LE ETA’ DELLA MUSICA

Si sà che l’essere umano nasce e muore. Che nell’arco della sua esistenza attraversa varie fasi a cui si dà il nome di età. Un’età infantile, un’età adolescenziale, un’età matura, la “terza” età ecc...Se paragoniamo l’evento musicale come l’arco vitale di un essere umano, possiamo dire che esistono diverse età nella musica? O la musica non ha età ed è atemporale? In una logica comune, il tempo passa e si misura con gli anni. L’essere umano evolve sia dal punto di vista fisico che mentale che culturale. Ciò che forse non muta con il tempo è il suo animo, la sua anima, la sua “vera” natura. Ciò che rende la musica universale o meglio ciò che fà sì che musica scritta, creata in tempi storici diversi sia “grande” cioè abbia valore anche ora, “superi il tempo” lo paragonerei all’anima dell’essere umano, a quel “qualche cosa” non descrivibile facilmente ma che è l’essenza stessa dei grandi capolavori. Naturalmente tutti gli esseri umani hanno un’anima così come qualsiasi musica. E’ forse per questo che ogni tipo di musica risponde più o meno alle esigenze che ogni anima cerca o esige. Ma, se l’essenza dell’anima fosse mutevole così come i valori della musica fossero anch’essi soggetti a questa variazione, che cosa fà sì che musiche o autori del passato vengono apprezzati e molto più valorizzati delle musiche di autori viventi? L’essere umano ha la capacità di “assimilare” e di apprezzare i propri simili, non solo, l’essere umano ha costruito strutture e luoghi dove si possono tramandare, insegnare e quindi rigenerare quei valori  o idee e perchè no, “sentimenti” che fanno sì, che musiche apprezzate e amate in un tempo lontano nel passato, rivivano e continuino ad essere apprezzate e amate come allora. Non stupisce quindi quest’aspetto atemporale che la musica possiede, se mai ciò che mi rende scettico è la sua capacità di trasformarsi in linguaggio del proprio tempo. Infatti mi chiedo se esista questo “tempo attuale” o se invece il “nostro tempo” non sia anch’esso un’illusione. Probabilmente viviamo in un insieme di “vissuti cronologici” diversi, così come la musica di.... o la musica del....e che questi non siano altro che “parti” di un mondo, cui non sempre riusciamo a percepirne i limiti e i confini. Non perchè non siano ben definiti, ma perchè troppo vasti ed irraggiungibili.

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