Campertogno

Tratto da: Valsesia Il Dono della Memoria – Adolfo Pescariello – Edizioni Lassù gli Ultimi (AO), 1997


È incontestabile che Campertogno (815 m s.l.m 240 ab.) con i suoi quasi tremila abitanti censiti nel 1600, abbia rivestito un ruolo di tutto rilievo nella storia della Valle. Infatti, questo borgo porta tuttora i segni della sua importanza nei secoli.

Oltre all’imponente chiesa parrocchiale di San Giacomo, il paese può vantare la peculiarità di aver avuto un ospedale dedicato a San Carlo, che nel 1623 era operante per assistere gli infermi.

Culla di artisti, annovera tra i suoi più illustri rappresentanti: Pier Francesco Gianoli, eccellente pittore scomparso nel 1690 a Milano, Pier Celestino Gilardi, definito "finissimo poeta del pennello",  Alessandro Gilardi, scultore, per concludere con Camillo Verno, apprezzatissimo ritrattista, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Modena (di cui abbiamo un articolo su Pier Celestino pubblicato sul "IL VARALLINO")

Singolare è la leggenda che vuole che la Valle Artogna, sopra Campertogno, sia custodita da un frate pietrificato, simbolo di un dramma d’amore di Lino, guardia d’onore di un imperatore romano, divenuto anacoreta sul Monte della Meja dopo che lole, la sua bellissima amata, affranta per la notizia della sua morte, peraltro falsa, si era fatta vestale.