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Chiesa di POPOLO Toponimo POPOLO Altre Notizie

 

By:Federico Cappello

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Il toponimo di Popolo ha origine, nella zona sinistra del fiume PO sorto, per volontà dei Vercellesi un "Borgo Crescente"  era noto con varianti fonetiche come Rabeto - Rabato - Robeto. Nel 1488 la famiglia Vannina che aveva proprietà al Rabeto aveva fatto erigere nella Selva Cornea una chiesetta che volle intitolarla a S. Giovanni. Il Vescovo Mons. Aurelio Zibramonti nel 1590, aveva riunito tutta la zona settentrionale al di là del Po, alla Parrocchia di Balzola; ma i fedeli del Rabeto per i sacramenti e le funzioni religiose: la chiesetta di San Giovanni era insufficiente. Fu il duca Vincenzo I Gonzaga ad autorizzare, nel 1602, la costruzione di una nuova chiesa su un terreno donato dal conte Francesco Gorno e da suo figlio Ferrante. Seppur la chiesa non era ultimata il Vescovo Mons. Tullio Del Carreto la consacrava, sempre a San Giovanni Battista, il 12 ottobre 1603, costituendola in parrocchia. La chiesa subì danneggiamenti nel '600 da parte delle soldatesche spagnole e imperiali acquartierate nell'oltre Po al tempo dei vari assedi alla Cittadella di Casale. Le cronache ricordano che il 13 agosto 1655 soldati francesi provenienti da Palazzolo e Morano avevano saccheggiata. Nel 1739 il re Carlo Emanuele III di Savoia infeudava la contrada di Rabeto al conte Bernardino Morelli( che aggiunse la specifica "di POPOLO"). L'interno è a croce latina con due sfondati nel transetto e due altari laterali, entrambi con pale di Orsola Caccia. Sull'altare, sormontato da un grande Crocefisso pensile, è posta una statua settecentesca della Madonna del Rosario, tutta dorata. Sulla porticina del tabernacolo è figurata la Resurrezione di Gesù dal sepolcro aperto. Ai lati del presbiterio vi sono affreschi monocromatici (forse opera dei fratelli Aceto di Occimiano raffiguranti "Gesù tra i fanciulli e L'Ultima cena" Negli spicchi della volta dell'apside figurano in forma di angeli le tre Virtù Teologali, Fede (con la croce), Speranza (col raffio dell'ancora) e Carità (col bimbo in braccio). Sui cieli delle volte, fra azzurri e nuvole cariche di angioletti, figura il Trionfo del Battista e l'Ascensione di Gesù con i cartigli < Plusquam propheta est> e < Ecce Agnus Dei>.   

In merito all'etimologia di Popolo frazione di Casale, ci si rifà a quanto scrive G. Serra (Contributo toponomastico alla descrizione delle vie romane e romee del Canavese) il quale deriva il toponimo del luogo dallo stanziamento in tale località di popula pagana (anno 989). A pagina 200 dell'opera citata lo stasso Serra precisa: "Il nome di Popula pagana, di una località sulle rive del Po, ricordata nell'anno 989.

Corno: è un idronimo, riferimento ai corsi d'acqua; allude ad un andamento a curve ed anse; dal latino cornum. 

Cavallino: potrebbe avere la sua derivazione dallo zoonimo cavallo  oppure si potrebbe ipotizzare da gabella dazio comunale, in riferimento ad una postazione fuori Casale per riscuotere le gabelle.

Grassi: toponimo fondiario, deriva dal latino grassiuso crassius riferito ai terreni fertili.

Castello:  si può ipotizzare la presenza di un castrum a presidiare la strada conducente a Casale.

Chiesa: il toponimo è palese, dove esiste una Chiesa.

Brina: dall'antico francese "bride" (briglia su corso d'acqua del Castagna).

 

Dal 1800 in poi la storia di Popolo si identifica  con quella di Casale, ma alcuni avvenimenti sono ancora da citare. Nel 1849, dopo la sconfitta dei Piemontesi a Novara, Popolo dovette subire le angherie degli Austriaci che requisirono viveri, foraggio, case, letti, biancheria e altro. Nel 1859, Garibaldi, con i suoi Cacciatori delle Alpi, tende un'imboscata agli Austriaci nella zona del Corno. La trappola non ebbe esito positivo e gli Austriaci poterono ritirarsi. 

      

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