Intervento di Sua Eminenza Cardinale Severino Poletto
Arcivescovo di Torino
Buongiorno a tutti. Ringrazio il Professor Pinna Pintor per avermi
invitato a questo Simposio “Dalla qualità percepita alla
percezione dell’errore medico”. Io non sono un esperto
delle discipline a riguardo delle quali ci saranno le relazioni della
giornata, ma ho riflettuto su questo argomento per poter offrire a voi
qualcosa in più di un semplice saluto. Ho letto anche la
relazione che ha fatto il Professor Pinna Pintor in modo da rendermi
conto dei temi che vengono affrontati in questo Simposio. Ovviamente
non ho suggerimenti da dare in proposito. Devo semplicemente
ringraziare il Professor Pinna Pintor per queste iniziative di alto
livello scientifico che la Fondazione Pinna Pintor organizza.
La medicina è una scienza che ha un’evoluzione rapidissima
e quindi, se non ci sono programmi di aggiornamento continuo e la
relativa comunicazione delle informazioni, si corre il rischio che il
rapporto medico – paziente sia non sufficientemente preciso e
finalizzato alla salute del paziente stesso. Credo che in passato gli
errori dei medici fossero molto spesso rimossi, perché nessuno
veniva a sapere se un malato era deceduto o se le sue condizioni di
salute erano peggiorate a causa di un errore medico. Si diceva:
“È andata così”. Le situazioni che si
sviluppavano venivano presentate come eventi di tipo fatalistico. Oggi
però parlare di errori medici, soprattutto della loro
percezione, e promuovere una divulgazione dell’errore a livello
di comunicazione al pubblico non so se sia conveniente. Certamente a
livello scientifico è non solo opportuno, ma doveroso, non
tralasciare nessuna considerazione in proposito. Penso che quanto
più uno tende a percepire (non so se interpreto bene il titolo
del Simposio) il valore della qualità, quindi il valore della
competenza e della specializzazione della professione medica, tanto
più vede il rischio e il margine di errore ad essa connessi.
Come Arcivescovo di Torino sono ben lieto di portare a tutti i
partecipanti a questo Simposio, e quindi a tutti Voi, il saluto della
Chiesa torinese. La nostra Diocesi è molto attenta al settore
della Sanità. Riteniamo infatti che tutto ciò che
riguarda la salute delle persone sia un aspetto molto importante anche
della nostra Pastorale. Dobbiamo aiutare a custodire sia la vita, sia
la qualità della vita, sostenendo chi è
“appesantito” da un’esperienza, da una prova di
malattia, e chi è personalmente toccato dalla malattia o dalla
morte di un congiunto. Il legame che c’è tra la Pastorale
della Chiesa e le discipline delle quali Loro si occupano è
molto stretto. Ecco perché nelle strutture sanitarie
c’è sempre, ed è doveroso che ci sia, anche
l’assistenza religiosa.
Io e i miei collaboratori che lavorano nella Pastorale della
Sanità (sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi, laici
preparati) siamo – passatemi la parola – “medici
delle anime”, nel senso che curiamo la salute spirituale delle
persone e cerchiamo di annunciare Gesù Cristo mettendo in
rapporto il messaggio che Dio dà all’umanità con la
vita degli uomini e delle donne del nostro tempo, nelle diverse
situazioni e condizioni personali, in modo che si colga
l’amicizia, la vicinanza, la paternità di Dio nei
confronti dei problemi umani. Se dovessi quindi dare un consiglio sul
tema trattato in questo Simposio – Professore, Lei me lo
permette? – direi che la possibilità di evitare gli errori
è collegata alla capacità di non presumere troppo di se
stessi e di accettare la collaborazione dei colleghi, lavorando con
loro in équipe.
Nel programma della giornata, peraltro intensissimo, ho visto che
è prevista una relazione il cui titolo è: “Errore
personale o errore del sistema?”. Mi diceva il Dottor Bobbio che
facilmente si dovrà convenire che è più errore di
sistema che personale, però penso che quanto più la
singola persona, pur preparata, pur capace, pur arrivata anche ad
altissimi livelli di specializzazione ed esperienza, non presume di se
stessa, non si sente sicura, e quindi pone un’attenzione maggiore
al fatto che tutto ciò che conosce potrebbe qualche volta avere
un piccolo margine di errore e si confronta con altri, tanto più
il rischio di sbagliare diminuisce.
Questo mio suggerimento ha certamente una valenza significativa anche
dal punto di vista spirituale, proprio a riguardo dell’impegno
che ogni persona mette nelle diverse responsabilità della
propria professione.
Nello stesso tempo credo che sia molto importante inserirsi nel sistema
accettando il lavoro di équipe, perché quanto più
ci sono diverse e qualificate competenze che lavorano insieme –
quindi più persone che affrontano lo stesso problema –
tanto più è facile venire a conoscenza dei diversi
aspetti che la situazione presenta e quindi favorire una maggior
prevenzione dell’errore, sempre nella speranza di arrivare ad
eliminare anche i più piccoli rischi di sbagliare.
Auguro a tutti Loro di trovarsi bene non solo a Torino, ma anche in
questa prestigiosa Clinica, che è uno dei luoghi di eccellenza
della sanità nella nostra Città.
Auspico che le Loro riflessioni possano portare sensibili progressi
perché i Relatori di questo Simposio sono tutte persone
altamente qualificate per offrire un serio contributo scientifico allo
svolgimento del delicato ed importante argomento che viene affrontato.
Sicuramente sarà un passo avanti nella ricerca della conoscenza
e della condivisione delle esperienze.
Auguri di buon lavoro. Grazie.
last
update:
2005/11/22 |
|