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                    Balzola
Torcello Balzola

 

By:Federico Cappello

 

 

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Comune di Casale Monf.

 

 

Balzola:

Vi sono diverse interpretazioni sulla "discendenza" del nome Balzola.
Un'ipotesi accreditata dice che il toponimo trae origine dalla contraffazione di "Carbantia", villaggio celtico-romano indicato come "mutatio" (stazione per cambiare cavalli e carrozze) sulla strada di Antonino Pio (da Ticinum e Civitate Taurini). Infatti a lato del presunto tracciato di detta strada romana sono state trovate numerose tombe facenti parte di una autentica necropoli, contenenti interessanti arredi funebri.

Altresì c'è chi nell'800 sostenne che il nome potesse derivare dalle "balze del Po" in quanto almeno un ramo del fiume che scorreva più a nord, verso la Costa dei Salii (o di Rive) si era spostato gradualmente (facendo, appunto, balze) fino ad occupare l'attuale letto contro la collina e la città di Casale.

E'assai più probabile però che il nome sia derivato dal vocabolo barbaro (germanico e lombardo) "balbatio" che significa "terra bassa". Infatti il centro del paese è più basso del piano di campagna circostante e solo la chiesa è posta su una lieve altura, ormai appiattita.

Sono tramandati anche i nomi degli antichi "cantoni" del paese, quali "Borgoratto" (da borgus-ratus=insediamento fortificato), "Vilaveri" (da Villa Veterem=abitato antico), "Giarone" (il cui fondo è ghiaioso e denota il letto di un importante corso d'acqua), "Pusarè" (da "puteus-adairales"=pozzo vicino alle aie pubbliche), "Vignassa" (ricordo di interessanti vigne "americane" con il "Vignot"), "Villa" (centro del paese, propulsore della vita comune), "Quadro" e "Cascine".

La divulgazione della devozione in Occidente all'Arcangelo Michele (dall'ebraico Mika-El=Chi come Dio?) è dovuta specialmente ai Longobardi, il popolo barbarico che valicate le alpi nel VI-VII secolo di stanziò nella Pianura Padana (e anche in Monferrato) e nel Meridione d'Italia. Re Grimoaldo nel maggio del 663 impegnato in una battaglia contro un esercito di saraceni arrivato in Puglia, assicurò che la vittoria gli arrise, favorita dall'Arcangelo Michele, il quale da sopra il vicino monte Gargano incitò i Longobardi roteando la spada fiammeggiante.

Da allora San Michele è diventato il protettore della nazione longobarda, con il rito dell'esaugurazione a Pavia (loro capitale) gli vennero dedicate ben sette chiese. La sua immagine fu posta sugli stendardi e sulle monete. Ovunque, anche in Monferrato, a San Michele vennero dedicate chiese o altari in altre chiese maggiori.

Si ritenne quindi che la prima chiesetta dedicata a San Michele a Balzola sia la ricostruzione di un tempietto di antica devozione. Si hanno notizie storiche in proposito risalenti al 1619, da una indulgenza concessa da Papa Paolo V alla Congregazione dei Santi Angeli Custodi eretta in San Michele di Balzola.

Furono però i marchesi Fassati (feudatari del Castello e dei terreni circonvicini) che fecero ricostruire la chiesa che noi ammiriamo oggi. Poichè alcuni Fassati erano Priori nella Confraternita di San Michele di Casale essi fecero ricostruire quella di Balzola nella foggia ottagonale di quella casalese.

Fecero poi apporre a questa chiesa, adiacente alla loro proprietà, la facciata molto elegante disegnata da G.B.Scapitta per la chiesa di Casale e non realizzata.

Il tempietto in stile barocco è molto accogliente anche se necessiterebbe di restauro; graziosi gli altari, quello centrale e due laterali con paliootti ad intarsio policromi (opere di F.Sala).

L'importanza maggiore a tale interno è data però da quattro grandi tele dovute al pennello del celebre Pier Francesco Guala (1698-1757), il più importante artista piemontese della sua epoca. Ottimo ritrattista e freschista il Guala nelle sue opere all'interno della Chiesa di San Michele rappresenta l'Arcangelo Michele, l'Arcangelo Gabriele e l'Infanzia, il Miracolo di San Bovone e la Scala di Giacobbe.

Il Guala ancora in fase di studio approfondito negli anni '30 non aveva una precisa identità anagrafica, e importante in proposito fu la scoperta di Angelo Bigatti, pittore e restauratore balzolese, che nel 1937 per pulire i quattro quadri trovò sul margine della tela nascosto dalla Cornice della Scala di Giacobbe questa scritta: "Ad majorem Dei Gloriam - Pier Francesco Guala invenit et pinxit aetatis suae annorum 23 - Casal. 1722". Erano le prime opere datate e firmate dall'artista.

Nella chiesetta vi è anche una pala effigiante la Vergine e Sant'Agostino, una tela con San Bovone che benedice gli animali, un quadro con la Vergine e alcuni Santi (fra cui San Sebastiano antico patrono del paese). Importante pezzo conservato dietro all'altar maggiore è un bassorilievo raffigurante San Michele con la bilancia, in marmo, del secolo XV, proveniente dallo smantellato altar maggiore del Duomo di Casale Monferrato.

