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NOTE SUL CINEMA ITALIANO

Il Cinema Italiano, nella sua lunga storia illuminata dall'opera di indimenticabili Maestri, si è dimostrato essere un capace e formidabile mezzo di espressione e comunicazione ed ha saputo sempre cogliere ed eviscerare, con poesia, ma anche con rigore, tutta l'infinita gamma delle passioni che permeano l'animo umano, mai secondo a qualsiasi altra cinematografia, europea o di altri continenti. Un'arte, una vera e propria arte universale, quella del cinema, accessibile e disponibile per genti di differentissime culture e tradizioni ma accumunate dai medesimi sentimenti di felicità o dolore, esultanza o angoscia, appagamento o sofferenza. Immagini di conflitti, di fratellanza, d'odio, di amore, di pace, giungono al cuore dello spettatore e producono le stesse emozioni al di là di ogni confine geografico e di ogni barriera idiomatica.

 

IL CINEMA ITALIANO DALLE ORIGINI AL 1918.

 

  -Lyda Borelli

 

Prime immagini in movimento!

Alla fine del secolo scorso, nel 1896, nelle principali città dell'Italia settentrionale, si hanno le prime proiezioni cinematografiche, così come avviene in tutta europa, dopo la prima mondiale avvenuta a Parigi nel Grand Café il 28 dicembre 1895.

A Torino, Milano, Genova, Bologna, si possono ammirare le "Rappresentazioni straordinarie di Fotografie Animate" con, ben evidenziato nelle locandine, "Proiezioni ottenute col Cinematografo Lumière, ultima novità mondiale".

Gli spettacoli, quasi sempre, avvengono nei maggiori Teatri cittadini al termine di una commedia o di un concerto.

Il cinema italiano segue, a grandi linee, le orme del cinema francese, sia nella ricerca di mezzi per stupire l'ingenuo pubblico del tempo mediante effetti speciali, trucchi, tecniche di ripresa ecc., che nella struttura dello spettacolo.

Si chiamano, con lauti compensi, attori, tecnici, cineasti francesi strappandoli alle varie Pathé, Gaumont ecc. Vengono prodotti anche documentari su argomenti di notevole interesse giornalistico, quali corse di automobili come La Susa-Moncenisio o di altri avvenimenti spettacolari capaci di stimolare la fantasia degli spettatori filmando i fatti dal vero o, in taluni casi, creando delle finzioni che sfruttano l'esperienza teatrale.

Il torinese Vittorio Calcina riprende in Vaticano, in un memorabile documentario di venti metri che stupisce il mondo, il Papa Leone XIII durante la benedizione "Urbi et Orbi".

Grande importanza ha il documentario scientifico realizzato in moltissimi campi, anche quello medico. Si assiste ad uno sviluppo giornalistico del cinema, tempestivo nel fornire le immagini, a volte anche solo 2-3 giorni dopo l'evento. Abbondano gli incontri di Reali, le inaugurazioni, i funerali, i disastri, le calamità naturali, le esplorazioni.

Per stimolare ulteriormente l'interesse della cittadinanza, vengono cineripresi avvenimenti locali, quali l'inaugurazione di un Monumento, l'intenso traffico stradale con tramway, automobili, carrozze, cavalli e pedoni; oppure l'arrivo del treno, il lavoro dell'officina, ecc.

Alcuni titoli del tempo: "La sortita degli operai dal Louvre - Bruciatori d'erbe - Il fotografo - Clowns. E ancora: I piccioni di San Marco - I vaporetti a Rialto - Approdo di una gondola.

Da un programma di "Cinefotograficoscopio" del 1899 per le Feste di Torino: "Arrivo dei Reali e dello Stato Maggiore - Sfilata della Fanteria - Sfilata dei Bersaglieri - Sbarco d'asini in Algeri"(!).

A volte, la comicità involontaria, sfida i secoli!

