La Valle Antrona Paesi e laghi della Valle Altre Valli Tra le valli dell'Ossola, l'Antrona è forse la meno famosa, ma l'assenza di turismo di massa ha permesso di mantenere un ambiente ancora intatto, con i suoi boschi di faggio e conifere, i suoi pascoli alpini, le sue montagne che offrono ampi panorami, ed i tanti laghetti naturali o artificiali che conservano una fascino unico in ogni stagione. Di particolare pregio l'architettura tipica dei suoi paesi, dove si incontrano ancora antichi torchi da uva, forni per il pane e abitazioni rustiche, con le donne che vestono i costumi tradizionali e lavorano il puncetto. A Montescheno, si possono notare ampi ed antichi terrazamenti che, con megalitici muri a secco, tagliano il fianco della montagna accompagnati da regolari e simmetriche scale di comunicazione, costituiscono una vera e propria opera monumentale della civiltà alpina rurale. A Viganella vivono ancora antiche tradizioni religiose, mentre Seppiana vanta una pregevole chiesa romanica dell' 'XI-XIII secolo. Un tempo erano attive anche importanti miniere d'oro. Antrona Piana, il centro più importante della valle, é un villaggio tipicamente alpino, che assicura un soggiorno ideale. Nella parrocchiale sono conservate pregevoli opere di arte lignea mentre annualmente vengono rinnovate le tradizioni legate alla vita e al lavoro del passato. Da Antrona Piana la valle si divide in due tronconi, a sinistra si sale al lago d'Antrona, creato da uno scoscendimento della montagna che risale al 1642 e che distrusse gran parte dell'antico paese, e a pidi si possono raggiungere i laghi di Campliccioli, Cingino e Camposecco. A destra si prosegue invece fino a Cheggio, uno degli angoli più belli e ridenti dell'Antrona , e ad un'altra diga, all' Alpe Cavalli, nelle cui acque verde-azzurre si specchiano le ardite catene di montagne. | TOP OF PAGE
Geologia della valle Antrona Antrona Schieranco Il Lago di Antrona Il lago di Campliccioli Il lago dell'Alpe Cavalli Il lago di Camposecco Il lago di Cingino | GEOLOGIA DELLA VALLE ANTRONA Valle Antrona offre l'opprtunità di osservare molti tipi di rocce diverse. In particolare le rocce metamorfiche sono molto ben rappresentate. La ragione di tutto questo va cercata nella storia geologica della catena alpina, che in questa zona ha prodotto effetti particolarmente evidenti. Non è possibile riassumere in così poco spazio un fenomeno tanto complesso. Ricordiamo però la storia del talco, di cui abbiamo osservato un piccolo giacimento. Il talco è un minerale, in particolare un silicato di magnesio, che si forma in particolari condizioni per trasfomazione di altri minerali come l'olivina e il serpentino, a loro volta silicati di magnesio. Olivina e serpentino abbondano nelle rocce che costituiscono i fondi oceanici. Come sapete le Alpi si sono formate in seguito allo scontro fra due masse continentali, quella euroasiatica e quella africana. I due continenti erano all'epoca separati da un oceano e piccoli brandelli delle rocce di cui era costituito il fondale sono rimasti intrappolati fra i due continenti che si stavano avvicinando. La temperatura e la pressione a cui le rocce sono state sottoposte durante la collisione hanno indotto una serie di trasformazioni chimiche e fisiche nei minerali che le costituivano. Il talco è proprio il prodotto delle trasformazioni subite dai minerali di cui abbiamo parlato prima, quei silicati di magnesio presenti nelle rocce che costituiscono i fondi oceanici. TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | ANTRONA SCHIERANCO Il comune ossolano di Antrona Schieranco comprende nel suo territorio l’intera parte superiore della valle Antrona, la vallata segnata dal torrente Ovesca, affluente di destra del fiume Toce. Alle sue spalle si trova la catena alpina, spartiacque tra la val d’Ossola e il bacino del Rodano, con il pizzo Andolla (metri 3656). Amministrativamente il comune è nato nel 1928 dalla fusione di due preesistenti comuni, Antrona Piana e Schieranco. L’esistenza di insediamenti umani in Antrona Piana può essere con certezza documentata a partire dal XLII e XLV secolo, ma non si può escludere che