Sicuramente occupato da popolazioni celtiche in epoca romana era interessata dalla Strada di Antonino Pio che provenendo da Ticinum (Pavia); per Lomello, Cozzo arrivava a Carbantia (quasi sicuramente l'attuale Balzola) per Rigomago (Trino vecchio, Ceste, Quadrata e Augusta Taurinorum). Infatti nel territorii balzolese si sono trovate necropoli, con tombe arredate, ed anche armi (forse deranti dagli insediamenti romani e della battaglia nei Campi Raudii, a nord della Costa).
Il toponimo - secondo elementari interpretazioni ottocentesche - potrebbe derivare dalle "balze del Po" (un ramo forse esisteva poco prima dell'anno 1000); ma è più attendibile la derivazione dal vocabolo barbarico "balbatio" o "baltio" equivalente a "terra bassa ".
Il nome "Balçola" lo si ritrova in note altomedievali come appartenente ai Vescovi di Vercelli e poi a piccoli vassalli.
I figli di Guidone di Balzola si erano schierati (con molti altri) a fianco del margravio Arduino d' Ivrea,e dopo la sua caduta vennero esautorati.
Balzola appartenne pertanto alle famiglie cellesi dei Tizzoni (ghibellini) e Avogadri (avvocati della Chiesa, guelfi). Poi fu dei Corradi di Lignana, dei Biandrate, e nel '600 dei Fassati prima con titolo comitale e successivamente marchionale).
I marchesi di Monferrato, di stirpe Aleramica possedevano, forse per sicurezza maggiore, anche la riva sinistra del Po, e pertanto Balzola seguì le sorti delle vicende derivanti dal passaggio nel 1305 dagli aleramici ai Paleologi di Bisanzio.
Fu quindi soggetta ai Visconti (come Casale) e donata, su pressione di Facino Cane, da Caterina Visconti al marchese Teodoro II Paleologo (ma nel 1376 Galeazzo Visconti l'aveva infeudata ai Tizzoni).
Insensibile fu certo il passaggio dai Paleologi ai Gonzaga di Mantova, dopo la denitiva sentenza di Carlo V nel 1536.
Alla fine del '500 Vincenzo I Gonzaga aveva fatto costruire l'imprendibile cittadella stellare di Casale, attorno alla quale si consumarono ben quattro lunghi assedi da parte dei savoiardi di Carlo Emanuele I e degli spagnoli del vicino Stato di Milano.
A cominciare dalla guerra scatenata dal duca di Savoia nel 1613 per la successione al ducato di Mantova e Monferrato, il territorio balzolese subì occupazioni e soprusi da ciascuna della parti in guerra, anche dai francesi in lotta per la supremazia in Italia.
Il borgo subì gravi infezioni di peste portata dai soldati, tanto che con atto notarile (15.11.1652) la comunità si dedicava alla protezione di S.Rocco.
Con l'esautorazione del duca Ferdinando Carlo Gonzaga la zona passava a Vittorio Amedeo II, come l'intero Monferrato, ed i Fassati erano i feudatari di Balzola.
In paese esisteva una chiesetta antica dedicata a S.Michele (protettore della nazione longobarda) ed i Fassati la fecero ricostruire abbellendola con quattro grandi tele, del Guala, il più importante pittore del settecento piemontese. I Fassati si impegnavano altresì nella erezione della grande chiesa parrocchiale dedicata a S.Maria Assunta, su progetto del conte Ottavio Francesco Magnocavalli (consacrata il 20.9.1778).
Nel 1784 veniva autorizzata la creazione dell'Ospedale degli Infermi "S.Giovanni Dio", pia istituzione ben funzionante anche ora.
Con l'occupazione francese del 1799 a Balzola si insediò il primo "maire" (sindaco), il dott.Giuseppe Grignolio e come segretario il notaio Carlo Gilardino.
Alle guerre napoleoniche parteciparono numerosi balzolesi, fra i quali gli ufficiali Francesco (morto a Dresda) e dott.Dalmazzo Sancio, fratelli.
Il dott.Salcio già medico militare nell'Armée d'Italie, fu appassionato storico dell'ambiente casalese ed umanista di valore (al suo nome è intitolata ora la Biblioteca Comunale).
Con la caduta di Napoleone il Piemonte ritornava ai Savoia, ed a Torino fecero capo tutte le attività personali e sociali dei balzolesi.
A Balzola esisteva il castello dei Tizzoni, trasformato nei secoli e riadattato alla fine del '700 dai Fassati; mai abitato ed andato in gran parte in fatiscenza. Negli anni '30 il comm. Giovanni Grignolio (concessionario FIAT a Torino) faceva erigere un bel castello in stile neo-gotico, che rosseggiante nei mattoni a vista troneggia ancora ora.

Federico  Cappello

 

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Ultimo aggiornamento: 11-01-09 . Testi &  grafica  sono di esclusiva proprietà di:  Federico Cappello. In assenza di esplicita autorizzazione scritta, la riproduzione  anche parziale di qualsivoglia materiale pubblicato su questo sito è vietata dalle vigente legge 633/41 sul diritto d'autore e di quelle successivamente intervenute per regolare la materia