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Frammenti da un’intervista radiofonica S. Rinaldi: Lei da molti anni a Venezia, a Roma, all’estero, tiene corsi di perfezionamento per direttori d’orchestra, è sempre stato detto, e Lei me lo può confermare, che insegnare direzione d’orchestra è senz’altro una delle cose più difficili..... M° Ferrara: Da quando ho iniziato nel 1958 ad oggi...per me è sempre difficile...ogni anno mi domando, ma cosa insegno? ma come insegno? cosa dovrei insegnare...in tutti i modi, mi sono sempre lasciato andare, ho cercato di far questo...come principio...non fare il modello...la bacchetta si tiene così, il quattro è così...ma ho parlato più che altro di musica, di interpretazione, con l’entusiasmo...una volta trovata l’interpretazione, la tecnica la trovi in qualunque modo...abbiamo grandi esempi: Toscanini, come dirigeva! Antonio Guarnieri, con una bacchettina di cinque centimetri, lui stava fermo....appena si muoveva...era il terremoto! Furtwangler...per me era chiarissimo!...l’interpretazione, poi ognuno ha il suo sistema, ognuno deve trovare il suo modo d’esprimersi, la musica...la musica uno la sente come vuole.... S.Rinaldi: Lei ha avuto un maestro? M° Ferrara: Certo! Facendo la spalla a Firenze per otto anni, prima con Vittorio Gui poi Mario Rossi, comunque il vero maestro a parte Toscanini, Guarnieri...di grande cultura e grande musicista è stato Vittorio Gui. S. Rinaldi: Che importanza ha secondo Lei il “tempo”, ovvero un tempo lento, un tempo veloce, secondo Lei possono esistere di uno stesso brano musicale due interpretazioni diverse come tempo...? M° Ferrara: Abbiamo degli esempi lampanti Furtwangler, Klemperer, Toscanini...la differenza dei tempi, dello stacco dei tempi, l’agogica dei tempi...sono più dalla parte Toscaniniana...sento più in quel modo che nell’altro...tale logica...io parlo attraverso i segni che sono scritti e sono pochi a parte Mahler...scrivevano f, mf,...poi si ragiona, occorre umiltà. Faccio una parentesi...allievi che fanno delle critiche come se niente fosse...vuoi parlar male? Prima mettiti in ginocchio!...il tempo può essere quello che è, basta che sia logico, basta che convinca! S. Rinaldi: Rimanendo nel campo della lirica, Lei ha potuto conoscere compositori italiani del novecento... M° Ferrara: Io ho suonato molte opere di Pizzetti per esempio, e mi meraviglio che oggi non esista una nota incisa, un disco, una cassetta...un’altro era Ghedini, anche di questo nessuno sa nulla, dimenticato! S. Rinaldi: Lei cosa pensa dell’opera verista? M° Ferrara: Quando ero ragazzo il mio sogno era dirigere Andrea Chenier...oggi mi piace ancora...Cilea per esempio...la nobiltà...Zandonai,...la forza interiore, anche quello dimenticato! S. Rinaldi: Parliamo di un altro grande direttore d’orchestra con cui Lei ha suonato...Victor De Sabata...non ha lasciato molte testimonianze discografiche, cosa pensa di questo direttore? M° Ferrara: E’ vero, mentre Toscanini era fonogenico, De Sabata non lo era affatto...l’ho conosciuto stando in orchestra come fila, poi come spalla, poi come spettatore, in tutti i modi, era di un’intensità...faceva suonare anche le sedie, i sassi...era talmente emotivo che qualche volta vi erano squilibri, ma quando era tranquillo, tutto era perfetto e luminoso... |