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Il trattamento dell’arresto cardiaco e le manovre di rianimazione cardio-polmonare

 

Il  supporto vitale di base (BLS) costituisce l’insieme di provvedimenti che chiunque ed in qualsiasi momento può attuare. In rianimazione si suole seguire la regola dell’ABC.

La A sta per Airway (vie aeree), la B sta breathing (respirazione), la C sta per Circulation (circolazione).

La pervietà delle vie aeree, nel caso i cui ci si trova all’esterno dell’ospedale può essere mantenuta mediante l’iperestensione del capo. Questa semplice manovra evita la caduta della lingua.  In alcune circostanze, specie in presenza di ostruzione nasale, risulta importante aprire la bocca del paziente per consentire il flusso  dell’aria. Un altro accorgimento molto importante è la rimozione di cibo e altri materiale dalla bocca e dal faringe. Questo può avvenire piegando il capo della vittima su di un fianco (posizione di Trendelemburg).

Nel caso in cui ci si trova dinanzi ad un soggetto che abbia ingerito accidentalmente qualche corpo estraneo e che esso si sia localizzato a livello laringeo o tracheale si ricorrerà alla manovra di Heimlich. Quest’ultima si esegue a paziente in posizione supina; il soccorritore si posiziona a cavalcioni delle cosce dell’infortunato, e pone una delle mani al centro dell’addome della vittima, leggermente al di sopra dell’ombelico. L’altra mano viene posta subito al di sopra della prima. Il soccorritore comprime a questo punto l’addome della vittima con un rapido momento longitudinale verso l’alto.

Nel caso in cui la rianimazione viene effettuata i ambiente protetto la situazione è diversa e si ricorre a presidi specifici.

Il tubo di Mayo ha la funzione di sollevare la base della lingua ed evitare l’ostruzione dell’aditus. Mediante l’aspiratore le vie aeree sono mantenute libere da secrezioni.  Ed infine l’intubazione tracheale permette un’ottimale ventilazione della vittima.

Una volta verificato le stato delle vie aeree, bisogna intervenire controllando la funzione respiratoria. Bisogna valutare se il paziente respira autonomamente. Nel caso in cui il paziente non respira in maniera autonoma, si ricorre alle ventilazione bocca-bocca. Il ritmo di insufflazione deve corrispondere al ritmo normale di respirazione, e cioè 10-12 respiri al minuto (uno ogni 5 secondi ).

La ventilazione può essere attuata anche mediante l’uso di maschere (barriere), che garantiscono una ottima sicurezza nei confronti di possibili agenti infettivi.

Dopo il controllo della funzione respiratoria va controllata la funzione circolatoria. Il primo controllo da effettuare riguarda la presenza del polso corotideo. La ricerca va effettuata bilateralmente, prima da un lato e poi dall’altro. Nel caso in cui il paziente non presenti un polso palpabile, va effettuato un massaggio cardiaco esterno.

Questa manovra deve essere svolta in maniera corretta affinché sia efficace.  Bisogna tracciare una linea immaginaria per trovare il punto di incontro tra le costole inferiori con il dito medio. Poi va posto il dito indice accanto ed a questo punto la mano viene appoggiato sul torace, finché raggiunge il dito indice.

La compressione deve essere profonda di circa 5 cm. La frequenza del massaggio deve essere di 80-100 compressione al minuto. Se il soccorritore è uno  effettuerà 15 compressioni e 2 ventilazioni. Se i soccorritori sono due eseguirà 5 compressioni e 1 ventilazione.

Quando il paziente viene condotto repentinamente in ospedale, possono essere attuati altri presidi terapeutici, Als, supporto vitale avanzato.

Molto importante è l’utilizzo della defibrillazione elettrica, in caso di fibrillazione ventricolare. Quest’ultima deve essere praticata entro 3 minuti, per essere efficace. Le piastre devono essere posizionate correttamente. Una (quella di sin) va situata lunga la linea ascellare anteriore sinistra; l’altra sotto la clavicola di dx.

In pochissimi casi una tachicardia ventricolare può essere affrontata con il pugno precordiale. Questa manovra va eseguita solo nei casi in cui di fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare senza polso, se il defibrillatore non è immediatamente disponibile.

Il farmaco di elezione nel trattamento dell’arresto cardiaco è l’adrenalina. Boli endovenosi di 1 mg ripetuti a distanza di 2-3 minuti. L’utilizzo del Ca++ è consigliato solo nei casi di arresto da iperkaliemia, ipocalcemia o nell’intossicazione da calcio-antagonisti. L’atropina è consigliata nei casi di bradicardia.

 

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