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Copernico, la sorte del De Revolutionibus dopo la condanna della Chiesa e il ruolo di Galileo

Da Giangi Caglieris (Giovanni Maria Caglieris)

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(2) Da Biblioteca Nazionale Braidense, Milano (segnatura C.XV.9.317).
(3) Gingerich, The Eye of Heaven, AIP, 1993. Gingerich, che citerò spesso, é uno dei maggiori studiosi moderni di Copernico e in particolare del De Revolutionibus; vedi Bibliografia.
(4) Il catalogo presenta una curiosità. Contrariamente a quanto riportato nei cataloghi precedenti e successivi, la longitudine (lungo l'Eclittica) delle stelle non é calcolata dal punto dell'Equinozio di Primavera, ma dalla stella Gamma (secondo Bayer ) o 1 (secondo Flansteed) dell'Ariete. Attenzione, non la si confonda con il Punto Equinoziale o punto Gamma, già spostato molto più a ovest al tempo di Copernico.
(5)Opera. Citata: Gingherich. ne ha personalmente censite oltre 600 (Vedi Gingerich, An annotated census of Copericus' De revolutionibus,Briil, 2002).
(6)Una copia conservata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma appartenne al Clavius che annotò soprattutto la parte matematica evidenziando errori di Copernico. (Gingerich, An annotated Census ect., pag.110).
(7) Nella lettera a Keplero del 4 agosto 1597 (X, 57) dice che "quod in Copernici sententiam multis abhinc annis venerim, ac ex tali positione multorum etiam naturalium effectuum caussae sint a me adinventae, quae dubio procul per comunem hypothesim inexplicabiles sunt. Multas conscripsi et rationes et argumentorum in contrarium eversiones, quas tamen in lucem hucusque proferre non sum ausus".
(8) Lettera XI, 723, 7 luglio 1612.
(9) Lettera XI, 960, 21 dicembre 1613.
(10) Favaro, Galileo e l'inquisizione. Documenti del processo Galileiano, Firenze, G.Barbera, Prefazione, pag.4.
(11) Lettera a Castelli XI, 960 del 21 dicembre 1613, già citata.
(12) Giorgio de Santillana; Processo a Galileo; Mondadori BMM, 1960.
(13) I Documenti del Processo a Galileo, Archivio Segreto Vaticano, 1984, doc. 2, pag. 68.
SULLA LETTERA DI GALILEO A BENEDETTO CASTELLI, f. 6r
. In scriptura mihi hodie exhibita, praeter haec tria sequentia nihil aliud ad notandum inveni. In prima pagina, ubi dicitur: Che nella Scrittura Sacra si trovano molte propositíoni false quanto al nudo senso delle parole etc., licet ad bonum intellectum reduci possint praedicta verba, primo tamen aspectu male sonare videntur. Non bene enim utitur nomine falsitatis, quocumque modo Sacrae Scripturae attribuatur: illa namque est omnimodae et infallibilis veritatís.
Ita aliam in secunda pagina, ubi dicitur: Non s'è astenuta la Sacra Scrittura di pervertire de' suoi principalissimi dogmi etc., cum semper ílla verba abstinere ut pervertere in malum sumantur (abstinemus enim a malo, et pervertitur cum quís de iusto fit iniustus), male sonant c um Sacrae Scripturae attribuuntur.
Male etiam sonare videntur verba illa in 4a pagina: Posto adunque et conceduto per hora etc.: namque in hoc proposito solum velle concedere vídetur veritatem historiae solis a losue firmatí iuxta Sacrae Scripturae textum. quamvis sequentium successu ad bonam intelligentiam reduci possint.
In caeteris autem, et si quandoque impropriís abutatur verbis, a semitis tamen catholicae loquutionis non deviat.
(14) Scrive ad Alessandro, duca di Modena, Antonio Quarengo, suo ambasciatore a Roma: 30 dicembre 1615 (XII, 1156) " Abbiam qua il Galileo, che spesso in ragunanze d'uomini d'intelletto curioso fa discorsi stupendi intorno all'opinione del Copernico, da lui creduta per vera, che 'l sole stia nel centro del mondo, e la terra e 'l resto delli elementi e del cielo con moto perpetuo lo vadano circondando. ......... 20 gennaio 1616 (XII, 1170).... Del Galileo avrebbe gran gusto V. S. Illustrissima se l'udisse discorrere, come fa spesso in mezzo di xv e xx che gli danno assalti crudeli, quando in una casa e quando in un'altra. Ma egli sta fortificato in maniera che si ride di tutti; e sebbene non persuade la novità della sua opinione, convince nondimeno di vanità la maggior parte degli argomenti co' quali gli oppugnatori cercano di atterrarlo. Lunedì in particolare, in casa del Sig. Federigo Ghisilieri, fece pruove maravigliose; e quel che mi piacque in estremo fu, che prima di rispondere alle ragioni contrarie, l e amplificava e rinforzava con nuovi fondamenti d'apparenza grandissima, per far poi, nel rovinarle, rimaner più ridicoli gli avversari....
