LA “GRANDE” MUSICA

Quali possono essere i parametri secondo cui definire la musica in termini di qualità o valore? All’ascolto, certamente la maggiore o minore “presa” emotiva che suscita in noi, ovvero la maggiore o minore emozione, anche in rapporto con reminiscenze passate, associate ad essa. Quindi, base di qualsivoglia giudizio riguardante la musica, è, l’emozione. Emozione indotta o diretta poco importa. Volendo sintetizzare con poche parole il concetto espresso, si può dire che la musica, è qualitativamente apprezzabile quanto più emozionante è il suo ascolto. Accettando per buona questa asserzione, sorgono inevitabilmente alla mente altre domande come per esempio: se è l’emozione il comun denominatore che permette il maggiore o minore apprezzamento nei riguardi di un brano musicale, questa emozione, da cosa nasce? perchè si verifica? cosa, nella musica rende effettiva questa emozione? e ancora, se esiste questa emozione provocata, può essere negativa o è sempre positiva? se è negativa perchè lo è e da cosa dipende? è la musica la sola responsabile o è anche il nostro corpo, che essendo mutevole può più o meno essere in sintonia con la musica ascoltata? L’ascolto, e quindi la musica che si ascolta, sono allo stesso tempo fonte e mezzo di comunicazione, in questa dualità risiede il tutto, ma il ricevente ne determina la sua decifrazione. In altre parole, è nella misura in cui si percepisce il fatto musicale a rendere più o meno emozionante la musica ascoltata. Quindi esistono due ordini di idee, uno riguarda l’oggetto in sè, l’altro ciò che l’oggetto stimola o suscita nella nostra mente, nel nostro corpo, nella nostra anima. Difficile quindi chiarire una relazione fra causa ed effetto tanto più che l’effetto è solamente in parte o forse a volte in piccolissima parte determinato dalla causa stessa, ma più propriamente dall’esaltazione, dall’amplificazione volutamente cercata e suscitata dal corpo e dalla mente dell’ascoltatore. Questo ascoltatore quindi, forse più di quanto si creda, è concausa dell’emozione che la musica può suscitare nell’animo umano, e questo ascoltatore può essere infinitamente diverso ed eterogeneo. Se l’emozione è conseguenza dell’uomo stesso, della sua conformità fisica nonchè umorale del momento, è altresì, altrettanto importante la sua “esperienza” emotiva ed intellettuale, acustica e culturale. In altre parole, tutto il suo bagaglio di esperienze anche musicali, nonchè la sua “voglia” del momento, la sue motivazioni in toto. Tutto ciò è il terreno fertile su cui può nascere quell’emozione attribuita sì alla musica, ma che, in quanto causa, non necessariamente ne determina il conseguente effetto. In questo risiede l’ambivalenza nonchè la contraddizione della musica come valore assoluto, come mezzo di comunicazione universale, come linguaggio comprensibile a tutti. Pur possedendo caratteristiche oggettive, pur avendo in sè qualità intrinseche, la musica, si rivela e si esplica solamente nella nostra mente, nel nostro animo. Possiamo benissimo portare alla luce i valori oggettivi, le componenti qualitative della musica....ma tutto può, ma anche non può, essere di per sè una garanzia, in quanto il valore di essa è alla fin fine non nelle sue qualità oggettive ma in ciò che queste possono suscitare nell’essere umano.

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