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Giovanna Gobbi con il marito Luca Bergodi (a sinistra) e l'autore Gabriele Dadati

 

www.nephos.it

 


La copertina del libro di Gabriele Dadati, uno dei giovani autori su cui punta la Nephos 

 

 

Giovane editore cerca messaggi positivi
La piacentina Giovanna Gobbi e la sua giovane casa editrice Nephos

So di una storiella che circola negli ambienti editoriali, dice che per rovinare un uomo ci sono tre modi di provata efficacia: le donne, il gioco e l’editoria. Di questi, le donne sono il più piacevole, il gioco il più veloce, l’editoria il più sicuro. Giovanna Gobbi, anima e fondatrice della Nephos Edizioni, ha seguito i corsi dell’Accademia di Comunicazione di Milano, quindi, quando ha deciso di fare l’editore, è probabile che conoscesse questa vecchia storiella. Ma essendo una donna, giustamente non ci ha fatto caso e ha tirato dritto per la sua strada. Guardando al suo modello ispiratore: Emilia Lodigiani di Iperborea, che partendo da zero è riuscita a crearsi un pubblico di lettori attento ed assiduo. Del resto, se si pensasse solo alle difficoltà, dice Giovanna, non si farebbe niente. Come darle torto?

Ora, dopo un anno di attività, seduta alla sua grande scrivania tutta piena di ritagli di giornale e copie degli ultimi volumi pubblicati, può già tentare un primo bilancio, insieme al marito, Luca Bergodi, che l’aiuta e l’incoraggia in questa avventura. La prima osservazione è che è davvero dura – anche se si sapeva - e poi che un anno è pochissimo e basta appena a prendere un po’ meglio le misure sulle cose da fare. Perché il tempo e le risorse sono quello che sono e quindi la prima cosa è diventare bravi a non disperderle: così il prossimo anno si dedicherà di più a fare libri di buona qualità, e meno alle attività collaterali, che assorbono tante energie e non sempre pagano come si vorrebbe. E poiché appunto le risorse sono poche, bisogna essere pronti a fare di tutto, con buona pace per chi ha in mente un’immagine intellettuale e romantica dell’editore: quei tempi, se mai ci sono stati, sono morti e sepolti. Eppure, mai come oggi, che tanto si piange sulla crisi dell’editoria, il segmento dei piccoli editori è stato vivace e vitale: sulla scia di Belgioioso nascono in continuazione nuovi eventi e tutti sono prodighi di complimenti verso la piccola editoria. Ma quello che conta, alla fine, sono le vendite e lì arrivano i dolori, come sempre. Primo fra tutti l’incubo della distribuzione. I distributori infatti sono oberati e non ne vogliono sapere di mettere a magazzino titoli che non assicurano vendite, anche se sono il sale della cultura, come qualcuno ha detto. Tra l’altro questo è solo un aspetto del problema, perché anche arrivare ai “piani bassi” delle librerie, su scaffali invisibili, risolve poco. 

Così per il momento la scelta di Nephos è di autodistribuirsi, cercando spazi precari direttamente nelle librerie, e per fortuna che almeno un canale abbordabile esiste ed è la rete. La sfida per il futuro comunque rimane ed il nodo da sciogliere è grosso, ne va della sopravvivenza: bisogna trovare una distribuzione dignitosa. Qualche promessa in giro c’è, ma i tempi purtroppo sono lunghi e per sfruttarla occorre rimboccarsi le maniche e lavorare sul catalogo. Cosa che Giovanna sta facendo, con attenzione: in un anno ha pubblicato cinque titoli e, scegliendo con coraggio di lasciar perdere la letteratura di genere (tipo giallo e noir), ha posto le basi per tre collane serie e concrete: Idee Improprie, dedicata alla narrativa giovane e innovativa, Lessico e Nuvole, ispirata alla Piccola Biblioteca Adelphi, dove trova spazio anche la poesia e infine Nuove Prospettive, dedicata alla saggistica. Altri progetti sono nel cassetto: l’idea fondamentale è trovare testi capaci di portare un messaggio positivo, per esempio una “favola per adulti”, una storia  raccontata con la semplicità di una favola.

Forse varrebbe anche la pena cercare un’area non ancora coperta, legare il proprio nome ad un filone particolare attorno a cui far crescere il catalogo ed i propri lettori. Non che sia facile, anzi è molto difficile. Ma a volte la difficoltà aguzza l’ingegno. Quindi, in bocca al lupo, Giovanna.  

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"Oltre a Sandor Màrai, rileggo spesso e volentieri Hermann Hesse. Poi Schopenhauer e Emily Dickinson, la mia poetessa preferita." Giovanna Gobbi, Nephos Edizioni