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NON REGOLE MA COSTRUTTO Nel comporre musica, la difficoltà è maggiore quando le regole sintattiche hanno il sopravvento sulla costruzione, sul “fluire” immaginativo compositivo. Molto meglio si opera quando, una volta chiarito il costrutto, lo stilema compositivo, ci si lascia andare in funzione di esso. Nell’insegnamento della composizione musicale, si dovrebbe insegnare il costrutto e non regole costruttive. Per portare un paragone, si potrebbe dire che è come se, per insegnare la “compostezza”, dello stare seduti su una seggiola, si applicassero dei legacci alla persona seduta affinchè non possa muoversi. Meglio sarebbe, secondo me, far notare semplicemente, l’importanza dei movimenti non convulsi a cui diamo il significato di serenità interiore, di controllo, di compostezza appunto. L’insegnamento ricevuto dal sottoscritto, per ciò che riguarda il costruire armonico, è sempre stato un insieme di regole, un’insieme di norme da applicare... dimenticando la cosa essenziale, cioè la comprensione di cosa fosse e su cosa si basasse il costrutto, cioè l’-essere- composizione musicale in relazione allo stile compositivo scelto. In pratica, una volta individuato bene come gli antichi elaboravano le loro composizioni, sarebbe stato molto più facile cercare di imitarli. Invece, veniva trascurato e dimenticato ( forse perchè non si sapeva cosa fosse ), proprio il come, in che modo, con quale tecnica il compositore lavorava. In poche parole, l’importanza attribuita a certe regole, ritenute di “buon gusto”, o necessarie per riconoscere un “giusto” comporre musicale, erano fonte di impedimento creativo. La costante preoccupazione di scrivere secondo queste regole, era, conseguenza-risultato, della frustrante constatazione della propria incapacità creativa, che si ripercuoteva altresì nella impossibilità di comprendere compiutamente come fosse invece semplice e possibile la composizione musicale. |