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La musica, possiamo definirla e paragonarla all’umanità intera che, nella sua complessità, nell’esplicazione di essa, evolve e si differenzia in tipologie differenti, in insiemi e sottoinsiemi categoriali quali: etnie, credi religiosi, popoli, nazioni, gruppi sociali, famiglie, individui. Anche la musica riflette questa particolare differenzazione quando ad essa facciamo riferimento in termini di generi musicali, stili, modi, ( funzioni ), caratteri ecc.. La musica o meglio, un “momento musicale”, può semplicemente essere allegro o triste, lento o veloce così come l’individuo può essere maschio o femmina, giovane o vecchio. Questi momenti possono associarsi fra loro, creando un evento musicale, alternando complessità e semplicità, oppure tipologie sonore contrapposte come canto melodico, ritmo, insieme strumentale ecc.. La creazione o l’utilizzazione di uno stile o di un genere musicale, così come l’appartenenza ad una nazione, ad un popolo, altro non è che una caratterizzazione particolare di noi stessi a cui deleghiamo il compito di rappresentarci, e con il quale ci è consentito esprimerci. Ora, considerando la musica come un ventaglio tipologico, a quale di queste tipologie stilistiche, dare la priorità? Mi spiego meglio, se la musica riflette un’idea, associabile quindi all’essere umano che ne fà uso, quale utilizzare per esprimere noi stessi? In altre parole, quale genere privilegiare? Continuando con il paragone iniziale, quale tipologia umana è da preferirsi? Esistono persone migliori di altre? Se si, in che senso? Qui stà il punto di non facile soluzione. Che esistano differenti gradi di complessità o difficoltà tecniche musicali è evidente e sono riconoscibili facilmente...ma ciò, implica un giudizio di superiorità o di “migliore” in termini assoluti? Pur esistendo, il confronto, il parallelismo con altri fenomeni similari, mi inducono a pensare le cose e le correlazioni che intercorrono fra di esse, come qualcosa di estremamente variabile e confutabile. Pur sapendo distinguere il grande dal piccolo, pur avendo coscienza di ciò che è grande  da ciò che è piccolo, inevitabilmente, con la presenza di un’ulteriore parametro, ciò che prima era piccolo può essere grande e ciò che prima era grande, diventare piccolo. In questo senso trovo estremamente difficile chiarire a me stesso pur sapendolo, ciò che deve intendersi per grande musica o musica “migliore”, così come mi riesce difficile distinguere quali siano gli atteggiamenti o l’esplicazione umana da preferirsi. Amo pensare che, nella difficoltà comune del vivere, ognuno di noi, fà ciò che può, e che se, come esige il buon senso comune o all’apparenza, sia da preferirsi colui che , in questa difficoltà riesce ad arraffare ( denaro ) in misura maggiore rispetto ad altri....beh, questo non ne fà comunque un modello migliore.

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