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SULL’IDEA STORICA DEL LINGUAGGIO MUSICALE Dal momento che esiste una memoria storica, dobbiamo ritenere che anche la musica rientri in quella categoria di eventi, che possono essere decifrati storicamente. Della musica del passato, possediamo documenti scritti, strumenti musicali, iconografie ecc..anzi, una delle caratteristiche più importanti della musica, è proprio la “figurazione musicale” che permette la conservazione e la riproduzione di un’idea musicale. Questa idea, o pensiero, o esigenza musicale dir si voglia, ha trovato un mezzo non deperibile per poter essere trasmessa alle generazioni future. Da qui, la nascita della scrittura musicale, l’alfabeto che ha accompagnato e che si è evoluto in simbiosi con la musica stessa. Non solamente la scrittura, anche gli stessi strumenti musicali hanno avuto questa evoluzione, così come io credo, l’essere umano, la sua voce e le capacità espressive che gli sono proprie. La “figurazione dell’udibile” come definiva Leonardo da Vinci la musica, ha trovato dal 1878 con l’invenzione del fonografo ( Edison ) anche la possibilità di essere conservata e riprodotta meccanicamente ed elettromagneticamente e questo a sua volta, ha fatto sì che si sviluppassero strumenti musicali idonei ed adeguati per riprodurre e per memorizzare questi eventi acustici. Se è vero che la musica si esplica nel “tempo” ovvero con valenza cronologica ben definita ( attuativa ), è anche vero che molto spesso ascoltiamo o suoniamo musica che ha già avuto per così dire il suo momento di realizzazione musicale nel passato e che rivive grazie ad una nuova interpretazione o riproduzione. La ripetibilità della musica, fa sì che essa abbia due tipi di valenza per così dire “temporale”. La prima ha un carattere storico o meglio ciò che storicamente viene ad essa attribuito. La seconda, un carattere cronometrico o meglio quella durata ( spazio tempo ) che coincide con il momento esplicativo di essa. La musica non ha memoria, ma l’essere umano sì, anzi, una delle maggiori preoccupazioni di questo ominide, sembra essere proprio quella di conservare il più a lungo possibile questa “capacità di ricordo” in tutti i suoi aspetti. Anche la musica ne è fedele testimone. La conservazione, la memorizzazione del fatto musicale, coincide con l’esigenza primaria di tramandarsi o di tramandare ai posteri se stessi, le proprie conquiste, i propri successi. Per ritornare alla storicità musicale di un evento acustico, va detto, che più si hanno elementi per poter inquadrare o confrontare dal punto di vista storico la musica che si stà ascoltando o suonando, maggiore sarà l’apprezzamento e l’emozione che ne consegue. La capacità d’analisi e di paragone con altre musiche, rendono il momento partecipativo ricco di scoperte gratificanti. Ricordando J. Cage o brani musicali come: “0.00” dove la dimensione “tempo” viene annullata, oppure “4.33” dove questa volta è la dimensione frequenze ad essere elusa, mi chiedo se la musica debba considerarsi come la vita stessa, cioè se i suoni che sentiamo, i suoni degli individui, i suoni delle cose, i suoni del mondo musica mundana come dicevano gli antichi, sia la vita, o è la vita stessa che si esprime anche attraverso essa?...a parte queste considerazioni di carattere filosofico, alla musica, alla intelligibilità della musica è attribuito anche un valore storico di rappresentanza, di testimonianza degli aspetti umani passati e collegati ad essa, che riemergono ogni qual volta si attua una riesumazione di essa. L’aspetto inquietante è che nel momento del recupero, essa diventa ed assume le caratteristiche di un evento attuale, contemporaneo alla nostra esistenza, e quindi in grado di depauperare le qualità storiche ad essa attribuite. Meglio sarebbe che ogni musica fosse unicamente contemporanea al presente così come l’estemporaneità della parola? e che non vi fosse ripetibilità ma continua ricerca ed evoluzione musicale?...l’essere umano è per natura ripetitivo, la natura stessa è ripetitiva...quando l’impulso filosofico o la concezione di un evento in termini di unicità, riaffiora nella mia mente, smarrisco la connotazione storica e mnemonica del fatto musicale...a cosa è dovuta questa aberrazione?...forse all’idea che, pur con tutte le testimonianze a favore, i documenti, le prove suffragate ecc... la musica ed ognuno di noi, vive il proprio tempo, il “suo” tempo e che non ne esistono altri.... |