Le Origini.
Epopea Valdese.
Movimenti Religiosi.
Fin dai suoi primordi, il Cristianesimo ha dovuto mediare tra i diversi elementi che lo compongono: le dottrine, i riti,
l’organizzazione della chiesa. Predicatori, missionari o profughi visitano le comunità sparse in tutta Europa
proponendo le diverse interpretazioni del rapporto tra antico testamento e vangeli, della natura di Cristo rispetto al
Padre, della natura dell’anima, la predestinazione, la reincarnazione, le prerogative degli ecclesiastici. Le diverse idee
sono discusse, condannate, accettate, mediate e/o modificate in modo diverso secondo i luoghi, i tempi, le situazioni
politiche e le persone, rivestendo un’importanza diversa.
La storia di ogni movimento religioso inizia assieme a quella delle sue persecuzioni (è così anche per i
Cristiani) ed ancora una volta la storia la fa il vincitore: si rivendica la paternità di un’idea che riesce ad
imporsi mentre le idee “sconfitte” sono sconfessate, taciute o negate dagli storici “di parte” (apologisti). Quando il
confronto assume torni aspri, le proprie idee sono proposte con forza e coloro che non la accettano sono bollati come
scismatici o eretici, sono chiamati Ariani, Monatisti, Unitari, Iconoclasti, Pauliciani, Anabattisti, Pararini, Bogomilli,
come più tardi i Riformati (Luterani, Calvinisti, Anglicani) saranno chiamati Protestanti e chiameranno a loro volta
Papisti o Romanisti i cattolici.
Pierre Vaud.
La prima indicazione che nelle valli piemontesi esistessero comunità con proprie idee religiose è nel poema
Nobla Leycon (Nobile Lezione) datato 1100. Essi condividevano - ad esempio - l’usanza diffusa in Europa (e
particolarmente a Milano) di celebrare il sabato invece che la domenica (sabbatati). La loro presenza a Lione è
documentata dal 1160.
Pierre Vaud (o Pierre de Bruis, in italiano Valdo, in latino Vaux), ricco mercante di tessuti di Lione, distribuisce le suer>
ricchezze (pentecoste 1170), affida la moglie e due figlie all’abbazia di Fontevrault, fa tradurre in lingua romanza alcuni
brani dei vangeli e dell’Antico Testamento, addotta il detto “Vangelo, Povertà e Predicazione” e fonda il movimento
religioso dei “Poveri Uomini di Lione”.
Due suoi seguaci, Olivier e Sicard, hanno una disputa con il vescovo di Montperoux (1175-76) e Pierre Vaud è cacciato
da Lione dall’arcivescovo Guichard. La via dove abitava (rue Vandran) prende poi il nome di rue Maudicte (Via
Maledetta).
Una delegazione valdese incontra al terzo concilio Laterano a Roma il papa Alessandro III (1179), che permette le
predicazioni purché sotto il controllo dell’arcivescovo di Lione ed invia una commissione formata da Enrico di
Citeaux cardinale di San Chrysogone, Reginaldo vescovo di Bath, il frate Walter Mapes ed il prete Raymond di Daventry. Due
predicatori sono condannati da Raymond di Daventry, che li chiama Vallenses (1179), ma il termine può
significare sia “seguaci valdesi” che “abitanti delle valli”. Bernard di Fontcaude riprende il termine quando scrive il
libro Adversus Vallenses et Arianos (1180), e qui il termine si riferisce al movimento religioso.
Nel sinodo di Lione, Pierre Vaud si sottomette a Pierre de Bellemain arcivescovo di Lione ed al legato papale cardinale
Henri de Clairvaux/Marcy vescovo di Albano (III 1180) e prosegue la predicazione ma in seguito è scomunicato. La
risposta che gli viene attribuita è una parafrasi dagli Atti degli Apostoli “Meglio Obbedire a Dio che agli Uomini”.
Secondo la leggenda, Pierre Vaud muore in Boemia (1217).
Pierre Vaud deve quasi sicuramente il suo nome al fatto di aver accettato le credenze valdesi, e ha il merito di averle
presentate alla Chiesa. Dal momento del suo fallimento inizia la documentazione delle persecuzioni.