 - Francesca Bertini

Gli imprenditori più attenti comprendono immediatamente l'importanza della nuova attrazione e, nel giro di pochi anni, prima a Torino, poi via via nelle altre città italiane, cominciano a moltiplicarsi i locali destinati specificatamente a questo spettacolo, i Cinematografi.

Il notevole affollamento è un chiaro indice di un mutamento di costume: al cinema ci si va come a teatro, ed anche molto più di sovente perchè economicamente più accessibile.

Nei piccoli centri, come nelle fiere, invece, le proiezioni si effettuano per opera di ambulanti i quali non sono sempre ben accolti dalle autorità del paese; a volte vengono visti con sospetto quali veicoli d'immoralità oppure accusati di trasportare, con il loro girovagare, malattie!

 

Immagini audaci!

Effettivamente il cinema permette di realizzare spettacoli "proibiti" in serate particolari definite "non adatte per signorine"; e le reazioni della cittadinanza morigerata sono furiose, con richieste di intervento della Forza Pubblica per "far cessare con immediatezza queste proiezioni sconce, luride e scellerate."

I titoli promettono: Il coricarsi della sposa - Flagrante adulterio - Notte d'amore di un vecchio libertino - Il membro del comitato - La pulce in camera da letto - Il bagno di una parigina (colorato)(!) ed una serie sterminata di Bagni di Dame, modelle, mondane, chanteuses, Signore, Signorine, cameriere ecc.

Apparentemente di films per omosessuali, pederasti, o altre tendenze particolari, con atti e pratiche innaturali, non ce n'è traccia ma, in ambienti riservatissimi, chissà.

 

Nascono le prime case Cinematografiche

 - Pina Menichelli

A Torino e Milano nascono, fin dai primi del '900, alcune Case di produzione, grazie ad imprenditori capaci e lungimiranti, alla disponibilità di capitali ed attrezzature, ad artisti di indubbio valore che portano, rapidamente, il nascente cinema a livelli industriali

A Napoli, invece, il cinema sorge sfruttando l'inventiva e l'artigianato familiare tipici di questa straordinaria città.

Roma è in ritardo; nel 1906 vi nasce una grande Casa cinematografica, nel senso moderno, ma è di origini fiorentine, la CINES. Grazie ai grandi capitali di cui dispone, assume una fisionomia industriale con la costruzione di stabilimenti, teatri di posa, laboratori, dotazioni di moderni macchinari, assunzione di tecnici anche stranieri, direttori artistici, registi, ecc.

L'espansione della Cines è formidabile, vengono prodotte molte decine di titoli all'anno e distribuiti, tramite filiali, in tutta Europa ed anche nelle Americhe.

Altri importanti centri di produzione cenematografica continuano a svilupparsi a Torino, Milano e Napoli.

Torino è una grande città dalle solide tradizioni produttive, si gettano nel cinema uomini dalle notevoli capacità imprenditoriali, vengono costituite la Ambrosio; la Carlo Rossi che poi, nel 1906, diviene Itala Film; la Pasquali; l'Aquila Film; la Savoia; la Cenisio; la Bonnard; e rapidamente si supera la fase iniziale acquisendo ben presto importanza mondiale, tanto che taluni asseriscono che Holliwood può essere definita come la "Torino d'America"!

 - Francesca Bertini

Primi soggetti da ripresa risultano, naturalmente, le automobili, in tutti i suoi aspetti: in fase di costruzione, di uso in città, in campagna, a confronto con i cavalli e anche, in momenti di competizione.

A Milano nasce la Comerio Film, la S.A.F.F.I., dalle quali, successivamente, nel 1908, si origina la Milano Film.

Luca Comerio, per sfruttare intensivamentele pellicole disponibili, organizza un celere servizio di fattorini in bicicletta che, come tanti Girardengo, le trasportano, durante gli intervalli, da una sala all'altra!

A Napoli La Fratelli Troncone, la Dora film, la Partenope Film.

