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Cugino di Federico Sclopis, rimasto orfano di entrambi i genitori, dopo studi di giurisprudenza, si arruola reggimento dei dragoni del Re e copre un ruolo fondamentale nei moti del 1821 in Piemonte, con l'insurrezione di Alessandria e la proclamazione della Costituzione Spagnola. Dopo la sconfitta a Novara dei liberali, è condannato a morte in contumacia; combatte in Spagna contro le truppe Francesi della Santa Alleanza.
Va poi esule a Malta, dove scrive il suo trattato Della guerra nazionale d'insurrezione per bande, applicata all'Italia. Trattato dedicato ai buoni italiani da un amico del paese (Italia 1830), pubblicato forse a Marsiglia.
Dopo essersi accostato a Filippo Buonarroti e aver capeggiato la società degli Apofasimeni, a cui si iscrisse anche Mazzini, è a Marsiglia tra i fondatori della Giovine Italia; partecipa alla sfortunata e velleitaria spedizione in Savoia del 1834 e, perseguitato dalle polizie dei vari stati, si ritira a Bruxelles.
Mai perdonato da Carlo Alberto, che lo esclude da ogni amnistia, muore suicida nella capitale Belga il 9 maggio 1843.
Nel Trattato, sua opera fondamentale, prefigurava dal punto di vista politico e pratico la guerra "per Bande" (guerra partigiana) di liberazione dell'Italia e delineava le sue idee sulla futura Italia, libera dallo straniero.
Per una biografia più dettagliata si vedano gli Atti del Convegno, l'articolo di Giuseppe Roberti Carlo Bianco di St. Jorioz - Commemorazione, riportato in questo sito e l'articolo, citato in bibliografia: LUIGI FERRARIS, Carlo Bianco Conte di Saint Jorioz, Documenti inediti, in Bollettino storico-bibliografico subalpino, Deputazione subalpina di storia patria, Torino, anno LX-1962, 1 e II trim.