La Reazione della Chiesa.
Papa Alessandro III nel terzo concilio Laterano (1179) invita i principi a muovere guerra agli Albigesi (scomunicati da
Callisto II al concilio di Tolosa nel 1119, da Innocenzo II al secondo concilio Laterano nel 1139, da Alessando III al
concilio di Tours nel 1163), prendere i loro beni, ridurre le persone in schiavitù e ne vieta la sepoltura
cristiana. L’esortazione non ha effetto.
La chiesa dichiara “scismatici”, cioè disobbedienti, i Poveri di Lione (1182). Papa Lucio III e l’Imperatore Federico
I “Barbarossa” al concilio di Verona dichiarano eretici i Valdesi assieme ai Patarini, Umiliati e Catari Albigiesi (bolla
“Ad abolendam”, 1184).
I valdesi subiscono la persecuzione di Alfonso II “Il Casto” re di Aragona (1152-1196).
Papa Innocenzo III invia a contrastare il movimento valdese alcuni ispettori (1198, 1201), seguiti dallo spagnolo Diego
vescovo di Osma (1203), accompagnato dal suo assistente Domenico di Guzman (poi fondatore di domenicani e santo). Nel
quarto concilio Laterano (1205), Innocenzo III comanda ai principi di estirpare l’eresia albigese dai propri dominî
entro un anno, pena la scomunica, nomina eredi degli scomunicati chi dà esecuzione alle sentenze emesse contro di
loro, concede a chi presta servizio armato per 40 giorni contro gli eretici la stessa indulgenza già promessa per
le crociate in Terrasanta. I monaci del convento di Citeaux iniziano a predicare la crociata (1206). L’ispettore pontificio
Pietro di Chateauxneuf è assassinato (I 1208).
In Spagna, il valdese Durand de Huesca fonda il movimento dei Poveri Cattolici (1208), che è accettato da Innocenzo
III ed ottiene l’obbedienza dei valdesi lombardi guidati da Bernardo Primo (fonda l’ordine dei Poveri Riconciliati nel
1210).
Gli albigesi sono massacrati nella crociata guidata da Simone di Monfort conte di Leicester, già in Terrasanta, dal
legato pontificio Arnaldo abate di Citeaux, dall’arcivescovo di Bordeaux e dal vescovo di Puy (VII - VIII 1209). Molti
albigesi trovano rifugio nelle vallate alpine dei valdesi. Alcuni Valdesi fuggono in Piccardia e Filippo Augusto re di
Francia li trasferisce in Fiandra. Altri valdesi fuggono in Spagna. Le persecuzioni contro gli Albigesi proseguono fino al
1244 e colpiscono anche i Valdesi.
L’Imperatore Ottone IV ordina all’arcivescovo di Torino di espellere dalla diocesi i Valdesi (1210).
Il quarto concilio Laterano vieta la formazione di nuovi ordini oltre a quelli dei Domenicani e dei Francescani, vieta ai
“Poveri di Lione” la predicazione e la lettura della bibbia in volgare e li espelle da Lione come sospetti di eresia,
passibili di condanna al rogo (1215). Il concilio di Tolosa vieta la lettura ed il possesso della Bibbia in lingua
volgare (IX 1229).
Su indicazione di papa Gregorio IX, Ferdinando re d’Astruria e l’arcivescovo di Terragona perseguitano i valdesi e ne
mandano 15 sul rogo (1237). La città di Sabadell, vicina a Barcellona, prende il nome dai Sabbatati o Valdesi
(Vallenses).
Il francescano Moneta da Cremona scrive il trattato “Adversus Catharos et Valdenses” 1241).
La chiesa affida i domenicani il compito di lottare contro le eresie (1252).
Il testo “Errores haereticorum Waldensium” accusa o valdesi di adorare Lucifero e di sacrificare i bambini durante le
loro orge notturne. In Francia “Vaudois” (da non confondere con gli abitanti del cantone svizzero del Vaud) diviene
sinonimo di stregone; anche Giovanna d’Arco è condannata come vaudoiese.