 

Si definiscono i generi cinematografici

Verso il 1905, progredendo la diffusione del cinema, a contatto con un pubblico sempre più esigente, si abbandonano i films nati per stupire le persone semplici e ci si orienta verso produzioni più articolate, tematiche morali, religiose, esempi edificanti, storie con drammi familiari, sofferenze per abbandoni, ingratitudine, abiezioni per vizi quali alcolismo, rovina per il gioco ecc.

In questi films abbondano i bambini, orfani e orfanelle, i piccoli lavoratori, gli assassini, le madri disperate, ecc.

Ben presto ci si rivolge alla letteratura e si realizzano diversi Promessi sposi, si riduce la Bibbia, i Vangeli, Cyrano di Bergerac, Beatrice Cenci, Il Fornaretto di Venezia, ecc. Iniziano anche ad essere trasportate le opere liriche come il Rigoletto ('08); la Cavalleria Rusticana '10 di Choutard; Il Trovatore ('10) di Gasnier; ecc. il che può far sorridere, essendo questo il periodo del muto!

Se si scorre la filmografia del tempo è facile verificare, anche solo dai titoli, i generi in voga nei diversi periodi. Cominciano a delinearsi i filoni che per decenni caratterizzeranno il cinema italiano: il genere comico; drammatico; avventuroso; fantastico; storico-mitologico; verista; ecc. anche se non è sempre agevole classificare opere che presentano caratteristiche plurime

 - Maria Connely

E volendo restringere all'essenziale una classificazione, si possono distinguere i seguenti generi:

++++Genere comico

++++Genere storico-mitologico

++++Genere letterario

++++Genere Naturalista o Verista

 

Registi, films e generi

Ecco una ridotta filmografia dei principali registi:

-Guazzoni: Bruto e Agrippina ('10), Il sacco di Roma ('11), Caius Jiulius Caesar ('13), Marcantonio e Cleopatra ('13), Quo Vadis ('14), La Gerusalemme Liberata ('17), Fabiola ('17).

  -Rina De Liguoro

-Giuseppe de Liguoro: Gioacchino Murat ('10), Ugo e Parisina ('10); Odissea ('11), Giuseppe Verdi ('14), Ettore Fieramosca ('15), Christus ('16), Orlando furioso ('18). -Enrico Vidali: Spartaco ('13).

-Mario Caserini: Pia de' Tolomei '08; L'orfanella dell'assassinato ('08); L'orfano e l'omicida ('08); Garibaldi ('08), Beatrice Cenci '10; Anita Garibaldi ('11), I Cavalieri di Rodi ('12), Dante e Beatrice ('11), Gli ultimi giorni di Pompei ('12), Nerone e Agrippina ('13); Ma l'amor mio non muore...('13)

-L.Maggi: Gli ultimi giorni di Pompei ('08); Il granatiere Roland ('10); Nozze d'oro ('11); La lampada della nonna ('12); Satana ('12); Salmbò ('14).

-A. Frusta: Nerone ('09); Amore e Patria '09; Gli amori di Lord Byron ('09); Vedovo allegro ('09); Didone abbandonata ('11); Il Natale di Pierino ('10); Lo schiavo di Cartagine ('12), Il Leone di Venezia ('13); Otello ('13). -L.Manzotti: Ballo Excelsior ('14)

-E.Ridolfi: Promessi Sposi ('13)

-F.Bertolini-A.Padovan Inferno ('11)

-G.Pastrone: La caduta di Troia ('11); Cabiria ('14); Il fuoco '15; Maciste ('15); Tigre reale '16

-G.Lo Savio: Re Lear ('10), Romeo e Giulietta ('12),

-U. Falena: Salomè ('10); Francesca da Rimini ('11), Tristano e Isotta ('11);

_L.Comerio: Sepolta viva '09

-F.Alberini: La Presa di Roma ('05);

-L.Roatto: Anima santa '05

-Elvira Notari: La figlia del Vesuvio '11; La guerra italo-turca tra scugnizzi napoletani '12; Nomadi '13

