastrine criopreservate dovrebbero essere riservate esclusivamente per fornire piastrine HLA e/o HPA compatibili, quando un donatore egualmente compatibile non sia immediatamente disponibile.

Le forme cliniche che possono avvalersi di questo emocomponente sono:

  • piastrinopenia alloimmune antenatale e neonatale;

  • alloimmunizzazione HLA;

  • trapianto di midollo osseo.

Dosaggio

Lo stesso del concentrato piastrinico da singola unità

Controindicazioni

Le stesse del concentrato piastrinico da singola unità

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali sono i medesimi considerati a proposito dei concentrati piastrinici da unità singole, con l'importante esclusione della TRALI.

 

 Copyright© 1999/2005 - Francesco Angelo Zanolli - Ultimo aggiornamento in data 16/11/2005