Fondazione Arturo Pinna Pintor SIQuAS VRQ
Dalla qualità percepita alla percezione dell'errore medico - Metodologia integrata per l'individuazione dell'errore medico
Sabato 15 Ottobre 2005
Aula Fondazione Arturo Pinna Pintor
Via Vespucci 61 – Torino

Tavola Rotonda

La pubblicizzazione dell'errore medico e l'aumento del contenzioso influenzano la qualità delle cure?

Intervento del  Prof. Avv. Giovanni Comandé

Professore Straordinario di Diritto Privato Comparato

Laboratorio Interdisciplinare Diritti E Regole  

Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna

Parlare di un rischio di vivere in Italia fenomeni di proporzioni e natura simili a quelli statunitensi in tema di responsabilità sanitaria non è corretto per le profonde differenze giuridiche, strutturali, economiche e sociali  fra i due paesi. Parafrasando il bel titolo di questa giornata (Dalla qualità percepita alla percezione dell’errore medico), potremmo dire “Dal contenzioso percepito al contenzioso effettivo”, perché in realtà -salvo pochi dati- non abbiamo informazioni precise, non tanto sul numero delle controversie quanto su chi fa causa e perché, cioè non solo su quali sono le aree più bersagliate ma per capire quali sono i fattori che fanno scattare la richiesta di risarcimento.
Ciononostante tutti i professionisti della sanità percepiscono una notevole crescita del contenzioso in sede penale e civile. Questa percezione genera naturalmente delle reazioni comportamentali, che però si riflettono sul sistema (maggiori costi e rischi per la salute) piuttosto che generare medicina difensiva in senso tecnico o astensionistica. Il grosso problema alla base della c.d. crisi italiana del sistema assicurazione-responsabilità sanitaria è questo: in Italia le Aziende Ospedaliere e i singoli medici non hanno meccanismi per mettersi a nudo dal punto di vista dell’effettiva propensione al rischio, né effettivamente il mondo assicurativo ha gli strumenti adatti per misurare effettivamente la probabilità di rischio cui gli assicurandi sono esposti; mancano le basi di conoscenza del rischio in sanità prima ancora degli strumenti per la sua gestione.
La responsabilità civile non è di per sé una risposta ottimale e completa ai mali della sanità così come non lo sono altre e più “recenti” risposte volte (solo) a gestire il rischio in sanità se considerate in isolamento. Innanzitutto bisogna ricostruire un tessuto connettivo fra tutti gli attori che sono sulla scena, dal paziente al medico, alle strutture ospedaliere, ai sistemi sanitari regionali al sistema sanitario nazionale, che devono attrezzarsi per permettere una vera misurazione del rischio.
Si può creare un sistema di “pacificazione” tra gli attori e gli utenti della sanità e ciò passa attraverso una serie di meccanismi, anche normativi, che riavvicinino il paziente e il medico, perché molto spesso il paziente ricorre al contenzioso perché non ha le informazioni corrette; non sa cosa è successo. Questo percorso non necessita di un intervento legislativo ma richiede di mettere attorno ad un tavolo istituzionale e credibile tutti gli attori, con lo scopo di migliorare il livello della salute del cittadino ed eliminare le scollature fra questi e chi lo assiste.
 Questa operazione può essere fatta a livello regionale perché a questo livello si può riorganizzare il sistema sanità su basi di condivisione e di riacquistata legittimità di tutti gli attori.



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