-N.Oxilia: Rapsodia satanica '15; Odio che ride '16

-Febo Mari: L'emigrante '15

-E.Bencivenga: La Du Barry ('14); L'orgoglio ('18)

-M.Vanello: Quando l'amore odia '13

-F.Degli Abbati: Nel mare della vita '13; La memoria dell'altro '14;

-V.M.Del Colle: I due sergenti ('13)

-A.Genina: Piccolo cerinaio (14); Addio giovinezza ('18)

-N.Martoglio: Sperduti nel buio '14; Teresa Raquin '15

-Baldassarre Negroni: Circolo Nero ('13); La Bufera ('18); Histoire d'un Pierrot ('14);

-Roberto Roberti: L'assassina del ponte S.Martin ('13); Sua maestà il sangue ('13); L'ultima vittima ('13); Il suicida nø359 ('13); La torre dell'inquisizione ('13); La regina dell'oro ('13); La vampira indiana ('13); La prigione d'acciaio ('13).

-A.Brunero: Passione fatale ('15 )

-Carmine Gallone: Amore senza veli '14; Fiore del male '15; Malombra ('16)

-A.G.Bragaglia: Thais '17 -G.Serena: Assunta Spina '15; Andreina '17;

-Emilio Ghione: Guglielmo Oberdan ('15); Ciceruacchio ('15); I topi grigi ('18);

-Cines: Il Fornaretto di Venezia '07; Il piccolo garibaldino '09; Piccolo violinista '09; Piccolo vandeano '10; Piccolo cantoniere '10;

-Ambrosio: Buona sera bambina '07; Buona sera fiori '07; Buona sera alla finestra '07; Pietro Micca '07; Rigoletto '08 altri: Il mercante di Venezia ('11), Maria Antonietta '10;

 

La storia e la mitologia nel film

La produzione italiana eccelle nel genere Storico-mitologico ed infatti questi films invadono praticamente tutto il mondo, Stati Uniti compresi; in poche parole l'Italia conquista l'egemonia del mercato mondiale nel periodo che va dal '12 al '14.

Forse il primo film italiano a soggetto storico è La presa di Roma rappresentata il 20 settembre del 1905 con enorme entusiasmo di pubblico per l'accurata ricostruzione degli avvenimenti, la precisione delle azioni militari, la cura dei costumi, l'impetuoso assalto dei Bersaglieri.

Questo genere è naturalmente facilitato dall'abbondanza di letteratura al riguardo: vengono prodotti copiosamente i vari Nerone, Ettore Fieramosca, l'Odissea, La caduta di Troia, Quo vadis, Napoleone, Antonio e Cleopatra, Giulio Cesare, Cabiria, ecc.

A Milano si trova uno studio gigantesco della Milano Film, nata dalla Comerio e dalla Saffi nel 1908, forse il più grande ed attrezzato del mondo. Vengono realizzati imponenti films come Inferno ('11) di Bertolini-Padovan, probabilmente il primo film spettacolare italiano, Gioacchino Murat ('10); Odissea ('11) di De Liguoro; Il primo Kolossal della storia del cinema è Quo Vadis? ('13) di Guazzoni, che impiega un cast di 5000 persone e trenta leoni, con un costo di 48000 lire. Il mondo rimane stupito di fronte a tanta magnificenza.

 - Lyda Borelli

A Torino la Ambrosio produce Ultimi giorni di Pompei ('08) di Maggi; Nerone ('09) e Il Leone di Venezia ('13) entrambi di Frusta.

L'Itala di Torino realizza Cabiria ('14), di Pastrone. un vero Kolossal del costo di un milione di lire, venti volte di più di un film normale; viene prioettato il 18.4.1914 in dodici tonalità di colore, con didascalie di D'Annunzio e musiche sinfoniche composte espressamente da Ildebrando Pizzetti ed eseguite da 80 musicisti e 70 cantanti.

La Pasquali & Tempo di Torino produce Spartaco ('13) di Vidali; e poi Salmbò di Maggi.

