La seconda Cometa (Heilfenzrieder - 1766 II - D/1766 G1)

Messier aveva giā presentato all'Accademia una breve comunicazione nel 1766 (pubblicata in Memoires presentče par Savant Etranger ,tomo VI) che completa con un supplemento nella memoria citata

La fonte principale di informazioni su questa cometa non è una volta tanto Messier, quanto piuttosto Pingrè (in Cométographie ou Traité historique et theorique des Comètes, II°, 76-80, Parigi 1784).

Ma cominciamo da Messier; qusti aveva già presentato nel 1766 all'Accademia una breve comunicazione (pubblicata in Memoires presentèe a l'Academie des Sciences par divers Savants, tomo VII, 1785) che completa con un supplemento nella memoria citata a proposito della prima cometa. Anche Cassini de Thury (in Histoire & Memoire de l'Academie Royale des Sciences, 1767) riporta le sue osservazioni in una memoria relativa alle due comete (che contiene un errore di stampa nel titolo, in quanto parla delle due comete del 1767!).

Messier dice che la sera del 8 aprile 1766, dopo parecchi giorni di cattivo tempo, scopre ad occhio nudo una cometa, non distante dalle Pleiadi e molto bassa sull'orizzonte; presenta una coda di circa 4° con nucleo molto brillante, di luminosità pari ad una stella di 3a grandezza. Quasi contemporaneamente (differenza di qualche minuto) la scopre anche Cassini de Thury dall'Osservatorio di Parigi.

Leggendo Pingré si scopre che entrambi sono stati preceduti da Helfenzrieder (a Dillingen, in Germania) che aveva scoperto la cometa ad occhio nudo il 1Aprile, senza però poter dare se non una posizione approssimata.

Benché molto brillante, la cometa è piuttosto vicina al Sole, va verso la congiunzione ed è molto bassa sull'orizzonte (Cassini dice che quando l'ha scoperta aveva un altezza di soli 6,8° e il 12 aprile, ultima sua osservazione di soli 4°). Neanche Messier riesce ad osservarla dopo il 12. E qui cessano le Memorie di Messier e Cassini.

Sui dati di Messier, Pingré calcola un'orbita preliminare. Questa, riportata da Messier nella sua memoria, porta a presumere che la cometa sia visibile al mattino, dopo la congiunzione con il Sole e il passaggio al perielio, nel mese di Giugno. ma la caccia di Cassini è senza successo.

Invece, come dice Pingrè, la cometa è rintracciata da de la Nux, all'isola di Bourbon (ora della Reunion nell'oceano Indiano) il 29 Aprile, nel cielo del mattino, ben visibile ad occhio nudo e da lui seguita fino al 12 maggio.

Dalle osservazioni di de la Nux (riportate solo da Pingré), si deduce che la cometa, ritrovata non distante da ZETA Piscis, si sposta nel cielo dapprima in direzione Sud, poi piega ad EST per poi piegare un po' verso NORD. Il movimento è piuttosto lento, meno di 1/2 grado al giorno.

Pingré è molto dubbioso circa l'esattezza delle misurazioni di questo magistrato, che giudica "non mancante di intellugenza", ma che non dispone di strumenti, per cui "supplsce con mecccanismi ingegnosi, ma fortemente (fonte di ) equivoci in pratica. Addirittura de la Nux, per determinare le posizioni, utilizza una meridiana su cui segna le direzioni in cui, in giorni successivi, la cometa è sorta dietro una montagna.

Pingré nota che, rispetto alla prima orbita (parabolica) da lui calcolata e riportata da Messier (che pur pubblicando la memoria nel 1773 non corregge l'orbita secondo i successivi calcoli di Pingré), le osservazioni di de la Nux portano a differenze tra posizione osservata e calcolata di oltre 20°, cosa inaccettabile. Anche nuovi calcoli diminuiscono le differenze a 2-3°, ma introducono scostamenti di 20'-30' rispetto alle posizioni di Messier, cosa altrettanto per lui inconcepibile. Alza bandiera bianca e conclude il capitolo relativo a tale cometa, dicendo:

"….. L'accordo tra il calcolo e le osservazioni non è così perfetto come si potrebbe desiderare: è colpa delle osservazioni? Io lo credo. Se tuttavia qualcuno più abile, o più fortunato di me, potrà estrarre da queste osservazioni una teoria più soddisfacente di quella da me proposta, applaudo in anticipo di tutto cuore al suo successo."

E questa persona, più abile o più fortunata, arriva. Burckhardt, subentrato a Messier come menbro dell'accademia, contrariamente a Pingré, ritiene "precise" le misure di de la Nux, giudicandolo un osservatore "scrupoloso" (come a suo parere dimostrato dai dati della cometa del 1759 - quella di M1 - da lui trasmessi all'abate Lacaille).

Nel 1816-1817 rifà i calcoli e si convince che la cometa a seguito un orbita ellittica, con periodo di 1835 giorni (5,02 anni) e passaggio al perielio il 26 aprile. I parametri da lui calcolati rendono le differenze tra teoria e osservazioni sia di Messier che di De la Nux inferiori ai 10' egli fanno "ricordare necessariamente" la cometa del 1770 (cometa di Lexell), la prima per cui sia stata calcolata un orbita ellittica di breve periodo (circa 5,5 anni) già intorno al 1772.

Secondo calcoli più recenti (Yeomans, 1985 ripresi da Kronk:, Cometography Vol. I°, pag.442) i parametri in termini moderni sono:

Passaggio al perielio:

27 Febbraio 1766

Distanza dal Sole al perielio (q)

0,40603 UA

Eccentricità (e)

0,84763

Argomento del Perielio (omega minuscolo)

178,699

Inclinazione sull'Eclittica (i)

7,865

Longitudine nodo ascendente (OMEGA maiuscola)

73,276

Magnitudine Assoluta (H10)

4,5

Distanza minima dalla Terra

0,4969 UA

Periodo:

4,35 anni

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Aggiornato il: 8 ottobre 2002