la sua origine debba ricercarsi in epoche ben più remote. La ricchezza dei pascoli ed il suo collocarsi sull’antica via che univa l’Ossola alla valle di Saas, nel vicino cantone svizzero del Vallese, hanno fatto di Antrona Piana un centro importante la cui popolazione, fino al 1700, era di circa 1500 unità. Nel 1642 una grave sciagura, con conseguenze anche sul paesaggio, colpì Antrona Piana: una enorme frana staccatasi del fianco del monte Pozzuoli travolse, con un salto di mille metri, una parte dell’abitato. Le cronache dell’epoca sono incerte sul numero delle vittime: 95 secondo taluni, 150 per altri; una quarantina le case sepolte. Ma le conseguenze non si limitarono a questo: la frana, ostruendo il corso del torrente Troncone, aveva portato alla formazione di quello che oggi è lago di Antrona. Nel disastro andò distrutta anche la Chiesa di San Lorenzo, costruita dagli antronesi qualche anno prima. Negli anni successivi venne edificata l’attuale Parrocchiale di San Lorenzo, come ampliamento del piccolo Oratorio di San Rocco risparmiato dalla frana. Il nuovo edificio è ordinato su tre navate divise da pilastri e coperte da volte a vela. L’austerità delle pietre a vista della facciata è addolcita dal piccolo pronao sul cui fronte è incisa la data di ultimazione del tempio: 1685. Affiancata alla chiesa si erge la torre campanara, la cui costruzione, avviata nel 1653, era già stata condotta a termine nel 1660 Coeva della parrocchiale di Antrona Piana, è anche la Chiesa di San Pietro, nell’omonima frazione. Anche in questo caso la storia dell’edificio sacro discende da un evento calamitoso: un’alluvione nel 1640 aveva infatti spazzato via la preesistente chiesa, costringendo gli abitanti a metter mano al nuovo edificio. Ultimata nel 1662, la Chiesa di San Pietro si presenta oggi ingentilita da una facciata con rosone e portale in stile romanico opera, nel secolo scorso, dell’architetto Giannino Fermi. Il perimetro del sagrato della chiesa è scandito dalle cappelle della via Crucis con raffigurazioni ottocentesche. Lnsieme a San Pietro e a Schieranco costituivano il soppresso comune le frazioni, di Prabernardo e Locasca. La fama di Schieranco è stata, nel passato, legata all’esistenza sul suo territorio di filoni auriferi e argentiferi. Lo sfruttamento ditali giacimenti potrebbe risalire alla seconda metà del XVLII secolo; era comunque senz’altro avviato nel primo Ottocento, quando Melchiorre Gioia rilevò questa ricchezza nei suoi studi statistico-economici sul dipartimento dell’Agogna. Concesse alla fine dello scorso secolo, a compagnie inglesi e francesi, le miniere rimasero in attività fino al 1946. Il paese è il punto di partenza per escursioni ai numerosi laghi che si trovano nelle vicinanze. Oltre al lago di Antrona,, altri bacini artificiali descrivono il paesaggio della parte più alta della valle: il lago di Campliccioli, quello di Camposecco e quello dei Cavalli. Nei pressi di quest’ultimo un agglomerato di vecchie baite in pietra immerse nel verde dei pascoli prende il nome di Cheggio, un tempo ricco alpeggio, ora riferimento escursionistico per il turismo in valle Antrona. L’economia della valle è prevalentemente pastorale; l’unica attività industriale è quella idroelettrica.TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | IL LAGO DI ANTRONA E' in realtà un lago molto giovane e la quiete che domina sulle sue sponde stride fortemente con l'alone di terrore e morte che calò sulla valle in un lontano giorno del 1642. Allora il lago non esisteva e un torrente percorreva la valle portando acqua a tutti gli abitanti. Improvvisamente il 27 luglio, senza che nulla lasciasse presagire un simile evento, un boato squarciò l'aria silenziosa della Valdossola. Una massa rocciosa di diverse decine di milioni di metri cubi si era staccata dalla Cima di Pozzuoli ed era piombata sul fondovalle della Valle Antrona travolgendo ed annientando tutto ciò che aveva trovato sul suo percorso. Un intero villaggio venne sepolto dai detriti e le poche case che si erano salvate furono sommerse dal lago che si andava formando a monte dell'accumulo che aveva ostruito il corso del