(15) Significativi per quel che riguarda i rapporti con i Gesuiti del Collegio Romano sono a mio parere due episodi:
1) L'adunanza in onore di Galileo nell'Aprile del 1611 in cui padre Odo van Maecote tenne un orazione di plauso al Sidereus Nuncius;
2) Il giudizio di un gesuita (lettera di Giovanni Bardi a Galileo del 24 maggio 1613 (XI, 881) a proposito del libro Istoria e Dimostrazione etc. ). "Visitai il Padre Gamberger da parte di V. S., et insieme lo salutai in nome suo, il quale rende a V. S. duplicati saluti. Io li domandai quello che gli pareva di questo libro, che già lui haveva visto; e mi disse molto bene, e che in moltissime cose, tanto di questo come di quell'altro delle cose che stanno sull'acqua, era da quella di V. S." .
(16) Lettera XII, 1122 di Pietro Dini del 16 maggio 1615
.....perchè intendo che molti Gesuiti in segreto sono della medesima opinione, ancorchè taccino: .......
(17) E' mio parere che le modalità del salvataggio del De Revolutionibus sia state suggerite dai Gesuiti al Cardinale Bellarmino.
(18) Fu lui che firmò la condanna al rogo di Giordano Bruno nel 1600.
(19) Nel 1611 chiese ai Gesuiti se le scoperte di Galileo riportate nel Sidereus Nuncius fossero reali, cosa che questi confermarono (Lettere XI - 515 e 520).
(20) Lettera n. XII, 1090 del 7 marzo 1915 del Dini a Galileo
(21) Paolo Foscarini, Sopra l'opinione .... della mobilità della terra e della Stabilità del Sole; Napoli, 1615 (in Ediz. Anastatica a cura di Luciano Romeo, Grafiche Aloise, Montaldo Uffugo, 1992).
Il Foscarini, tra l'altro usa l'argomento che spesso la Sacra Scrittura parla per parafrasi, argomento già sostenuto da Galileo ed elenca i punti in cui la Sacra Scrittura é contraria ll'opinione degli antichi e favorevole al Copernicanesimo.
(22) Lettera XII, 1110 del 12 aprile 1615; copia della lettera con la risposta del cardinale fu a conoscenza a Galileo.
(23) Documento dei Qualificatori del 24 febbario 1616
Propositiones censurandae.
Censura facta in Sancto Officio Urbis, die mercurii 24 fe-bruarii 1616, coram infrascriptis Patribus Theologis.
Prima: Sol est centrum mundi, et omnino immobilis motu locali
Censura: Omnes dixerunt dictam propositionern esse stultam et absurdam in philosophia et formaliter haereticam, quatenus con-tradicit expresse sententiis Sacrae Scripturae in multis locis secun-dum proprietatem verborum et secundum communern expositionern et sensum Sanctorum Patrum et theologorum doctorum.
2.': Terra non est centrum mundi nec immobilis, sed secun-dum se totam movetur, etiam motu diurno.
Censura: Omnes dixerunt, hanc propositionem recipere eandem censuram in philosophia; et spectando veritatem theologicam, ad minus esse in fide erroneam.
(24) Per i retroscena di questo incontro si veda in Stilman Drake, Galileo, una biografia scientifica, Il Mulino, 1990, pag 334-335.
(25) S. Drake, Galileo, Il Mulino, 1990, pag.83.
(26) Santillana , Opera Citata, pag 269.
(27)Lettere XII,1187 del 6 e XII,1189 del 12 marzo 1616 di Galileo a Curzio Piccherna.
(27bis) Francesco Ingoli Ravenna 1578 - Roma 1649:
Sacerdote, giurista e professore di diritto civile e canonico, si dedicò anche all'astronomia. Nelle prime settimane del 1616, divenuto segretario della Congregazione di Propaganda Fidei, aveva inviato a Galileo una confutazione, in forma di lettera, del copernicanesimo, intitolata De situ et quiete Terrae contra Copernici Sistema disputatio. A questa Galileo replicò duramente solo nel 1624. L'Ingoli consacrò il resto dell'esistenza alla Congregazione di Propaganda Fidei.
Per maggiori informazioni sul Votum e sul ruolo dell'Ingoli e sulla lettera-risposta di Galileo si veda: Massimo Bucciantini, Contro Galileo, alle origini dell'Affaire, Olschki, Firenze, 1995, Cap. IV-VII e Documenti.