 

La letteratura nel film

Nel genere letterario si possono ricordare L'Inferno ('11) di Bertolini-Padovan; i films dannunziani La Figlia di Jorio; Fiaccola sotto il moggio; L'innocente; Il Fuoco; o anche da Pirandello: Quaderni di Serafino Gubbio operatore ('16).

 

Il verismo nel film

Il genere verista naturalista si sviluppa prevalentemente a Napoli, dove il cinema segue, con modestissimi mezzi economici, le orme del teatro, della sceneggiata, con storie di orfani, di madri, di onore, di malafemmine ecc. e non azzarda rischiose produzioni a sfondo storico; proprio per questa scelta il successo popolare non lo abbandona mai e la Dora Film creata nel 1909 non conosce le crisi delle altre case del nord.

Destinatari di questa produzione sono, in primo luogo, i mercati del sud e quelli d'oltreoceano dove vivono gli emigrati italiani.

Importanti sono i film dell'Elvira Notari: La figlia del Vesuvio '11; Grande cattura di un pazzo a Bagnoli ('12); Nomadi ('13); quelli di Serena: Assunta Spina ('15); di Martoglio: Sperduti nel buio ('14) di cui l'ultima copia è andata distrutta nel 1944; Teresa Raquin ('15); di Febo Mari: Emigrante ('16); ecc.

 La famiglia dell'Elvira Notari è tutta impegnata in questa attività cinematografica, dai nonni ai nipoti al marito; inventa più di cento filmati che fanno il giro del mondo e probabilmente inventa anche lo spot pubblicitario girando dei filmetti destinati a questo specifico scopo!

 

Risate al cinema

Il cinema comico italiano dei Cretinetti (André Deed/Boireau), Tontolini (Ferdinand Guillaume), Polidor (Ferdinand Guillaume), Robinet (Marcel Fabre), Bidoni, Cocciutelli, Butalin, Cocò, Fringuelli, ecc. nei primi anni del secolo compete bene con i comici americani Max Linder e Mark Sennet, però non si evolve, rimane sempre un prodotto di riempimento, una comicità surreale, un genere subalterno agli altri generi, non capace di creare storie ricche di significato.

Quando, successivamente, i comici americani come lo stesso Sennet, Chaplin, Keaton creano veri e propri films in grado di coinvolgere emotivamente il pubblico, il cinema comico italiano, letteralmente, con l'inzio della Grande guerra, sparisce dalla scena.

 

Champagne a fiumi

Fin dal 1913, in tutta europa, si diffonde un cinema "Liberty" di ambientazione aristocratica, borghese, con castelli e palazzi nobiliari, ove si sviluppano drammi di amore, gelosia, tradimenti e morte.

Le attrici hanno modo di esprimere le "passioni fatali" con la loro gestualità, sapientemente muovono braccia, mani, corpo, testa, chiome, occhi, ciglia, narici, per trasmettere agli spettatori emozioni e primordiali richiami erotici.

Anche gli oggetti vengono coinvolti in questo turbinio di sentimenti, tende, coppe di champagne, sigarette, fiori carnosi, veli da strappare, fuoco purificatore e, quando serve, anche malattie, come la tisi, che permettono alla moribonda una gamma di espressività pressochè senza limiti.

La morte si addice loro in modo particolare, specialmente se violenta: di pugnale, di pistola ed anche per strangolamento.

In questo contesto matura il "Divismo" ed il pubblico vede nell'attrice una dea da idolatrare e per lei smania di desiderio; insuperabili in questa capacità risultano la Lyda Borelli (Ma l'amor mio non muore... '13 di Mario Caserini de La Film Artistica Gloria di Torino) , la Francesca Bertini, la Pina Menichelli, quasi vestali del simbolismo dannunziano.

Titoli come Rapsodia satanica ('15), Eva fatale, Vampira Indiana, La donna nuda, Passione fatale, Fiore del male, Il Fuoco, Tigre reale definiscono bene il turbinio dei sensi, il precipitare nel peccato e nella perdizione.