torrente. Si narra che la polvere sollevata dal cataclisma sia giunta sino alle sponde del Lago Maggiore. Lo sviluppo della civiltà in Valle Antrona subì un drastico arresto. Le vie di comunicazione, i commerci, gli scambi culturali con le popolazioni che risiedevano ad ovest furono interrotti. Qualche valligiano racconta ancora di quando l'antico campanile della chiesa del paese emergeva dalle acque del lago quasi volesse ricordare a tutti quel drammatico episodio che avrebbe per sempre determinato la storia di questa valle. La sua capacità massima è di 5.470.000 mc. ed agli inizi degli Anni Venti, al fine di sfruttarne le acque a scopi idroelettrici, è stata costruita la centrale di Rovesca. Le acque del lago, dopo aver percorso una galleria lunga 2.039 metri e una condotta forzata lunga 866 metri con una portata massima di 1,6 mc/sec, scendono alla centrale posta 291 metri più in basso. TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | IL LAGO DI CAMPLICCIOLI La diga di Campliccioli è stata costruita sul Rio Troncone, tra il 1924 e il 1928. Essa è del tipo a gravità massiccia, in muratura di pietrame con malta di cemento, a pianta leggermente arcuata (raggio di curvatura 600 metri). Nel punto più profondo delle fondazioni, è alta 80 metri ed è larga 278 metri. La capacità massima del lago da essa formato è di 8.800.000 mc. Per costruirla sono stati utilizzati circa 227.000 mc di pietrame e 13.000 mc di calcestruzzo; pietrame e sabbia sono stati reperiti in loco mentre il cemento è stato trasportato in sacchi su autocarri sino al lago di Antrona e poi per mezzo di una teleferica fino al cantiere.TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | IL LAGO DELL' ALPE CAVALLI La diga Alpe Cavalli, situata sul torrente Loranco, è stata costruita tra il 1922 e il 1926. Essa è del tipo a gravità, in muratura di pietrame a secco con una leggera curvatura planimetrica (raggio di 750 metri). La diga è alta, nel punto più profondo delle fondazioni, 41 metri ed è larga 165 metri. La capacità massima del lago è di 8.600.000 mc. Le acque vanno ad alimentare la centrale di Rovesca, dopo aver attraversato una galleria di derivazione lunga 3.628 metri ed una condotta forzata lunga 1.363 metri. Nel 1981 si sono resi necessari alcuni lavori di ammodernamento di alcune parti dell’impianto ormai obsolete, che hanno interessato soprattutto la galleria di derivazione e la condotta forzata. La galleria, che in origine era per lo più in calcestruzzo con alcuni tratti costituiti da una tubazione metallica in lamiera chiodata del diametro di 1,5 metri, è stata impermeabilizzata nei tratti in calcestruzzo. Inoltre, sono stati sostituiti i tratti in lamiera ed è stata costruita una nuova camera valvole per la condotta forzata. La condotta, che originariamente era in lamiera è stata completamente sostituita. La nuova condotta forzata (la cui portata massima è di 4,3 mc/sec) parte dalla nuova camera valvole e raggiunge la centrale dopo 1.245 metri; per la quasi totalità del percorso è all’aperto, tranne in un breve tratto di 170 metri in cui è in galleria. TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | IL LAGO DI CAMPOSECCO La diga di Camposecco, è stata costruita tra il 1925 e il 1930. Essa è del tipo a gravità massiccia, in muratura di pietrame con malta di cemento, a pianta leggermente arcuata (raggio di curvatura 450 metri). La diga, nel punto più profondo delle fondazioni, è alta 35 metri ed è larga 347 metri. La capacità massima del lago è di 5.500.000 mc. Le acque della diga di Camposecco alimentano la centrale di Campliccioli. TOP OF PAGE PAESI E LAGHI | IL LAGO DI CINGINO Il serbatoio di Cingino è il risultato della sopraelevazione e dell’ampliamento di un piccolo lago di origine glaciale già esistente. La diga, costruita tra il 1925 e il 1930, è del tipo a gravità massiccia, in muratura di pietrame con malta di cemento, a pianta leggermente arcuata (raggio di curvatura 250 metri). Nel punto più profondo delle fondazioni è alta 50 metri ed è larga 152 metri. La capacità del lago è stata portata a 4.500.000 mc. TOP OF PAGE PAESI E LAGHI |
Tratto da www.omnialacus.com Valli |