(28)Tale documento riportato nel Codicee Barberino XXXIX ed é riportato in Hilgers, Der Index der verbotenen Bücher : in seiner neuen Fassung dargelegt und rechtlich-historisch gewürdigt, 1904, pag. 540 - 542). Vedi Il Votum e le modifiche suggerite al De revolutionibus.
(29) Lettere XII,1187 del 6 e XII,1189 del 12 marzo 1616 di Galileo a Curzio Piccherna, già citate. Nella lettera del 6 marzo , Galileo scrive: "All'opera del Copernico stesso si leveranno 10 versi della prefazione a Paol terzo, dove accenna non gli parer che tal dottrina repugni alle Scritture; e, per quanto intendo, si potrebbe levare una parola in qua e in là, dove egli chiama, 2 o 3 volte, la terra sidus: e la correzzione di questi 2 libri è rimessa al S. Card. Gaetano".
(30)Vedi lettera XII, 1189 del 12 marzo 1616.
(31)Scrive Antonio Quarengo ad Alessandro, duca di Modena, 5 marzo 1616. (XII, 1186)
.... Le dispute del Sig. Galileo son risolute in fumo d'alchimia, avendo dichiarato il Santo Ufficio che 'l sostenere quella opinione sia un dissentir manifestamente dai dogmi infallibili della Chiesa. Ci siamo dunque assicurati una volta che, dall'andar attorno in fuori che si fa con le girandole del cervello, possiamo star fermi a nostra posta, senza volar con la terra come tante formiche sopra un pallone che andasse per aria....
(32) Documenti del Processo, doc. 41, pag. 134; Santillana, Op. citata, pag.276
COPIA DELL'ATTESTATO DEL CARD. ROBERTO BELLARMINO (Roma) 26 maggio 1616, f. 88r. Copia di mano di Galileo
Noi Roberto cardinale Bellarmino, havendo inteso che il sig Galileo Galilei sia calunniato o imputato di havere abiurato in mano nostra, et anco di essere stato per ciò penitenziato di penitenzie salutari, et essendo ricercati della verità, diciamo che il suddetto sig. Galileo non ha abiurato in mano nostra né di altri qua in Roma, né meno in altro luogo che noi sappiamo, alcuna sua opinione o dottrina, né manco ha ricevuto penitenzie salutari né d'altra sorte,,ma solo gli è stata denunziata la dichiarazione fatta da Nostro Signore e publicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice, nella quale si contiene che la dottrina attribuita al Copernico, che la terra si muova intorno al sole e che il sole stia nel centro del mondo senza muoversi da oriente ad occidente, sia contraria alle Sacre Scritture, e però non si possa difendere né tenere. Et in fede di ciò habbiamo scritta e sottoscritta la presente di nostra propria mano, questo dì 26 di maggio 1616.
Il medesimo di sopra
Roberto cardinale Bellarmino.
(33) A parere di specialisti, il non tener in considerazione le orbite ellittiche dei pianeti, deriva oltre che dalla sua considerazione del moto circolare come moto perfetto (che secondo Galileo é inerziale), dalla sua incapacità di maneggiare la complessa matematica dell'ellisse e di tutto il lavoro di Keplero. Si tenga comunque presente che al tempo di Galileo per Matematica si intendeva quello che per noi é la Geometria Classica; Il calcolo infinitesimale e la Geometria Analitica erano di la da venire.
(34) Significativo a questo proposito é il fatto che invia copia del Sidereus Nuncius e cannocchiali a molti principi europei, ma non a Keplero, che glielo aveva richiesto e che per confermare le scoperte circa la Luna e i Pianeti Medicei é costretto a servirsi di quello donato da Galileo al Principe Ernesto di Baviera, da questi lasciato a sua disposizione per pochi giorni nell'agosto - settembre 1610.
(35) R. Panek; Vedere per credere, Grandi Tascabili Einaudi, Torino, 2000, pag.25.
(36) Lettera (XII, 1149) del 5 dicembre 1615. Guicciardini (ambasciatore fiorentino a Roma) a Piccherna (segretario del Duca di Firenze): "....so bene che alcuni frati di San Domenico, che han gran parte nel Santo Offizio, et altri, gli hanno male animo addosso; et questo non è paese da venire a disputare d ella luna, nè da volere, nel secolo che corre, sostenere nè portarci dottrine nuove".
Lettera XII, 1122 di Pietro Dini del 16 maggio 1615: "... li dico che per adesso non è tempo di voler con dimostrationi disingannare i giudici, ma sì bene è tempo di tacere e di fortificarsi con buone e fondate ragioni, sì per la Scrittura come per le mathematiche, et a suo tempo darle fuora con maggior sodisfatione:".

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