Acclamati Divi sono essenzialmente le donne: Lyda Borelli, Francesca Bertini, Pina Menichelli, Giacinta Pezzana, Vittoria Lepanto, Maria Garavaglia, Maria Gasperini, Maria Melato, ecc.; gli uomini risultano un po' gregari: Ermete Zacconi, Amleto Novelli, Ruggero Ruggeri, Giovanni Grasso, Mario Bonnard (futuro regista), Febo Mari, Emilio Ghione (serie di Za-la-Mort), ecc.

Le Dive, nella vita reale, naturalmente, convolano a nozze con aristocratici, come si vedrà nel periodo seguente 1919-1939.

Nel '12-'14 il cinema italiano esporta un numero immmenso di films in tutti i mercati mondiali.

 

La guerra fa finire i sogni

Ma la guerra spazza via questo mondo irreale, di esseri dediti al lusso ed al capriccio, così lontano dalla gente comune, così difficile anche da immaginare per chi vorrebbe realizzare desideri ben più modesti.

Nel 1914 comincia la crisi del cinema italiano, i mercati esteri non assorbono, i costi salgono e, di conseguenza, anche le perdite. La produzione americana dispone di mezzi immensi, di artisti bravissimi, di imprenditori avveduti e conquista, ad uno ad uno, tutti i mercati.

I produttori italiani non si rendono conto del cambiamento, rimangono vincolati alle loro idee superate e perdono gli spettatori!

Non cogliendo prontamente il mutare del gusto del pubblico, continuano per alcuni anni su questa strada che, ai loro occhi, dovrebbe dare ancora buoni frutti; non si avvedono che lasciano un varco pericolosamente aperto, anche nel mercato nazionale, alla dinamicissima industria cinematografica americana che non si lascerà sfuggire l'occasione.

Durante il periodo bellico ('15-'18) vengono girati numerosissimi documentari che debbono sottostare a rigidi criteri fissati dal Ministero della Guerra; dopo abbondanti censure, manipolazioni, limitazioni e restringimenti, vengono messi in circolazione filmati che, se proprio non riescono ad esaltare in modo convincente la volontà del popolo italiano a donare figli per la liberazione delle terre irredente, mostrano l'eroismo del soldato italiano evitando di sostare sulle tragiche immagini che potrebbero minare il morale della nazione.

 

Alleati di celluloide

Fra i molti films a sostegno indiretto dello sforzo militare, come curiosità, si può ricordare anche il facchino-attore Bartolomeo Pagano in un Maciste alpino ('16), dove il mitico eroe semidio, viene prelevato dal suo tempo e, con un salto di alcune migliaia di anni, arruolato nelle Divisioni di montagna (Taurinense? Orobica?) a combattere contro gli austriaci.

Un Bud Spencer ante litteram, si direbbe, per via degli sganassoni che rifila a destra e a manca per sgominare le truppe nemiche.

Il Pagano, un "camallo" di Genova, diviene rapidamente un eroe popolare, è specializzato nel personaggio di Maciste, lo si trova in Maciste ('15) di Pastrone; M. medium ('18) di Denizot; M. atleta ('18) di Denizot; M. poliziotto ('18) di Roberti; M. smemorato; e continuerà per altri dieci anni a spezzare catene di ferro, piegare inferriate, raddrizzare torti.

 

Arrivano gli americani... per vendere films

Ma se l'Italia nel 1918 sconfigge l'Impero austroungarico sulle pietraie del Carso, la situazione commerciale del cinema italiano, per chi sa interpretare i fatti, non è delle più rosee. Il cinema statunitense ha raggiunto altissimi livelli e la produzione, in quell'enorme e ricco mercato, registra incassi colossali che le permettono di esportare a costi già ammortizzati films estremamente concorrenziali con quelli europei.

Fino a quando i Maciste nostrani, le Legioni romane, le Dive italiane potranno arginare l'inarrestabile macchina del cinema americano?

 

 

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